Il “Che” al CircoPound


I fascisti hanno una forte propensione per la «coazione a ripetere». Non sempre però il successo mediatico è assicurato. Con tutta la buona volontà dei media di regime, l’automatismo della ripetizione non fa audience, ma alla fin fine risulta anzi un esempio di comicità involontaria.

Non fanno eccezione i «fascisti del terzo millennio» che il 24 settembre avrebbero per l’ennesima volta incappucciato non si sa che con sacchi di juta, nel tentativo di farsi pubblicità davanti alle scuole contro il caro-libri. Dopo tanti sacchi sprecati, stavolta nessuno in Italia se ne è accorto.

Non ancora paghi di ripetere macchinalmente i loro numeri migliori, dopo essersi appropriati di contestatori antipatriottici e antiautoritari come Luciano Bianciardi e Rino Gaetano, dopo le interviste e le coccole con “L’altro”, ora i neofascisti di CircoPound alzano il tiro e celebrano il quarantennale della morte di Ernesto “Che” Guevara (che i reduci della Repubblica di Salò hanno da sempre cercato di strumentalizzare in chiave anti-statunitense, nazionalista e implicitamente razzista, in base alla solita aberrante equivalenza tra imperialismo, «usura» ed ebrei).

Ma ormai il gioco è scoperto. Neppure festeggiando il compleanno di Stalin riuscirebbero a farsi passare per «creativi». Brindino pure al “Che”, il quale da ragazzo militava in una risoluta organizzazione antifascista come la Juventud de Acción Argentina. Brindino pure anche all’«altro Che», quello che è esistito solo nella mente di qualche neofascista frustrato.

Ma la smettano di far finta di essere «eretici» e «non conformi».

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[BO] ven 2 ott h.17.00: Stranabologna


STRANABOLOGNA: lesbiche, gay, trans, bi, queer etc/etero/a in strada per spezzare il filo nero della paura.

Venerdì 2 ottobre, ore 17.00 a partire da Porta Castiglione.

«
Non si tratta di una fiaccolata, né di una generica manifestazione contro le intolleranze: non potremmo tollerare al nostro fianco i nostri carnefici! Ripartiamo dalle nostre strade per riallacciare il filo della memoria e della solidarietà, in un percorso che riconnetta i luoghi segnati da aggressioni di natura diversa (Giardini Margherita, via Castiglione, piazza della Mercanzia…) ma tutte connesse dal filo nero della violenza con cui fascisti, sessisti e razzisti (istituzionali e non, organizzati e non) cercano di alimentare un clima di terrore».

Più informazioni su Zic.it

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[BO] Lun 28 set h.10: «Respingiamo Maroni»


«Respingiamo Maroni»

Lunedì 28 settembre il Ministro dell’interno Roberto Maroni parteciperà a un seminario organizzato dalla Facoltà di Giurisprudenza dell’ateneo bolognese. Varie realtà studentesche e cittadine contesteranno il valore formativo (ben 8 crediti) di chi ha promosso i respingimenti di profughi verso i lager libici e ha istituzionalizzato la «cattiveria» razzista e xenofoba della Lega Nord.

Concentramento lunedì 28 settembre 2009 ore 10 in Piazza Verdi

Vedi Uniriot, Infoaut, Tpo (Indymedia ER), «Crediti formativi sporchi di sangue» (Zic)

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Ascanio Celestini – Lanciano il sasso e mostrano la mano


Oggi lo squadrismo simbolico dei neofascisti è complementare al loro squadrismo reale. Non sorprende pertanto che i militanti di CasaPound, noti anche per aggressioni a migranti in giro per l’Italia, se la prendano con l’antirazzismo a teatro. Riportiamo da Incidenze alcune note di commento sull’accaduto.

Lo squallido “attacco murale” orchestrato a Viterbo da Casapound contro la presentazione dello spettacolo di Ascanio Celestini, Il razzismo è una brutta storia – che l’autore-interprete ha messo a disposizione della campagna nazionale contro il razzismo promossa dall’Arci -, meriterebbe molte considerazioni. Ma, nell’urgenza, preferisco limitarmi a qualche osservazione (temporalmente) “a caldo”, e a mente fredda.

Nella notte prima dello spettacolo – riferisce Carta – “Casapound ha strappato tutti i manifesti della prima e ha imbrattato i muri della città con insulti contro l’Arci e Ascanio Celestini”. La prosa murale [scritte nere, quasi tutte firmate CPI (Casapound Italia) o CPVT (Casapound Viterbo)] toccano l’apice della volgarità e della demagogia, con “perle” di questo genere: “Celestini fa li sordi sull’immigrato”, “Ascanio Celstini bamboccio”, “Tutto esaurito per la prima di un fallito”, “Celestini boia”, e via imbrattando…

Tanta e tale rozzezza dei neri writers notturni, non è che l’elemento più eclatante di un’operazione mirata, che non è, e non va, ridotta a mero episodio locale: mettere in scena (anche grazie allo “scalpore” suscitato delle offese), l’esistenza di una “contro-campagna” nazionale – organizzata e avallata dal “centro” (i volantini di Casapound affissi a Viterbo, a firma e con l’indirizzo della centrale romana), il cui nucleo “teorico” è il ribaltamento dell’imputazione di “razzismo” su chi difende i diritti degli immigrati. È il classico procedimento di ritorsione, da tempo collaudato nei laboratori della Nouvelle droite. E, nella palude del paradigma bipartisan, imperante da anni in Italia, la presentazione di due “pareri” speculari tesa a suscitare un’improbabile impressione di equivalenza tra un parere pro e uno contro l’immigrazione, che si pretendono entrambi antirazzisti, potrebbe servire a estendere le tenebre di questa lunga notte in cui tutte le vacche sono nere.

Ma torniamo ad Ascanio Celestini: penso che quel che i fascisti odiano e vorrebbero boicottare (oltre, ovviamente, alla campagna contro il razzismo) è la straordinaria lucidità di questo regista-interprete, capace di diagnosticare con precisione, e spesso con anticipazione, i pericoli e i conflitti del presente.

Al punto che, una provocazione come quella di Viterbo, in cui fascisti del terzo millennio lanciano il sasso e rivendicano, mostrano la mano, non può sorprendere Celestini e chi conosce e apprezza il suo lavoro che, al riguardo, ha fatto anticipatamente chiarezza.

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[BO] Provocazione fascista al Lazzaretto


(da Zic.it) Sabato scorso tre skinhead fascisti, secondo quanto riportato in una nota diffusa dal Partito Comunista dei Lavoratori, «sono scesi da una Lancia Y blu/viola per strappare e rubare alcune bandiere del Pcl» esposte al Lazzaretto Autogestito, dove si svolgeva la quarta festa cittadina del partito, «ma a questi “eroi” sono bastati tre urla per spaventarsi».
23 settembre 2009 – gi.ast.

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[BO] gio 24 set h.21: chiamata per la Bologna strana


GIOVEDÌ 24 SETTEMBRE alle ORE 21
presso ATLANTIDE DI PORTA SANTO STEFANO – BOLOGNA
Assemblea per la Bologna strana


STRANABOLOGNA
In strada per spezzare il filo nero della paura

Venerdì 2 ottobre 2009

Concentramento
Piazza Castiglione ore 17

Non ti sembra strano che oggi si chiamino emergenze problemi che in realtà esistono da sempre, come ben sanno le donne, le lesbiche, i gay e i/le trans?

Non ti sembra strano che ci si accorga di questi problemi solo quando si vogliono giustificare pacchetti-sicurezza, controllo e repressione?
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Santanstronzate


Mentre i “nostri ragazzi” esportano democrazia, la sciura Santanché va a strappare i burqa e i foulard alla festa di fine Ramadam… Non è forse anche questa violenza contro le donne?

Provate a immaginarvi cosa sarebbe successo se un migrante avesse cercato di strappare il crocefisso a qualche italico/a che si recava alla messa di Natale o il velo a una qualche anziana signora.
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Inno alla razza!?… Non è reato!


Bologna, 24 aprile 2008. Mentre Bologna si preparava a ricordare il sessantatreesimo anniversario della Liberazione, destava sdegno in città la pubblicazione sui quotidiani locali di una provocatoria inserzione firmata da un ben noto assicuratore novantenne, Michele Tossani. Si trattava di una sorta di “inno alla razza” per salutare il nuovo governo di destra: “l’Italia si muova, si scuota e si sacrifichi per ritornare ai fastigi di quando ci sentivamo di far parte di una razza forte, pura e maestra di vita”.
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Annalaura e il porcospino


(da
κβλόγγηθι Σεαυτόν Asocial Network)

La vedete quella buffa palla di spine nella foto? È un porcospino. O un riccio, come lo si chiama più comunemente da queste parti. Poi dovrei parlare di Annalaura. Annalaura, a 26 anni, se n’è andata per un incidente di moto a Catanzaro. Era di Vallo della Lucania, il paese del processo all’anarchico Giovanni Marini. L’ultima volta che l’avevo vista e ci avevo parlato, glielo avevo proprio ricordato. Eravamo stati lì a parlarne per un po’, al CPA.
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Arriva a Bologna Ernfried Obrist, apologeta dei nazisti e presidente dell’UITS

L’ANPI ha lanciato un appello affinché il presidente dell’Unione Italiana Tiro a Segno dia le dimissioni dalla carica che ricopre, oppure sia il presidente del CONI Petrucci a rimuoverlo. La storia di uno squallido episodio, tacciato come “manifestazione storica”, che lo ha visto protagonista. Il 19 ed il 20 settembre Obrist sarà a Bologna, per una Gara di Campionato Italiano di tiro a segno. La sua “presenza ufficiale” è prevista al Poligono di Via Agucchi, un luogo nella memoria di molti antifascisti bolognesi, per le fucilazioni di partigiani avvenute nel 1944. E se qualcuno si mobilitasse per dire che quella presenza non è gradita?

L’episodio di cui Ernfried Obrist è stato scellerato protagonista risale al 25 e al 26 aprile 2009, proprio nelle stesse giornate delle celebrazioni per la Liberazione del nostro paese dal fascismo e dal nazismo. Nell’ambito del Torneo di Tiro a Segno con rievocazione storica, con armi di ex ordinanza, che si tenne a Santarcangelo di Romagna, il presidente dell’UITS si fece fotografare assieme a dei tiratori in divisa Waffen SS.

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