Ascanio Celestini – Lanciano il sasso e mostrano la mano


Oggi lo squadrismo simbolico dei neofascisti è complementare al loro squadrismo reale. Non sorprende pertanto che i militanti di CasaPound, noti anche per aggressioni a migranti in giro per l’Italia, se la prendano con l’antirazzismo a teatro. Riportiamo da Incidenze alcune note di commento sull’accaduto.

Lo squallido “attacco murale” orchestrato a Viterbo da Casapound contro la presentazione dello spettacolo di Ascanio Celestini, Il razzismo è una brutta storia – che l’autore-interprete ha messo a disposizione della campagna nazionale contro il razzismo promossa dall’Arci -, meriterebbe molte considerazioni. Ma, nell’urgenza, preferisco limitarmi a qualche osservazione (temporalmente) “a caldo”, e a mente fredda.

Nella notte prima dello spettacolo – riferisce Carta – “Casapound ha strappato tutti i manifesti della prima e ha imbrattato i muri della città con insulti contro l’Arci e Ascanio Celestini”. La prosa murale [scritte nere, quasi tutte firmate CPI (Casapound Italia) o CPVT (Casapound Viterbo)] toccano l’apice della volgarità e della demagogia, con “perle” di questo genere: “Celestini fa li sordi sull’immigrato”, “Ascanio Celstini bamboccio”, “Tutto esaurito per la prima di un fallito”, “Celestini boia”, e via imbrattando…

Tanta e tale rozzezza dei neri writers notturni, non è che l’elemento più eclatante di un’operazione mirata, che non è, e non va, ridotta a mero episodio locale: mettere in scena (anche grazie allo “scalpore” suscitato delle offese), l’esistenza di una “contro-campagna” nazionale – organizzata e avallata dal “centro” (i volantini di Casapound affissi a Viterbo, a firma e con l’indirizzo della centrale romana), il cui nucleo “teorico” è il ribaltamento dell’imputazione di “razzismo” su chi difende i diritti degli immigrati. È il classico procedimento di ritorsione, da tempo collaudato nei laboratori della Nouvelle droite. E, nella palude del paradigma bipartisan, imperante da anni in Italia, la presentazione di due “pareri” speculari tesa a suscitare un’improbabile impressione di equivalenza tra un parere pro e uno contro l’immigrazione, che si pretendono entrambi antirazzisti, potrebbe servire a estendere le tenebre di questa lunga notte in cui tutte le vacche sono nere.

Ma torniamo ad Ascanio Celestini: penso che quel che i fascisti odiano e vorrebbero boicottare (oltre, ovviamente, alla campagna contro il razzismo) è la straordinaria lucidità di questo regista-interprete, capace di diagnosticare con precisione, e spesso con anticipazione, i pericoli e i conflitti del presente.

Al punto che, una provocazione come quella di Viterbo, in cui fascisti del terzo millennio lanciano il sasso e rivendicano, mostrano la mano, non può sorprendere Celestini e chi conosce e apprezza il suo lavoro che, al riguardo, ha fatto anticipatamente chiarezza.

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