[BO] mer 2 dic h. 17: “Spazio a Casapound? Un insulto alla città”


Mercoledì 2 dicembre in Piazza Maggiore dalle 17 si terrà un sit-in convocato dal Lazzaretto autogestito in concomitanza con l’incontro tra l’amministrazione comunale di Bologna e il centro sociale destinato ad essere abbattuto. L’incontro, spiegano gli attivisti, “rappresenta l’ultima spiaggia per uno degli spazi più attivi in città che ha, ora più che mai, bisogno del sostegno di tutti”.
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[BO] Concerto nazi a Bologna il 12 dicembre


Ai neofascisti piacciono gli anniversari. A quanto pare ogni 12 dicembre, nell’anniversario della Strage di Piazza Fontana, cercano di agire qualche miserevole provocazione.

L’anno scorso, il 12 dicembre 2008, CasaPound cercò di presentare a Bologna un libro-intervista al terrorista nero Concutelli, uno dei fondatori di Ordine Nuovo, proprio l’organizzazione che eseguì la strage di Piazza Fontana. Un caso di provocazione esplicita. Anzi, di rivendicazione allusiva.

Quest’anno, sempre in coincidenza con la manifestazione che ricorda la strage, i neofascisti preferiscono invece la provocazione in musica. Il 12 dicembre è infatti previsto a Bologna un concerto della band lucchese «Nessuna Resa» al Club Anni 80 in Via Riva di Reno 3/c – indirizzo che alcuni mesi fa corrispondeva alla sede elettorale di Forza Nuova. «Il nome Nessuna Resa», ha dichiarato la banda nazirock, «incarna perfettamente il più sano e genuino spirito fascista, cioè quello di non arrendersi mai qualunque o chiunque ti ostacoli».

Per essere “non conformi”, sono davvero privi di fantasia! In realtà questi concerti, musicalmente squallidi, per i neofascisti sono soltanto l’occasione di ronde, violenze, intimidazioni, aggressioni, pestaggi, nelle strade limitrofe all’evento. Come è accaduto a più riprese con le esibizioni dei «Legittima Offesa» (vedi 1 e 2). È ora di dire basta! Nessun “concerto” fascista avveleni le strade di Bologna!

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[PR] Montanara Red Stars


da Parmantifascista

Grande partecipazione al corteo antifascista in quartiere Montanara. La manifestazione, aperta dal Comitato Antifascista e dagli abitanti del quartiere, ha visto una partecipazione di circa 1000 persone, associazioni partigiane, studenti, lavoratori e compagni.

Tanti gli interventi e i cori soprattutto nelle vicinanze della sede fascista. Gli abitanti del quartiere hanno risposto con partecipazione al passaggio del corteo, dalle strade e dalle case. Una bella iniziativa popolare, mentre i fascisti “festeggiavano” un buon non compleanno tra camionette e luci blu.

Questo è solo un inizio. Fuori i fascisti dalle nostre strade 10 100 1000 barricate!

Guarda le foto 1 e 2

Vedi anche Zic.it e “Repubblica Parma”: E il corteo contro Casapound divenne festa di popolo

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[BO] mer 25 nov: femministe e lesbiche contro Il CIE di via Mattei


Prosegue la mobilitazione separata di donne e lesbiche contro il Centro di identificazione ed espulsione di via Mattei in solidarietà con le donne migranti. È stato elaborato anche un dossier sulle violenze nei CIE, scaricabile qui in pdf magari per affiggerlo nei posti di studio o di lavoro.

da Noi non siamo complici!

In Italia ci sono 13 Centri di identificazione ed espulsione (CIE) in cui i guardiani molestano e stuprano le donne migranti. Anche nella tua città c’è uno di questi Centri: è il CIE di via Mattei. Ora non puoi più dire di non sapere.

25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne

Scorribanda informativa in centro e presidio di femministe e lesbiche sotto il CIE di via Mattei

ore 17, piazza del Nettuno, distribuzione del dossier “Noi non siamo complici!”, sulla violenza contro le donne migranti

ore 18, appuntamento alla fermata del 14A in via Rizzoli

ore 18.30, presidio sotto il Centro di identificazione ed espulsione di via Mattei

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Le nuove camicie brune


Ripubblichiamo da “Umanità Nova” n. 40 del 15 novembre 2009 una recensione al libro di Saverio Ferrari, Le nuove camicie brune. Il neofascismo oggi in Italia, BFS Edizioni, Pisa 2009 (euro 7). Un brano del libro sull’origine nazista della croce celtica si può leggere su Indymedia Lombardia.

Le sapeva fare anche precise: in seconda media inferiore, avevo un compagno di classe che si dilettava a disegnare svastiche. Non dimostrava alcuna attitudine alla sopraffazione e alla violenza, anzi; ma poiché quel simbolo era generalmente esecrato, per lui doveva rappresentare un dispetto contro tutte le obbedienze che ci venivano imposte in famiglia, a scuola o al giardino pubblico. Un gesto di rivalsa infantile destinato a lasciare il posto ad altre consapevolezze tanto che, diversi anni dopo, lo rincontrai ad una manifestazione antifascista.

Quel ricordo lontano si fa sfumato, lasciando il posto ad un altro assai recente. Era la notte, tragica, tra il 30 aprile e il 1° maggio 2008, quando Nicola Tommasoli veniva atrocemente aggredito nel centro storico di Verona. I responsabili del suo assassinio sono noti: giovani fascisti tanto perbene, tra cui un candidato nelle liste elettorali di Forza Nuova e un attivista del Blocco Studentesco. Due di loro furono “favoriti” nella fuga alla volta di Londra da tre esponenti locali di Forza Nuova, anch’essi candidati alle ultime amministrative per il partitino tricolorato di Fiore e dell’avvocato veronese Roberto Bussinello prodigatosi nella difesa degli accusati.

Eppure, in quelle settimane, da più parti si era cercato, con pervicacia, di “depoliticizzare” l’omicidio compiuto da estremisti di destra in una logica di punizione e annientamento del soggetto “diverso”, pienamente iscrivibile nella “visione del mondo” nazifascista. Infatti, come è stato osservato a riguardo, “non si tratta di un’opinione filosofica, né di una scelta politica, ma della necessità stessa della creazione, del sangue creatore” (P. Lacoue-Labarthe e J. Nancy).

Eppure, in tanti provarono a sostenere, contro ogni evidenza, che non era un assassinio politico e non vi era alcuna ideologia come movente. E che, quindi, non aveva alcun senso parlare di antifascismo. Ci provarono a minimizzare, ovviamente, i dirigenti della Digos e il sindaco leghista Tosi (poi condannato per istigazione all’odio razziale), ma anche l’acuto sindaco-filosofo di Venezia Cacciari e il leader dei disobbedienti del nord-est Casarini, ambedue da tempo erranti nei mari post-ideologici.

Così, anche su tanta stampa, l’uccisione di Nicola venne derubricata a sintomo di un imprecisato disagio giovanile; nonostante che i responsabili fossero tutt’altro che degli emarginati, né privi di opinioni politiche. Persino la loro relativa giovane età, addotta spesso come scusante, risultava analoga a quella dei militanti dei Nar o di Terza Posizione negli anni Ottanta, e persino maggiore della media dei primi squadristi degli anni Venti.

Per questi motivi, come avverte Saverio Ferrari, autore del pamphlet “Le nuove camicie nere” (BFS edizioni, Pisa 2009), è del tutto necessario continuare a “lanciare un grido d’allarme” riguardo gli sviluppi, sempre più violenti e sempre meno contrastati, della destra estrema. A partire da un’analisi critica della fascinazione simbolica e della penetrazione dei miti che l’apparente radicalismo di destra esercita in aree giovanili, minoritarie ma non irrilevanti, attratte dalla vernice controculturale e antisistemica con cui viene ammantato l’armamentario politico che fu dei regimi di Hitler e Mussolini.

L’inadeguatezza della resistenza all’aggressivo dilagare del neo-fascismo riguarda diversi piani. Si sconta, in primo luogo, una perdita di memoria collettiva e capacità di riconoscere, sotto i mascheramenti occasionali, l’essenza di quell’ideologia autoritaria che produsse guerre, dittature, genocidi, orrori concentrazionari e mortale sfruttamento, nel nome di un Nuovo Ordine e della presunta superiorità di una razza inesistente come tutte le razze. “Un ordine – come recita un verso di Bertolt Brecht – che fa piazza pulita di ogni resistenza della vita”. Così come l’identità della sinistra – e non soltanto riformista – ha finito per perdere appeal nella misura in cui ha rinunciato a parlare di rivoluzione, ossia – riprendendo le parole di J.Beck – “dell’unica cosa valida da discutere nella nostra epoca”, in un mondo messo a repentaglio da un potere economico iniquo quanto irriformabile.

Così da una prevalenza di simboli, segni e linguaggi che implicavano la sovversione sociale, si è passati ad un dominio simbolico rovesciato, in cui persino la libertà diventa un fine che solo la sottomissione (alla violenza iniziatica, ai legami del sangue e del suolo, alla legge del più forte, al predominio maschile…) può garantire. Infatti, dentro questo universo, i simboli dell’ordine mitico, le uniformi, i gesti, le parate e i rituali di guerra non sono solo dei reperti, ma assumono il carattere del sogno fattosi realtà e a portata di mano.

Simboli tragici oggi banalmente acquistabili via internet, tramite i siti del lucroso merchandising per aspiranti soldati politici del Terzo Reich o della Rsi, oppure disponibili in versione gadget presso le stazioni di servizio lungo l’autostrada. Così, se un tempo le croci di ferro si conquistavano sul fronte russo, oggi ogni frustrato le può acquistare in edicola a pochi euro.

Dai cataloghi di tale paccottiglia emerge comunque un paradosso, ossia la prevalenza della simbologia dei fascismi stranieri (tedesco, rumeno, belga, francese, spagnolo, inglese, statunitense…) a dimostrazione che, tutto sommato, persino l’identità dei camerati di casa nostra soffre di un certo senso d’inferiorità storica. Aspetto questo peraltro riscontrabile sin dagli anni ’60, quando le principali formazioni neofasciste italiane (Avanguardia Nazionale, Ordine Nuovo, Giovane Europa, Europa-Civiltà…) adottarono simboli estranei alla tradizione nazionale. Unica parziale eccezione è rappresentata dal recente tentativo di recupero da parte di Casa Pound Italia di alcune tendenze politico-culturali che già il movimento fascista delle origini, quello “diciannovista”, aveva cercato di fare proprie (arditismo, futurismo, interventismo, fiumanesimo…).

Se non si coglie il funzionamento di questi meccanismi – solo parzialmente irrazionali – non si può comprendere come un giovane, nato nei disimpegnati anni 80, possa oggi non solo appassionarsi per le divise, gli stemmi e le nefaste imprese della Guardia di Ferro, della X Mas o delle SS, ma anche essere mosso dalla luce proveniente da un pianeta ormai disintegrato.

Lo sfortunato Nicola, da questo punto di vista, è come se fosse stato assassinato da morti viventi anche se con la faccia da bravi ragazzi, proprio nella città che, a pochi chilometri da Salò, nel 1943 vide già la macabra rinascita di un fascismo ormai defunto. Una città che sembra traviata da una vocazione mortifera che soffoca e stritola tutto ciò che non è ancora sepolcro.

Purtroppo Verona si sta riproducendo anche altrove, con il prosperare di gruppi funerei che, pur vantando la loro ribellione contro il sistema, sono corteggiati da politici istituzionali, giornalisti e intellettuali – non soltanto di destra – come portatori di improbabili novità culturali; mentre “la tolleranza è estesa alle politiche, alle condizioni e ai modi di comportamento che non dovrebbero esser tollerati perché impediscono, se non distruggono, le probabilità di creare un’esistenza senza paura e sofferenza” (H. Marcuse).

emmerre

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[BO] ven 20 nov: Transgender Day of Remembrance


Dal 1998, il 20 novembre è il «Transgender day of Remembrance», la giornata dedicata alle vittime dell’odio contro i transessuali, non soltanto per ricordare le atrocità nazifasciste contro tutti i «diversi», ma soprattutto per contrastare la rinascente violenza contro chi non è «allineato» a una presunta «normalità» di genere, sempre più chiusa, claustrofobica, oppressiva. Sono previste iniziative a Bologna, Verona, Viareggio, Torino, Napoli…

«Sappiamo che durante il fascismo si girava la testa dall’altra parte, si preferiva non vedere, non sapere tutto quello che stava accadendo, il confino, le violenze, fino alla deportazione di tutti i diversi, compresi omosessuali e transessuali. Più o meno quello che succede oggi in Italia dove si consuma il più alto numero di omicidi di transessuali, dove le aggressioni transfobiche si susseguono a ritmo serrato, dove l’esclusione e l’emarginazione nei confronti delle persone transessuali sono altissime e dove… si preferisce non parlarne, girare la testa da un’altra parte perché la cosa non è importante».

Bologna, venerdì 20 novembre:

Ore 18.00 > in Piazza del Nettuno sit-in/fiaccolata per ricordare in sincronia con tutti i paese del mondo le vittime dell’ultimo anno.

Ore 19.00 > performance dimostrativa altamente visiva all’incrocio della T

Leggi tutto il programma su MIT – Movimento Identità Transessuale

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[PT] Dopo il finto vittimismo, scatta la “fase 2”


Come di regola, dopo il finto vittimismo ufficiale, i neofascisti passano sempre alla “fase 2”, quella ufficiosa e coperta delle intimidazioni, delle minacce, delle aggressioni. Così accade ora a Pistoia. Nel ripubblicare il comunicato del Coordinamento antifascista antirazzista toscano, esprimiamo la nostra solidarietà contro le montature giudiziarie e le intimidazioni neofasciste di cui sono bersaglio gli antifascisti in giro per l’Italia.

da: roma.indymedia.org

“Ginetti, infame, per te ci son le lame”, questo è l’avvertimento fascista comparso su un muro vicino alla casa di Antonio Ginetti, antifascista pistoiese.

Lo stesso avvertimento lanciato anche contro un altro antifascista pistoiese, Cristian Boeri, e contro i lavoratori del call center Answers, che occupano l’azienda per difendere il loro lavoro. Stessi avvertimenti, stesse minacce di chiara marca fascista sono lanciate nello stesso tempo contro gli antifascisti e contro i lavoratori in lotta nella provincia di Pistoia

Non si tratta di un avvertimento anonimo, perché, anche se non firmato, ha una paternità certa, che è quella del giro fascista che fa capo agli ambienti di Forza Nuova, del PDL e di Casa Pound.

I quali, dopo aver finto di essere povere vittime dell’irruzione dell’11 ottobre, passano adesso a mettere a frutto la solidarietà che inaspettatamente hanno loro espresso, con generosità degna di miglior causa, istituzioni, partiti e associazioni democratiche.

E lo fanno nel modo più vigliacco, mostrando di essere lupi e non agnelli e promettendo le “lame” a chi a Pistoia non si arrende al fascismo squadrista e alla fascistizzazione di matrice governativa.

A viso aperto, diciamo che chi minaccia Ginetti, Boeri e i lavoratori in lotta, minaccia tutti noi, tutti i democratici e gli antifascisti. E che deve fare i conti con tutti noi, decisi a collocarci a fianco delle persone minacciate e, insieme, a fianco dell’antifascista fiorentino e dei sette antifascisti privati della loro libertà in seguito all’“irruzione” di Casa Pound, di cui sono totalmente innocenti, vittime come sono di una montatura poliziesca e giudiziaria.

È quindi urgente e doverosa una presa di posizione delle forze democratiche antifasciste, le stesse che espressero solidarietà a Casa Pound attribuendole una immeritata patente democratica lo scorso 12 Ottobre.

15-11-2009
Il coordinamento antifascista antirazzista toscano

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Al Grande Fratello il batterista dei fascisti Zetazeroalfa?

La stampa mainstream si mostra scettica e Iannone, leader dei «fascisti del terzo millennio» di Casapound, smentisce. Eppure circola insistentemente in rete la voce che Mauro Marin, concorrente del noto reality show Il Grande Fratello, altri non sia che «Atom Takemura», batterista del gruppo nazirock degli Zetazeroalfa, il cui cantante, con lo pseudonimo di «Sinevox», è proprio Iannone.

Anche se non si trattasse del tatuatissimo Atom Takka, un post su Indymedia Napoli pubblicato alle 2.36 di stanotte ha diffuso i link a pagine della cache di Google (la copia che il motore di ricerca fa di ogni documento pubblicato sul web) in cui sono memorizzate discussioni sul forum di area non-conforme vivamafarka (ora nascoste) in cui verrebbe detto esplicitamente quanto negato pubblicamente.

Ne riportiamo alcuni interventi, tutti datati 15 novembre. Certo è lecito avanzare il dubbio che si tratti di una burla ben congegnata dai neofascisti stessi.

Icaro, h20:20: "Ragazzi, non sarebbe il caso di porre il topic sulle sezioni private, in modo tale che non lo capisca il pubblico? Certo, sappiamo che gli antifa son degli hacker, ma meglio prevenire."

vovò, h20:34: "mauro UNO DI NOI"

Firenze Nera. h21:11 : "e’ l’unico non conforme nella casa! l’unico che rompe gli schemi!"

Conan. h21.18: "I concorrenti del grande fratello ricevono una paga giornaliera,Mauro il nostro batterista più tempo stà nella casa è più guadagna soldi e di conseguenza finanzia CPI, moh ci arrivi???"

vovò, h21.32: "non dimenticate che stiamo parlando di un fratello, votate mauro"

Barletta Nera, h21.59: "ABBIAMO MANDATO DENTRO IL MIGLIORE DEI NOSTRI"

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[BO] Una provocazione grave ed inaccettabile


Riproduciamo il comunicato degli organizzatori della fiaccolata di protesta del mondo della scuola e dell’università che respinge l’adesione provocatoria dei neofascisti del Blocco studentesco e ribadisce il carattere antifascista della manifestazione.

Comunicato stampa

Una provocazione grave ed inaccettabile

Abbiamo appreso che l’organizzazione neofascista Blocco Studentesco (sezione giovanile di Casa Pound) ha dichiarato la propria presenza nella fiaccolata di martedì 17 indetta dal mondo della formazione di Bologna contro i tagli del governo e per ricordare Vito, il ragazzo morto un anno fa a Torino per un crollo strutturale del suo edificio scolastico.

Riteniamo questa adesione una grave ed inaccettabile provocazione: ricordiamo tutti e tutte i fatti di piazza Navona a Roma dell’Ottobre scorso, in cui gli autodefinitisi fascisti del nuovo millennio del Blocco Studentesco attaccarono con cinghiate e botte il corteo degli studenti medi ed estrassero dal loro camion decine di mazze avvolte nel tricolore contro gli studenti.
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[PR] sab 21 nov h.14.30: manifestazione antifascista


A Parma, dopo che oltre 1300 residenti nel Quartiere Montanara hanno firmato l’appello del Comitato Antifascista, dopo una festa largamente partecipata di controinformazione, sabato 21 novembre si terrà una manifestazione contro la presenza in città di organizzazioni neofasciste.

MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA
SABATO 21 NOVEMBRE – ORE 14.30 – LARGO 8 MARZO, PARMA

(da Parmantifascista)

Il Comitato Antifascista Montanara, formato da cittadini di età, provenienze, formazione, professioni, idee e appartenenze diverse, che si riconoscono nei valori della Resistenza, dell’Antifascismo e della Costituzione Italiana, è nato in modo spontaneo nel maggio scorso in risposta alla presenza in quartiere dell’«associazione» neofascista Casa Pound, insediatasi in Via Jacchia 33. Come altre sigle dell’estrema destra, Casa Pound si rifà esplicitamente ai valori e all’ideologia fascista, così come è scritto in alcuni punti del suo programma politico (tra i quali si legge la volontà di riscrivere la Costituzione). L’organizzazione, nata a Roma nel 2003, apre oggi sedi in molte città italiane, forte degli appoggi finanziari e politici provenienti da alcuni partiti, e tenta di arruolare nuovi camerati nelle Scuole Medie Superiori attraverso il ramo studentesco denominato «Blocco Studentesco».
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