Chi è Pierluigi Concutelli

Pubblichiamo un articolo diffuso oggi da Reporter Libertario 

PIERLUIGI CONCUTELLI, LURIDO FASCISTA

Pierluigi Concutelli, romano di origini marsicane, cresce a Palermo. Il 24 ottobre 1969 è arrestato con altri camerati mentre si addestrano all’uso di mitra, pistole e bombe a mano sulla collina di Bellolampo, vicino Palermo. Se la cava con una condanna a 14 mesi. Milita nel Fronte Nazionale con Ciccio Mangiameli (insieme nella primavera del 1971 compiono un attentato contro una sede della Giovane Italia) poi rientra nell’MSI come dirigente provinciale e presidente del Fuan. Accumula denunce per porto d’armi, associazione a delinquere e lesioni, il normale cursus honorum di uno squadrista di talento, tra passione per le armi, molte mazzate, qualche botto dimostrativo, la politica di partito.
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Chi concede le sale del Comune a neofascisti e terroristi neri?

Nella ricorrenza della strage di piazza Fontana i neofascisti di CasaPound intendono presentare un libro-intervista di Pierluigi Concutelli, terrorista «mai pentito» nelle file di Ordine Nuovo, l’organizzazione neonazista che portò avanti lo stragismo di stato e la «strategia della tensione».

A soli tre giorni dalla rinuncia dell’Osteria del Moretto a ospitare l’iniziativa, CasaPound ottiene una sala comunale: la Sala dell’Angelo. Certo è che a Bologna questi neofascisti (pur rivendicando autonomia e prendendo continuamente le distanze da partiti e istituzioni) sono tenuti su in ogni modo: giornalisti amici, simpatie in Questura, appoggi politici istituzionali nel centrodestra.

Per ottenere la Sala dell’Angelo un qualsiasi gruppo di cittadini ci metterebbe vari mesi. E non è la prima volta che la Sala dell’Angelo viene concessa per iniziative neofasciste o neonaziste, fra l’altro spesso organizzate in date simbolo con studiata provocazione.

Già il 21 aprile 2007, nel giorno della Liberazione di Bologna, l’Associazione Edera aveva organizzato una conferenza alla Sala dell’Angelo su «Etnicità, Eugenismo, Genetica delle popolazioni». Anziché uno straccio di dibattito, a rivendicare la necessità dell’eugenetica fu allora tal Stefano Vaj, secondo cui, grazie «alle potenzialità della tecnica moderna» (cioè le biotecnologie), l’eugenetica sarebbe «un passo obbligato di qualsiasi possibile sogno di libertà e di potenza».

A nulla valsero nel 2007 le numerose mail di protesta indirizzate al presidente del quartiere affinché non concedesse una sala pubblica per iniziative neofasciste, provocatorie, razziste e contrarie ai valori di eguaglianza e civiltà per cui le donne e gli uomini della Resistenza hanno combattuto.

In questa città ci sono figure istituzionali che, attraverso le loro cariche politiche, continuano nell’ombra a dare copertura ai neofascisti: a trovare sale, a garantire visibilità, a non condannare pubblicamente i pestaggi e le intimidazioni fasciste.

Che vengano allo scoperto! Che abbiano l’onestà di dichiarare apertamente che agevolano l’azione neofascista in città e trovano sedi a chi diffonde una cultura dell’odio e dell’intolleranza.

E anche i presidenti di quartiere che accettano di dare sale a formazioni politiche incompatibili con la costituzione repubblicana antifascista – che dovrebbero far rispettare – si rendano conto che proprio la loro indifferenza e ignavia ha contribuito alla rilegittimazione, anche "culturale", della violenza fascista in città.

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In Grecia neofascisti e polizia operano fianco a fianco


In Grecia neofascisti e polizia operano fianco a fianco nel reprimere e manganellare la «rabbia di un paese intero». La partecipazione dei fascisti è stata confermata l’11 dicembre dal sindaco di Patra parlando al telefono con uno dei maggiori canali televisivi (Alpha).

Guarda le foto e i video che documentano la collaborazione tra le forze di polizia greca e l’organizzazione paramilitare fascista Hirsi Avgi (Alba d’Oro), pubblicate su NEA από όλο τον Κόσμο.

Come al solito, la strategia repressiva del potere è duplice.

Da una parte, neofascisti e poliziotti in borghese, armati di pietre e bastoni, fingono di essere dimostranti e aggrediscono altri dimostranti o distruggono come vandali piccoli negozi e abitazioni per impaurire la gente comune.

Nel contempo, come ha scritto il giornale NEA di Atene, la polizia diffonde voci che gruppi di anarchici si spostano dalle grandi città verso i piccoli centri per portare disordine e devastare i negozi. Così, in molte città sono state fatte “liste di volontari” gestite dalle stazioni di polizia locale contro presunti anarchici in arrivo…

Non è una cosa nuova che polizia e fascisti collaborino. Scriveva Luigi Fabbri già nel lontano 1922: «Nei primi mesi, dall’ottobre in poi, il fascismo ebbe nella polizia bolognese l’alleata più evidente…». È un’alleanza che, da allora, non è mai passata di moda nel mondo. Ma ora potrebbe tornare anche a Bologna.

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Antifascismo e poesia


Da un blog di poesia non ci si aspetterebbe un’analisi della strategia politica della destra. Invece su Carta sporca è uscito un testo intitolato “Se la destra cita Gramsci: invito alla battaglia culturale” ricco di esempi, informazioni e idee. Sforbiciare i discorsi altrui non è buona abitudine, ma chi si vuole leggere il testo integrale – e merita – lo può trovare sul suddetto blog di poesia impura. Ecco solo alcune tesi del documento:
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Il «sorpresone» di CasaPound


Chopper, pseudonimo del solito noto chiacchierone di CasaPound Bologna, sul forum di area “vivamafarka” – dal romanzo futurista di F. T. Marinetti Mafarka, misogino re dell’Africa che voleva «
non sudditi, ma schiavi» – annuncia a Bologna… un «sorpresone».

Scrive infatti con il solito garbo: «per ora lasciamo i compagni crogiolarsi nella loro merda… poi avranno il sorpresone. moriranno pazzi»; e ancora: «illudetevi schifosi»; oppure: «si profila un sorpresone che manco nei loro peggiori incubi…». Già sei mesi fa promettevano «panico»

Chi sono i «fascisti del terzo millennio» di CasaPound?
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Bologna, 13 dicembre: corteo antirazzista, antisessista e antifascista attraverso i quartieri S. Viola e Barca


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il manifesto

CONCENTRAMENTO IN VIA TRIUMVIRATO, angolo VIA EMILIA PONENTE

dalla Stazione Centrale: bus 81-91 fermata Triumvirato, 87 fermata Cinta
dal centro: bus 13, 86 fermata Cinta
da Casalecchio s/R: bus 79 fermata Cinta

Percorso

Seguono appello cittadino, adesioni aggiornate e intenti e modalità della manifestazione

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Ravenna: giù le mani dalla Resistenza!


da Indymedia ER

RAF ravenna

Oggi, giornata della liberazione di Ravenna dal nazifascismo, in comune hanno inaugurato un busto in onore del comandante Bulow poi in piazza del popolo la commemorazione con la banda. Il PdL e Fiamma tricolore hanno indetto un presidio nella piazza antistante per raccogliere le firme per la rimozione immediata del busto dell’«assassino sanguinario» Bulow e della «banda di aguzzini, detta 28a brigata».

Questi fascisti hanno raccolto 28 firme in 4 ore, la gente li ha respinti e si è unita al nostro presidio di contestazione ai fasci. Non sono mancati momenti di tensione, ma loro come al solito sono stati ben protetti, nonostante le grandi apparecchiature e il volume con cui sparavano falsità storiche… non sono riusciti a sormontare la rabbia popolare e l’antifascismo viscerale dei presenti.
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Aperitivo nero? No, grazie!


Oggi la destra estrema, in cerca di visibilità, se le inventa proprio tutte per attirarsi contestazioni e atteggiarsi poi a vittima sui giornali. A Bologna il 13 dicembre è in programma un’iniziativa su un terrorista neofascista mai pentito, nella ricorrenza della strage di piazza Fontana (12 dicembre). Si tratta di Pierluigi Concutelli, militante di Ordine Nuovo, l’organizzazione neonazista che portò avanti lo stragismo di stato e la «strategia della tensione». All’Osteria del Moretto, Casa Pound presenta il libro-intervista di Concutelli Io, l’uomo nero.

A Bologna si è ormai aperta la campagna elettorale e, in una città così grigia e disciplinata, la destra diffonde provocazioni replicando in miniatura il modello della «strategia della tensione». Proprio come coloro che hanno l’hobby dell’aeromodellismo o dei soldatini. Pestaggi, accoltellamenti, intimidazioni, razzismo, sessismo. Vi si aggiungono in più queste iniziative “culturali” che rivendicano più o meno esplicitamente la memoria storica del neofascismo stragista.

Crediamo sia importante dare il minimo di visibilità a tali iniziative “culturali”. Il 13 dicembre attraverseremo Santa Viola e la Barca per ricordare la violenza neofascista di ieri e di oggi. Invitiamo tuttavia ad astenersi dal frequentare pub, osterie o locali che continuano a ospitare veri e propri insulti alla città di Bologna, che ha pagato drammaticamente i crimini del fascismo e del neofascismo.

Non andate più all’Osteria del Moretto. Non fatevi lì l’aperitivo. Non dategli i vostri soldi. Non organizzateci più iniziative culturali o musicali. Sconsigliatelo agli amici. Se volete inviare mail di protesta: info@osteriamoretto.it

Intanto su Incidenze è comparsa una prima lettera aperta ai gestori del Moretto.


Da “Repubblica Bologna”, 6/12/2008, si apprende che l’Osteria del Moretto ha negato la propria disponibilità alla presentazione e ha affermato di non essere stata informata di quale libro si trattasse. Un esponente di AN avrebbe fatto richiesta dei locali dell’osteria senza chiarire i dettagli dell’iniziativa.

Ritiriamo pertanto la nostra proposta di astenersi dal frequentare l’Osteria del Moretto.

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Cioccolata…nera

da www.zic.it

"Boia chi molla", "Molti
nemici molto onore", "me ne frego", e la firma B.M. In uno stand della
fiera di S.Lucia, organizzata come ogni anno dal Comune sotto il
Portico dei Servi, appare un banchetto che mette in vendita, in bella
vista, costose tavolette di cioccolato decorate con slogan fascisti.
Mentre in città si susseguono gravi aggressioni e intimidazioni
riconducibili all’estrema destra, in uno degli appuntamenti più noti
del Natale bolognese c’è chi si può permettere di fare esplicita
apologia del ventennio.

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Ricordare l’eccidio di Sabbiuno


Bologna. Il 5 dicembre 1944 i nazisti e i fascisti effettuano un massiccio rastrellamento nelle retrovie del fronte, tra Anzola Emilia, Calderara e Amola di Piano. Con la collaborazione di alcune spie catturano decine di partigiani e abitanti della zona. Alcuni prigionieri sono rilasciati poco dopo, altri vengono duramente interrogati. Coloro che sono riconosciuti partigiani sono tradotti in carcere a Bologna. Tra il 14 e il 23 dicembre circa 100 prigionieri sono trascinati a gruppi sulle colline di Sabbiuno. Qui sono fucilati dai tedeschi e i loro corpi gettati nei calanchi. Le salme verranno recuperate, e solo in parte identificate, nei giorni successivi alla Liberazione.

Nel 64° anniversario dell’eccidio di Sabbiuno l’ANPI promuove la memoria di quei fatti:

5 dicembre ore 10.30: cerimonia pubblica all’Istituto Aldini Valeriani per ricordare Efrem Benati, studente, ed Emilio Bussolari, bidello, rastrellati il 5 dicembre 1944 e fucilati dai nazisti a Sabbiuno.

14 dicembre ore 10.30: 64° anniversario dell’eccidio di Sabbiuno (orario dell’autobus 52).

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