Il Comune di Bologna chiede che Forza Nuova sia messa fuorilegge


A Bologna finalmente sembra finita l’era Cofferati e le convergenze istituzionali con la destra in nome della “sicurezza” e della “legalità”. Già alcuni giorni fa il sindaco di Casalecchio – ancora prima che vi fossero proteste – ha rifiutato una sala pubblica per un’iniziativa di Casa Pound sulla “Uno bianca” (subito affettuosamente ospitata dalla Lega Nord).

Intanto, l’1 dicembre il Consiglio comunale di Bologna ha approvato un ordine del giorno che chiede al ministro dell’interno Maroni (Lega Nord) la «messa fuorilegge del movimento politico Forza Nuova, per ricostruzione del partito fascista e per inottemperanza delle norme previste dalla legge Mancino, essendo stati diversi dirigenti e militanti di Forza Nuova più di una volta coinvolti in episodi di violenza razzista e fascista (a Bologna, a Rimini, a Verona e in altre italiane)». Nello stesso ordine del giorno è stata condannata l’aggressione da parte di alcuni estremisti di destra a due giovani di sinistra in piazza della Mercanzia e a uno studente comunista in via Indipendenza.

A riprova della solidarietà trasversale che lega i vari partiti e movimenti di destra, i consiglieri dei gruppi LtB, FI-Pdl e AN-Pdl non hanno partecipato al voto. Non è un fatto nuovo: già in settembre il centrodestra si era rifiutato di condannare l’accoltellamento di un militante dei Giovani Comunisti. Una solidarietà passiva che vale quasi da tacito incoraggiamento.

Restano oggi i danni considerevoli di una stagione politica che ha visto un sindaco-sceriffo violento con i deboli (dalla campagna contro i lavavetri agli sgomberi di migranti a suon di ruspe sulle baracche) e debole con i violenti. Questa giunta che – per riportare “ordine” e “legge” – ha fatto chiudere in anticipo tanti bar e osterie, forse dovrebbe chiudere i locali che ospitano le bande nazi, pericolose per gli ignari passanti che abbiano un look sgradito, per chi ha i capelli lunghi, per chi esprime opinioni “di sinistra”, per chi ha la pelle di un colore diverso, per chi è gay o lesbica, per chi ha il gusto della libertà.

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Sguardi su fascismi e resistenze


A Bologna l’Assemblea Permanente noGelmini di Scienze Politiche organizza due incontri per riflettere sui temi dell’antifascismo:

SGUARDI SU FASCISMI E RESISTENZE DALLE ORIGINI ALL’ITALIA REPUBBLICANA

Mercoledì 3 dicembre, ore 17, aula 2
Storia della Resistenza dagli Arditi del Popolo al movimento partigiano
Ne parliamo con Roberto dall’Olio, storico e poeta

Giovedì 4 dicembre, ore 17, aula D
Le tante facce dell’estrema destra. Storia del fascismo, da Salò a Casa Pound
Ne parliamo con Saverio Ferrari, Osservatorio democratico sulle nuove destre

Gli incontri si terranno alla Facoltà di Scienze Politiche, Strada Maggiore 45

Assemblea Permanente noGelmini Scienze Politiche
scipolmove.noblogs.org

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Bologna 1920: come vinsero i fascisti


A commento degli ultimi eventi bolognesi, su Incidenze si leggono alcune pagine del libro di Luigi Fabbri La Controrivoluzione preventiva, un’analisi del fascismo pubblicata nel 1922, ma ancora straordinariamente viva e attuale. Anche oggi i fascisti hanno smania di conquistare le città “rosse” tra squadrismo e coperture istituzionali. Per questo è importante rileggere Fabbri (a Bologna una copia superstite è alla Biblioteca dell’Archiginnasio).

*  *  *


«Ma fino ad un certo momento il fascismo sembrò relativamente indipendente finché i fascisti eran pochi e i socialisti eran potenti ed in auge. Aveva il suo nucleo centrale più forte a Milano con ramificazioni un po’ dovunque, ma non era preponderante in alcun luogo, – e tanto meno lo era a Bologna; dove invece tutto ad un tratto divenne forte, tanto che proprio da qui, come forza politica coercitiva e violenta cominciò ad estendersi in tutta Italia. Ebbe ragione non so più qual fascista a scrivere, in una polemica, che se è vero che il fascismo è nato a Milano la sua culla è stata Bologna.

A Bologna il fascismo è diventato forte prima che altrove; sia perché il caso e gli errori dei socialisti più li aiutarono, sia perché i fascisti bolognesi furono primi; malgrado il linguaggio sbarazzino e pseudo-sovversivo, del loro giornale, a stringere rapporti di collaborazione ed aiuto con quella forza conservatrice ch’è la polizia, mettendo da parte in pratica ogni fisima d’opposizione politica.

Nei primi mesi, dall’ottobre in poi, il fascismo ebbe nella polizia bolognese l’alleata più evidente, anche ufficialmente, godendo della protezione aperta del questore e di quella appena larvata del Prefetto. I commissari di P. S. se n’andavano pel Corso sotto braccio coi capi fascisti, guardie regie e fascisti se n’andavano a spasso insieme; e in Questura i fascisti eran come a casa loro, e questurini e guardie regie stavano alla sede del Fascio come in un loro corpo di guardia. Mi è stato assicurato che anche pel rifornimento e trasporto delle sue armi, il fascio più d’una volta s’è servito dei camions della questura e militari.

Dell’autorità militare vera e propria non parlo. Essa è assai più guardinga; ma è noto che quasi tutti gli ufficiali sono fascisti e che lo Stato Maggiore dell’esercito non è estraneo al fascismo. […]

Ma, per tornare a Bologna come culla del fascismo, dirò che tutti questi coefficienti non sarebbero valsi a far crollare le posizioni socialiste ed a formare la potenza fascista senza alcune circostanze fortuite e soprattutto senza certi errori più gravi dei socialisti. Le scaramucce nella piazza di Bologna del 20 settembre 1920 e lo stesso conflitto sanguinoso del 14 ottobre, quando una folla andò a fare una dimostrazione alla carceri per solidarietà con le vittime politiche, vicino alla caserma delle guardie regie non erano riusciti a scuotere la preponderante forza socialista. Lo sbandamento di questa cominciò la notte del 4 novembre, in cui per pochi fascisti fattisi all’uscio e nell’atrio della Camera Confederale del lavoro in atto aggressivo e minaccioso di giovani armati, l’allora segretario on. Bucco, che pure era circondati da un certo numero non trovò di meglio che telefonare per soccorso alla questura filofascista! La polizia venne, ed in numero, ma per arrestare i socialisti e far fare una figura ancora più ridicola al deputato Bucco… La fortezza era ormai smantellata: i fascisti vi avevano in certo modo libero ingresso.

Se quella sera i socialisti fossero stati un po’ più prudenti – mi dicono che a mezzanotte circa il portone della Camera del Lavoro era ancora aperto; senza alcuna ragione, quasi per invitare il nemico ad entrare – e nel tempo stesso, se realmente assaliti, si fossero energicamente difesi con la forza che avevano e senza esclusione di colpi, forse la Camera del lavoro di Bologna sarebbe stata invasa allora invece che tre mesi dopo, ma probabilmente sarebbe stata la prima e l’ultima in Italia. Essa sarebbe stata invasa non dai fascisti ma dalla forza pubblica; la quale, avendo lei presa l’iniziativa, avrebbe tolto al governo la maschera d’una inesistente neutralità, resa impossibile l’indegna commedia recitata poi, tolta al fascismo la direzione delle operazioni antisocialiste. Se reazione fosse venuta, avrebbe preso un carattere statale, e la lotta avrebbe conservato il suo carattere tradizionale di conflitto fra sudditi e governo, senza deviare verso la insensata, feroce ed inutile guerriglia di fazioni che seguì.

Ma inutile far delle ipotesi su dei se retrospettivi. Il fatto sta, che quell’episodio penoso e ridicolo insieme fece capire alle autorità politiche ed ai fascisti che tutta la vantata preparazione rivoluzionaria, di cui Bucco ed atri menavan vanto, era un bluff, e che l’esercito socialista, già in ritirata sul terreno economico e politico, non solo aveva smessa l’offensiva ma non sapeva neppure profittare della forza del numero, di cui disponeva indiscutibilmente, per difendersi con la propria azione diretta. Se si fosse subito resistito con l’energia e la violenza necessarie, e la necessaria concordia, ai primi assalti fascisti, il fascismo sarebbe morto sul nascere. Invece, avendo il proletariato preferito riparare dietro la legalità, anche questa debole trincea fu in più punti demolita dal nemico, giacché – visto che i socialisti risultavano i più deboli – polizia e forza pubblica non ebbero più alcun scrupolo a palesarsi alla luce del sole alleati del fascismo; e l’offensiva combinata delle forze illegali e legali, cui si aggiungeva poco più tardi anche la magistratura, incominciò.

Né valse ad arrestarla l’esito delle elezioni amministrative della fine d’ottobre e del principio di novembre 1920, favorevoli ai socialisti che vi guadagnarono circa 3000 comuni. Anzi questo fu una spinta di più alle classi dirigenti per incoraggiare il fascismo summa via dell’illegalità. Capitalismo e governanti – dei governanti, non questo o quel ministro personalmente, certo l’alta burocrazia, i prefetti, i questori, ecc. – prima riluttanti, capirono che il fascismo era una buona arma e gli assicurarono subito tutti i propri aiuti, in danaro e armi, chiudendo gli occhi sugli atti illegali, e dov’era necessario assicurandogli le spalle con l’intervento della forza armate che, col pretesto di rimetter l’ordine, correva a dar mano ai fascisti dove questi invece di darle cominciava a prenderle».

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3/12/08 Assemblea pubblica verso il corteo del 13

ASSEMBLEA PUBBLICA verso il

CORTEO ANTIRAZZISTA E ANTIFASCISTA
AI QUARTIERI S.VIOLA E BARCA

del 13 DICEMBRE 2008

presso il CIRCOLO ARCI IQBAL MASIH
Via della Barca 24/3 – bus 14

MERCOLEDI’ 3 DICEMBRE ’08 ALLE ORE 20.30

[Vai all’appello alla mobilitazione con le adesioni aggiornate]

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[BO] sabotata azione di CasaPound


Come si apprende da Indymedia ER, nella notte del 26 novembre i fascisti di CasaPound hanno incappucciato le statue di Bologna per rivendicare una presunta (e ipocrita) attenzione sociale alle morti sul lavoro, in realtà tollerate e causate dai loro stessi amici al governo.

L’incappucciamento con sacchi neri, allusivo alle modalità delle esecuzioni e delle fucilazioni, è una pratica di squadrismo simbolico già sperimentata da CasaPound sui cartelli stradali del centro, per protestare contro l’attività di «usura» del comune.

Avvertiti da alcuni compagni che hanno seguìto l’azione in diretta, gli ANTIFASCISTI ORGANIZZATI hanno provveduto a prelevare tutti i sacchi neri dalla testa delle statue.

Libertà anche per le statue! Nessuno spazio per i fascisti e i loro sacchi neri in questa città!

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Oggi volantinaggio in S.Mamolo contro l’associazione Edera

Oggi un gruppo di autoconvocati/e antifascisti/e ha distribuito il
seguente volantino nei dintorni di porta San Mamolo, per denunciare
l’inquietante presenza di neo-fascisti Sabato 29 Novembre alla Sala
Dell’Angelo.

Fascisti in S.Mamolo? No!

Esiste a Bologna un gruppo, chiamato ASSOCIAZIONE EDERA, forse avrai visto i loro manifesti in giro, che organizza convegni sulla cultura europea , sulla bioingegneria, sulla ´distruzione dei popoli`. Forse ti sarai chiest* chi sono, e cosa discutono nei loro incontri-o forse no. In ogni
caso l’intento di questo volantino é di rispondere a queste domande, rendere pubblica la vera natura di questo gruppo politico che si maschera da associazione culturale, e di denunciare le persone che stanno dietro alle loro iniziative.

L’ASSOCIAZIONE EDERA É UNA REALTÁ POLITICA DI ISPIRAZIONE NEONAZISTA:
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Bologna: ennesima aggressione fascista

Bologna, 27 novembre. Alle 13:40 circa in via Indipendenza, un militante di Rifondazione Comunista è stato aggredito da un neofascista (sul metro e settanta, bomber e cappuccio bianco). Il giovane compagno è stato chiamato per nome e, alla sua domanda “Mi conosci”, il tipo in bomber ha risposto “Sono fascista” e ha tirato fuori un coltello dalla lama di una decina di centimetri. Dopo un paio di minacce e degli spintoni, il fascista si è messo ad agitare la lama per aria cercando di colpire. Poi ha rincorso il compagno per una ventina di metri prima di desistere e darsi alla fuga. Tutto questo in via Indipendenza (all’altezza di Pull & Bear), in pieno giorno e di fronte a passanti completamenti indifferenti.

Su Zic.it il racconto del ragazzo aggredito e il comunicato di Loreti, Sconciaforni e Giordano (PRC)

Comunicato del Laboratorio Crash! – È il momento di tornare a far fischiare il vento!

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Uova su Azione Universitaria

da Zic.it 

ore 12.40 – I dimostranti [No Gelmini, Ndr] di ritorno in corteo da via Azzo Gardino, dove stamattina sono stati contestati esponenti del mondo baronale durante una conferenza su "La formazione universitaria degli insegnanti", hanno trovato in Piazza Verdi il banchetto settimanale di Azione Universitaria. Secondo quanto riportato dai nostri inviati, è spontaneamente partito un lancio di uova all’indirizzo dei giovani di AN, di recente dichiaratisi "anti-antifascisti". Solidarietà alle uova. 

Aggiornamento ore 13.00: Scaduta l’autorizzazione per l’occupazione del suolo pubblico, Azione Universitaria ha smontato il banchetto tra i fischi della folla. Brevi e limitati momenti di tensione tra antifascisti e forze dell’ordine

Giovedì scorso lo stesso banchetto era stato contestato da alcuni studenti antifascisti, poi fermati dalla Polizia e trattenuti a lungo prima davanti alla sede della provincia in Via Zamboni e poi in questura.


Nessuno ha provato un certo deja-vu? La solidarietà della redazione di Zic va comunque sempre alle uova!

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Sabato 29 corteo antirazzista a Parma, treno da Bologna

SABATO 29 NOVEMBRE – STAZIONE FS h14.00


MANIFESTAZIONE


NO AL RAZZISMO – NO CARTA DI PARMA

PER UNA VERA SICUREZZA SOCIALE



L’Assemblea Antifascista Permanente raccoglie prenotazioni per
raggiungere Parma in treno a prezzo comitiva




APPUNTAMENTO IN STAZIONE CENTRALE ORE 13.00




info: 3357277140 – aap-bologna@riseup.net

Le aggressioni dei gruppi della nuova destra, le provocazioni della Lega e le norme antimigranti contenute nel pacchetto sicurezza ispirato dalla Carta di Parma”, vogliono schiacciare ogni possibile solidarietà tra italiani e immigrati, scaricando sui più poveri il peso della crisi economica.

Nella Carta della Sicurezza Urbana, infatti, possiamo trovare due ordini di richieste fondamentali: l’aumento dei poteri ai sindaci per quel che riguarda il controllo del territorio e la disposizione di finanziamenti per le cosiddette opere di riqualificazione.
Il controllo del territorio e la conseguente azione repressiva disposta dai sindaci è a nostro avviso funzionale a mantenere i migranti e le fasce più deboli della popolazione in condizioni di estrema ricattabilità sociale. La conseguenza economica di tale ricatto è il mantenimento del costo della manodopera a bassi livelli generando così uno scenario di “guerra fra lavoratori”, per cui il ricatto finisce per cadere sulla testa di tutti: per lavorare, migranti ed italiani, sono costretti ad accettare salari sempre più bassi.
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Fascist Legacy: gli orrori del fascismo


Fascist Legacy
(“L’eredità del fascismo”) è un documentario della BBC sui crimini di guerra commessi dai fascisti durante la Seconda Guerra Mondiale. La RAI acquistò una copia del programma, che però non fu mai mostrato al pubblico. Il documentario, diretto nel 1989 da Ken Kirby, ricostruisce le terribili vicende che accaddero nel corso della guerra di conquista coloniale in Etiopia e in Libia e le ancor più terribili vicende durante l’occupazione nazifascista della Jugoslavia tra gli anni 1941 e 1943.

Con dossier documentati, dopo la guerra l’Etiopia, la Jugoslavia e la Grecia richiesero l’estradizione di 1.200 criminali di guerra italiani, responsabili dell’uso di armi chimiche contro le popolazioni civili, di pulizie etniche, di massacri sommari, del bombardamento di ospedali, della gestione di brutali campi di concentramento.

Nella II puntata il documentario cerca di spiegare le ragioni per le quali i criminali fascisti non siano stati condannati né in Italia né dal Tribunale Militare Internazionale di Norimberga per crimini di guerra e crimini contro l’umanità.

Guarda il documentario su MicroMega.

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