C’era da scommettere che il centrodestra bolognese non avrebbe mai condannato le recenti aggressioni di matrice neonazista avvenute in città e a Roma. Martedì 23 settembre il documento all’ordine del giorno in consiglio comunale ha riscosso infatti l’astensione del PDL e della lista civica La Tua Bologna e l’assenza in aula degli esponenti di AN.
A presentare il documento è stato il PD, accusato dal centrodestra di aver modificato in modo strumentale l’odg che inizialmente portava anche la firma di Galeazzo Bignami, figlio ed erede di un noto neofascista bolognese. Insomma, avvicinandosi la scadenza elettorale per la poltrona di sindaco, il lungo idillio tra Cofferati e AN pare appannarsi…
Il Pd attacca – si fa per dire – per bocca del consigliere Emilio Leonardo che accusa il centrodestra bolognese di “fare un passo indietro” rispetto alle posizioni dello stesso Gianfranco Fini. Ma il Leonardo non considera un fatto: Fini fa l’esatto contrario di quello che dice e si dichiara antifascista solo per meglio portare avanti il nuovo regime autoritario (discriminare e schedare i rom, cacciare gli immigrati, considerare aggravante la clandestinità, praticare politiche che colpiscono sistematicamente i più deboli e più marginali, proteggere la destra estrema, ecc.).
Nell’odg si esprime anzitutto “la più ferma condanna” per l’accoltellamento avvenuto il 6 luglio scorso su un treno fra Bologna e Rimini ad opera di un naziskin. Ma – ed è questa la novità, perché da un pezzo la “sinistra” non faceva che elogiare la “memoria condivisa” e i “ragazzi di Salò” – si invitano le forze politiche a “isolare e condannare ogni tentativo di riabilitazione dell’esperienza tragica del Fascismo e della Repubblica Sociale”. Cavolo, dopo vent’anni che vi contribuiscono, si accorgono adesso che c’è il revisionismo…