[BO] dom 28 giu: giornata dei migranti


Piazza dell’Unità

Domenica 28 giugno inizio ore 14.00
Giornata per i diritti e la libertà dei migranti

Il 28 giugno torna la Giornata dei Migranti in piazza dell’Unità: nel pomeriggio con la seconda edizione di On The Move, torneo di basket 2G, e in serata con aperitivo e proiezione di film sulle lotte dei migranti.

Alle 20.30 verrà proiettato il video della manifestazione del 23 maggio scorso a Milano.

A seguire il film “Un giorno senza messicani” di Sergio Arau (USA / Messico / Spagna 2004 – 100’ vers. italiana).

vedi Coordinamento Migranti Bologna

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[BO] sab 27 giu h.15: culture razziste e politiche sessuali


CULTURE RAZZISTE E POLITICHE SESSUALI DALL’IMPERO ALLA POSTCOLONIA

In occasione dell’uscita del volume di Nicoletta Poidimani Difendere la “razza”. Identità razziale e politiche sessuali nel progetto imperiale di Mussolini (ed. Sensibili alle Foglie, 2009), una riflessione sul riattivarsi odierno di nuovi stereotipi razzisti e sessisti a partire dalle analisi delle politiche sessuali e razziali applicate dal regime fascista nelle sue colonie africane a cura del Seminario itinerante antisessista e antirazzista.

Intervengono: Nicoletta Poidimani (autrice di Difendere la “razza”), Najat Achak (Coordinamento migranti Bologna), Kaha Mohamed Aden (scrittrice).

Introducono: Liliana Ellena e Vincenza Perilli.

Al termine dell’incontro proiezione del documentario di Chiara Ronchini e Lucia Squeglia GOOD MORNING ABISSINIA.

SABATO 27 GIUGNO ORE 15.00
CENTRO INTERCULTURALE ZONARELLI
via Sacco 14 – Bologna

Promuovono: Ass. Sopra i ponti, Anpi Bolognina, Progetto Interconnessi, Laboratorio femminista Kebedech Seyoum

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Europa nera


Ripubblichiamo da “Umanità Nova” n. 24 del 21 giugno 2009 un resoconto su quell’Europa nera e neonazista che è uscita rafforzata dalle ultime elezioni europee. Nonostante le divisioni e la litigiosità dei neofascismi europei, passati da una pretestuosa “opposizione al sistema” all’opportunismo tipico dei politicanti, di fatto i partiti di estrema destra hanno ottenuto una vittoria simbolica ridando legittimità sociale e giuridica a posizioni razziste e xenofobe. E anche in Italia si sta passando da un squadrismo “fai da te” a uno squadrismo organizzato e legalizzato.

Quando andavamo a scuola gli insegnanti affermavano che il fascismo era stato solo una breve parentesi nel luminoso progresso della democrazia europea, da Atene alla Francia illuminista fino all’Italia moderna. Oggi sappiamo che non è affatto così. Oggi sappiamo che le “radici dell’Europa” sono in gran parte nere e marce: il patriarcato, il dispotismo clericale, il potere statale, il militarismo, il capitalismo, il colonialismo. Lo si vede bene anche dai risultati delle recenti elezioni europee, con i successi di formazioni neonaziste, integraliste e xenofobe. Continue reading

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Sansonetti e i fasciofuturisti


Ripubblichiamo questa lettera di Maldestra e Madri per Romacittaperta apparsa sul “Manifesto” e su “Liberazione” del 13 giugno. Certo è che questi intellettuali “alla frutta” che, dopo aver passato la vita nei giornali di partito, cercano di sorprendere il loro pubblico con un brivido nero di scandalo, sono uno spettacolo triste e penoso. Credono di aver superato il Novecento, di essere il “nuovo”, ma non fanno che riproporre luoghi comuni vecchi e stantii di quel secolo che avrebbero voluto lasciarsi alle spalle. Asinus asinum fricat.

Imbarazzo o rabbia, o forse entrambi. È difficile scegliere le parole con cui rapportarci ad alcune scelte de “l’Altro”, il quotidiano diretto da Piero Sansonetti, nato per esprimere una «nuova idea di sinistra capace di rompere i tabù e dialogare oltre i vecchi steccati». Intenti legittimi, solo che sulle colonne de “l’Altro” gli interlocutori sono quelli che non ci si aspetterebbe mai in un giornale che si fregia del sottotitolo “la sinistra quotidiana”. Qualche esempio? Un’intervista a Iannone, capo dei “fascisti del terzo millennio” di Casapound, senza contraddittorio alcuno, quasi un volantino di propaganda, in cui si bercia contro l’antifascismo; il racconto dell’incendio di Casapound Bologna, con tanto di eroica descrizione del federale locale “personaggio interessante e controverso”: definizione perlomeno curiosa per chi, neanche due anni fa, è finito in carcere con l’accusa di associazione a delinquere con l’aggravante razzista per una quindicina di pestaggi. Ma non c’è da stupirsi se su “l’Altro” a scrivere di tutto ciò è Ugo Maria Tassinari, studioso della destra radicale che partecipa e promuove però le iniziative dei neofascisti stessi. Oppure se ad occuparsi di futurismo è Miro Renzaglia, animatore della galassia culturale della destra radicale e firma di NoReporter, sito d’informazione gestito da Gabriele Adinolfi, ex Terza Posizione, che ogni anno non manca di ricordare con un articolo il compleanno di Adolf Hitler. Sono questi gli steccati da superare? La ricerca di un approccio “laico” alla società deve proprio passare per la legittimazione di chi, pur spacciandosi per “post”, in realtà è sempre lo stesso fascista e xenofobo di sempre? Perché forse Sansonetti e “l’Altro” non si sono resi conto che non solo quasi tutti i quadri di Casapound provengono dal Movimento Politico sciolto in base al decreto Mancino, dopo uno stillicidio di violenze xenofobe, ma che la loro cultura è tutto fuorché nuova, come indicano i riferimenti espliciti allo squadrismo e alla Rsi. Non è nuova la loro violenza, quella delle mazze tricolori contro gli studenti a Piazza Navona, o quella dell’assalto alla casa occupata di Casalbertone a Roma. Non sono nuovi nemmeno i loro protettori politici: la giunta omofoba e xenofoba di Flavio Tosi, a Verona, o quella romana di Gianni Alemanno, secondo cui aggredire un immigrato al grido di “sporco negro” è un problema di “bullismo”. Chissà come fanno Sansonetti e “l’Altro” a guardare in questi giorni con preoccupazione alla deriva xenofoba che travolge l’Italia e l’Europa e allo stesso tempo flirtare intellettualmente con i fasciofuturisti che non solo si sono presentati in precedenza alle elezioni nel cartello elettorale guidato da Berlusconi, ma condividono con la destra politica idee e contenuti in materia di sicurezza, immigrazione, rifiuto della società multiculturale, eccetera eccetera. Un conto è fare informazione, anche in modo spregiudicato, altro è condividere nei fatti la strategia politica che un pezzo della destra radicale italiana sta perseguendo da anni: rappresentare se stessa come un universo nuovo, pragmatico, scevro da dogmi e pregiudizi, capace di dialogare con tutti. Non solo, il superamento del binomio fascismo/antifascismo, la ricerca di una sintesi superiore, ha poco a che vedere con la voglia di uscire dal Novecento. C’è chi queste cose le diceva già 30 anni fa: si chiamava Terza Posizione, ed è stata sciolta all’indomani della strage di Bologna. Queste poche righe vogliono essere un contributo per chiudere una fase di eccessiva ingenuità con cui stampa e mass media, al di là della presunta provenienza culturale e politica, offrono riflettori a quei rottami del peggior fascismo che in modo sempre più furbo si riaffacciano nei nostri territori.

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[BO] Individuato l’autore delle scritte fasciste in piazza Nettuno


Ha 25 anni, studia Economia, è incensurato e vive con la famiglia a Bologna. È vicino alle ideologie di estrema destra, ma non risulta iscritto a partiti. Sarebbe responsabile delle scritte fasciste e inneggianti alla P2 apparse nella notte tra il 4 e il 5 giugno sul Sacrario dei caduti partigiani in piazza Nettuno.

Durante l’interrogatorio ha mostrato uno spray nero, attribuendosi anche l’imbrattamento delle bacheche del Pd di via Lenin e via Felsina a fine maggio; quello del cippo della staffetta partigiana Delcisa “Tosca” Gallerani nel quartiere Reno; una svastica su un’auto della polizia municipale al Pratello e altre scritte fatte precedentemente in via della Barca. Pare che volesse creare tensione in città. Una vicenda dai contorni poco chiari.

Zic, Radio Città del Capo, Corriere di Bologna

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Le veline di CasaPound


Ripubblichiamo da “Umanità nova” n. 23 del 14 giugno 2009
un resoconto sul portone di CasaPound bruciato a Bologna il 4 giugno e ringraziamo la redazione del giornale anarchico per la solidarietà dimostrataci di fronte alla vocazione poliziesca e inquisitoria dei “fascisti del terzo millennio”.

Intorno alle 4.40 del 4 giugno, a Bologna una mano ignota ha appiccato il fuoco al portone della sede dell’associazione neofascista CasaPound. In quel momento, all’interno della sede stavano dormendo il dirigente Alessandro Vigliani e la fidanzata. La Polizia, chiamata subito sul posto da Vigliani, ha spento le fiamme con un estintore prima dell’arrivo dei Vigili del Fuoco. Sul posto sono stati trovati scampoli di stoffa imbevuti di liquido infiammabile e i resti di una tanica in plastica da 5 litri.

Secondo gli inquirenti i piromani hanno organizzato nei dettagli il gesto, ma l’attentato incendiario non avrebbe comunque potuto danneggiare altro che la porta esterna d’ingresso. Ovviamente i neofascisti hanno sfruttato al massimo l’occasione per posare da bravi ragazzi perseguitati, lagnandosi sui giornali di un «attentato alle nostre vite». Continue reading

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Crimini fascisti: archiviati


Ieri come oggi i crimini e gli omicidi fascisti restano inesplicabilmente difficili da perseguire e la verità è spesso nascosta e negata. A questa lunga storia giudiziaria di reticenze, menzogne, amnistie, favoritismi, armadi della vergogna, insabbiamenti, depistaggi, archiviazioni, fantasie, oggi si possono aggiungere altri due casi emblematici. Continue reading

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Saluti romani per Cazzola nel cielo nero dell’Italia


Che la candidatura a sindaco di Cazzola costituisse un “refugium fascistorum” lo si evinceva già dalla presenza di vari neofascisti nella sua lista falsamente “civica”: il vicepresidente dell’Associazione Edera, che nel 2007 si fece notare per la riproposizione dell’eugenetica nazista, e uno dei promotori del “Taxi rosa” di CasaPound, il gruppo neofascista guidato a Bologna da Alessandro Vigliani. Anzi, Cazzola stesso ha dichiarato che il suo modello è Tosi, il sindaco di Verona.

Non fa dunque meraviglia che a Palazzo d’Accursio i fautori di Cazzola abbiano celebrato l’accesso al ballottaggio con saluti romani e slogan anticomunisti. Né sorprende che nessun giornale ne abbia parlato tranne il “Manifesto”. Pur di far finta che tutto sia “normale”, istituzioni e giornali farebbero – e anzi fanno – carte false. Ecco cosa scrive il “Manifesto”:
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Onanismi neofascisti: il signoraggio


Ripubblichiamo da Mazzetta un commento sulla bufala del “signoraggio”. Si capisce perché i neofascisti abbiano cambiato parola e parlino adesso di “euflazione”. Ormai la panzana del “signoraggio” era evidente a tutti e, con essa, i neofascisti non riuscivano più a eccitarsi contro l’usura e i complotti plutocratici…

Un brutto colpo per i fan del signoraggio

Da anni la rete è percorsa e disseminata da un gruppo di convintissimi e attivissimi personaggi che denunciano il signoraggio bancario come la fonte di tutti i mali o giù di lì. A spanne, sostengono che il reddito da signoraggio vada a beneficiare una serie di soggetti che in pratica intascherebbero una specie di tassa occulta sulla produzione della moneta. In particolare si parla di soggetti privati, perché è chiaro che gli utili derivanti dal signoraggio che finiscono nei bilanci pubblici ne possono uscire come tutte le altre entrate e che non ci è un particolare problema se questi proventi finiscono allo stato. Continue reading

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“Essere antifascisti. Riflessioni su fascismo e democrazia”


È apparso nel web un documento dal titolo “Essere antifascisti. Riflessioni su fascismo e democrazia” a firma Antiper. Lo segnaliamo non perché sia un testo in tutto e per tutto condivisibile, ma come elemento di riflessione e di dibattito. Oggi, nel buio di una crisi economica e civile crescente, è forse possibile che frange di antifascismo democratico e di antifascismo sociale riescano a trovare dei punti di unità e intesa, come è avvenuto di recente all’affollatissimo, vitale e caotico Festival sociale delle culture antifasciste. Ritagliamo qui solo due enunciati di Antiper che costituiscono gli elementi del problema. La risposta, secondo noi, è in bocca all’avvenire e alla volontà collettiva di cambiare le cose.

Del resto, quando è la “sinistra” che istituisce i lager-CPT per gli immigrati o che usa i soldi dei lavoratori per ridurre le tasse alle imprese o che manda gli aerei a bombardare la Jugoslavia senza neppure coinvolgere il Parlamento… è evidente che destra e “sinistra” diventano concetti inadeguati a comprendere il quadro politico esistente; da Rifondazione Comunista alla Lega Nord, passando per PD e PDL, i partiti sono tutti formalmente diversi ma poi, qualunque sia la maggioranza, le politiche di Governo sono tutte sostanzialmente identiche. Post-fascisti e postantifascisti, finti comunisti e veri anti-comunisti, liberisti di sinistra e liberisti di destra… si contendono il Governo del paese per difendere gli interessi delle imprese e massacrare socialmente i lavoratori. Gli italiani non lo hanno ancora capito ed è per questo che gli uni continuano a votare pensando di impedire la vittoria elettorale di una sinistra che non ha nulla di ciò che storicamente in Italia è stato concepito come “di sinistra”, mentre gli altri continuano a votare pensando così di impedire la vittoria elettorale di una destra che però intanto stravince nel “senso comune”.

Può non sembrare, ma uno slogan del tipo “Fascisti carogne, tornate nelle fogne” costituisce l’espressione (oltre che, molto spesso, di impotenza nascosta sotto parole truci) di una incomprensione storica su cui vale la pena di dire qualcosa. Sia chiaro: nelle fogne, i fascisti, non sono stati mai. Sono stati, anche dopo il 1945, ai vertici del potere militare ed economico, ai vertici dei servizi segreti, ai vertici dello Stato. Hanno diretto le repressioni operaie del dopoguerra (Valletta alla FIAT, Scelba al Ministero dell’Interno); hanno progettato colpi di stato militari (Piano “solo”, Rosa dei venti, golpe Borghese…) con tanto di lista degli esponenti politico-sindacali da uccidere o imprigionare e con altissimi avalli istituzionali (Segni); hanno costruito un potere “occulto” dentro lo Stato (la loggia massonica “P2”) capillarmente ramificato soprattutto negli ambienti militari, ma anche nella comunicazione, nella politica…; sono stati la co-manovalanza dello Stato nella “strategia della tensione” con gli attentati che hanno fatto centinaia di morti; hanno costruito organizzazioni dedite alle più diverse attività di infiltrazione, provocazione, contro-rivoluzione preventiva… sotto l’egida della NATO (Gladio); hanno collaborato con forze mafiose negli attentati contro i sindacalisti meridionali, ecc…. E si potrebbe andare avanti per ore nell’elencazione delle attività che i fascisti hanno realizzato in concorso e sotto la protezione dei settori dirigenti (altro che “deviati”) dello Stato. Il tutto, conseguentemente, senza essere mai o quasi mai perseguiti.

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