Focus sull’estrema destra e la sua mutazione


Ripubblichiamo da infoaut.org un’analisi utile e puntuale sul neofascismo contemporaneo a cura della redazione di
“Informazione Antifascista”, rivista che ha appena pubblicato il n. 2 e propone un approfondimento sull’evoluzione dell’estrema destra in Italia. Per avviare un dibattito sulle trasformazioni del neofascismo c’è ora anche il forum del Festival delle culture antifasciste.


L’ESTREMA DESTRA NOSTRANA DENTRO LA CRISI
a cura della redazione di InfoAntifa

Siamo in una fase, anche in vista delle prossime elezioni europee, in cui le varie formazioni dell’estrema destra italiana stanno cercando di riorganizzarsi. Sicuramente è interessante sondare quali saranno le possibili alleanze che verranno stipulate in vista di questa scadenza: per ora Forza Nuova ha proposto un cartello elettorale alla Fiamma Tricolore, che a sua volta l’ha proposto alla Destra di Storace: questo con l’intenzione di superare lo sbarramento del 4%, grazie al quale sicuramente i due parlamentari europei dell’estrema destra ora in carica non verrebbero più riconfermati.

Dato interessante di questo momento politico è che alcune formazioni della destra radicale (quali ad esempio Cuore Nero a Milano e Area Identitaria a Roma), invece di continuare a presentarsi autonomamente, cercando sbocchi istituzionali, hanno deciso di aderire e di riprodursi all’interno del Popolo delle Libertà, contenitore in cui non c’è l’antifascismo come valore di riferimento, senza rinunciare a nulla della proprio profilo e della propria tradizione.

Il Popolo delle Libertà si palesa quindi come un’anomalia nello spettro delle destre europee, destre conservatrici e di governo, come quelle francese, tedesca o spagnola, che non hanno mai stretto alleanze con i neofascisti ma che, anzi, hanno fatto propri i valori della Resistenza e dell’antifascismo. Paradossalmente, l’unico leader che all’interno del PdL si richiama ancora a valori quali l’antifascismo e alla carta costituzionale è Gianfranco Fini.

Quello che è in atto in questo momento nel nostro Paese non è solo uno sdoganamento delle destre neofasciste e xenofobe, ma è un’operazione per cui l’estrema destra viene rappresentata nel partito di governo.

Le destre neofasciste italiane sono in questo momento in una fase di evoluzione dell’identità: il neofascismo è nel nostro Paese sempre meno neofascismo e sempre più neonazismo. L’estrema destra italiana si restringe elettoralmente rispetto al passato, ma al contempo si radicalizza, assumendo riferimenti, modelli storici e simbologie tipicamente naziste: Forza Nuova, ad esempio, si rifà al modello di riferimento organizzativo della Guardia di Ferro rumena di Codreanu, uno dei principali movimenti antisemiti degli anni ’30 e ’40 (le sezioni di FN vengono chiamate “cuib”, nido in lingua rumena, nome delle formazioni paramilitari della Guardia di Ferro).

Si tratta di un vero e proprio salto di qualità, di un superamento del limite datosi dal Movimento Sociale Italiano, primo partito neofascista europeo, che si era sempre rifatto alla tradizione della Repubblica Sociale, negando però qualsiasi forma di collaborazionismo con i nazisti e non scendendo mai sul terreno del negazionismo.

Altra novità dell’estrema destra italiana dell’ultimo decennio sono anche le apparenti nuove elaborazioni politiche, in cui tornano prepotentemente teorie complottistiche, portate avanti da tutta quella letteratura d’area che fa riferimento a Maurizio Blondet, che sta di fatto riscrivendo i “Nuovi protocolli dei savi di Sion”, rileggendo episodi di cronaca in chiave cospirativa e antisemita (Blondet sostiene ad esempio che Haider sia stato ucciso dagli ebrei, che Papa Giovanni Paolo II fosse ebreo, etc.).

Tra le identità nuove dell’estrema destra e le nuove intenzioni politiche c’è quella di apparire antagonisti, anticapitalisti, antiborghesi, antimperialisti. Il termine anticapitalista assume, nel significato datogli dai neofascisti, connotazioni preindustrialiste, pre rivoluzione francese e prerisorgimentale; il capitalismo non viene visto come un rapporto di produzione, ma semplicemente come uno strumento utilizzato dalle logge sioniste americane per dominare il mondo.

Anche la più recente esperienza di Casa Pound Italia si colloca perfettamente all’interno di questo quadro con il suo tentativo di catturare simpatie e militanti tra le nuove generazioni con questo bagaglio di falso antagonismo ed anticonformismo e cercando di superare l’interminabile complesso di inferiorità che la destra cosiddetta “sociale” ha nei confronti della sinistra che è riuscita, dal ’68 in poi, a mantenere i contatti con gli studenti.

Il tentativo messo in atto da Casa Pound di entrismo nei movimenti e nelle dinamiche studentesche è un esperimento serio, soprattutto in una città come Roma, dove il Blocco Studentesco ha preso il 25% nelle elezioni delle consulte delle scuole medie superiori; la stessa aspirazione di inserirsi all’interno della mobilitazione contro il decreto Gelmini, rivela palesemente che l’intenzione non è di sostenere i contenuti del movimento, ma di penetrare in una rivolta generazionale, giovanilistica.

In un momento in cui in Italia la memoria storica è in profonda crisi, il tentativo dell’estrema destra è quello di inserirsi, mascherandosi da anticonformista ed antagonista, all’interno dei movimenti, inaugurando così una stagione nuova.

 


I FASCISTI DI “CASA POUND ITALIA”
di Elia Rosati


Un divorzio inaspettato

EGREGIO IANNONE NONOSTANTE LA TUA QUALITÀ DI COMPONENTE DELLA SEGRETERIA NAZIONALE, HAI OPERATO IN TERMINI ANTISTATUTARI, TENTANDO UN’AZIONE DI OCCUPAZIONE DELLA DIREZIONE NAZIONALE, PERTANTO COME RICHIESTOMI TRA GLI ALTRI ANCHE DAL RESPONSABILE NAZIONALE MAURIZIO BOCCACCI, QUESTO MI OBBLIGA A DISPORRE LA TUA IMMEDIATA ESPULSIONE.
LUCA ROMAGNOLI, SEGRETARIO NAZIONALE MOVIMENTO SOCIALE FIAMMA TRICOLORE

Giugno 2008, dopo quasi cinque anni di fedele militanza nel Movimento Sociale Fiamma Tricolore (MSFT), le nuove stelle della destra radicale italiana, l’area delle Occupazioni Non Conformi (ONC), vengono allontanate con un secco telegramma dal partito; a detta di qualcuno si erano montate troppo la testa…
Ma per capire meglio di chi stiamo parlando occorre fare un passo indietro inquadrando l’esempio più riuscito di entrismo politico di matrice neofascista degli ultimi decenni.
Nel Gennaio 2004 la Fiamma Tricolore si è trovata infatti ad essere l’ultimo approdo per la créme naziskin italiana, reduce dall’esplosione bonheads nostrana dei primi anni 90: dai nordestini Veneto Fronte Skinheads di Piero Puschiavo agli ex Movimento Politico romani di Maurizio Bocacci, la parte più importante, insomma, dell’unico grande tentativo di network neonazista nostrano, la Base Autonoma.
Ma traghettati da Boccacci entravano nel MSFT non soltanto neonazi dalla testa rasata ma anche dei fascisti un po’ strani, resisi celebri per alcune occupazioni di stabili nella Capitale e per la violenza con la quale si erano fatti strada nella galassia della destra radicale.
Il MSFT da partito semi-morente di vecchietti nostalgici con un passato molto losco, come il suo fondatore lo stragista Pino Rauti, diventa così una organizzazione giovane, fortemente militante e ansiosa di divenire egemone, anche, ovviamente, menando le mani.
A guidare questa lobby delle ONC, autodefinitasi da tempo Area Non Conforme, Giuliano Castellino (ex-Forza Nuova, cognato di Morsello e fedelissimo di Boccacci), un intellettuale con un passato da terrorista nero Gabriele Adinolfi e uno sconosciuto che avrebbe fatto strada: Gianluca Iannone.
Di quest’ultimo infatti si sa molto poco: una infanzia politica nel vecchio MSI sezione Acca Larenzia, il passaggio al Movimento Politico di Boccacci a 17 anni, l’acquisto di un pub romano frequentato da tempo da fascisti ed una passione per la musica: con il nome di battaglia di Sinevox canta infatti negli Zeta Zero Alfa, un gruppo musicale neonazista che lentamente si sta facendo conoscere nei meeting della destra radicale e che fornirà una colonna sonora a tutte le imprese dell’area non-conforme, con il supporto della casa discografica Rupe Tarpea, storica etichetta di musica fascista romana.
Degli Zeta Zero Alfa si ricorda prima del periodo delle ONC solo la partecipazione al MEI, il Meeting delle Etichette Indipendenti, nel 2000 a Faenza ed un rissa ad un loro concerto a Sulmona in seguito ad uno scontro con gli antifascisti locali, nel dicembre 2001; ma è con il 2003 e le ONC che Iannone e soci diventano molto noti, come quando sperimentarono un singolare rilancio del gruppo inondando l’Italia di stickers, scritte sui muri, striscioni con la scritta “zetazeroalfa”, suscitando un certo curiosità nel media mainstream.
ZZA non è solo una band ma è un modo per costruire relazioni, interagire con i delusi dei gruppi neofascisti esistenti ed è soprattutto un formidabile viatico per la propaganda dell’area non-conforme fuori dalla Capitale.
Quindi grazie alle forze fresche assicurate dalle ONC e l’energica militanza degli ex-base autonoma, il partito di Romagnoli pur non decollando mai sul piano elettorale, consente alla lobby non-conforme di organizzarsi e lentamente riprodursi; ad aiutare gli ultimi arrivati in casa fiammista, una notevole spregiudicatezza mediatica.
Eh sì, perché le vere e proprie fortune di questa area risiedono proprio in una grande capacità di innovare la pratica militante e soprattutto la comunicazione politica, cosa che, in un ambiente normalmente retrogrado come quello della destra radicale, è risultato essere nettamente vincente.
Va sicuramente detto d’altra parte che i militanti di Casa Pound hanno potuto letteralmente fare il bello ed il cattivo tempo a Roma per cinque anni, contando sul lassismo delle Giunte Veltroni, sulla chiara connivenza di AN e dell’ex Presidente della Regione Francesco Storace, sulle protezioni assicurate da una Fiamma Tricolore amica/alleata della Casa delle Libertà, sugli occhi chiusi della Questura e sulla più totale impunità giudiziaria; ma è indubbio che gli immaginari e la capacità organizzativa di questo gruppo sono stati importanti nella loro ascesa al gotha del neofascismo italiano.
Un ascesa aiutata anche da una lusinghiera attenzione dei media che, da RepubblicaXL a Rolling Stone, da Lucignolo alle Invasioni Barbariche a Matrix, hanno contribuito a imporre l’idea stessa di un “Centro Sociale di destra”.
Ma dopo il mezzo flop elettorale delle Destra del duo Storace-Santanchè durante le elezioni politiche 2008, i nodi vengono al pettine; anche quella manifesta ambiguità tra movimento e partito, tra ONC e MSFT è destinata a finire, Iannone e soci sono pronti a camminare con le loro gambe.
La scomunica di Romagnoli, Boccacci e Puschiavo è semplicemente un giocare d’anticipo, per Casa Pound si torna alle origini, apparentemente all’extraparlamentarismo, ma sta volta Adinolfi e Sinevox vogliono fare le cose in grande…

Casa Pound Italia

Comincia così la nuova avventura della lobby non-conforme capitanata da Gianluca Iannone e dal suo braccio destro Simone Di Stefano: a pochi giorni dall’uscita dalla Fiamma un meeting nazionale ad Area 19, l’ultima occupazione fascista capitolina, vedrà la nascita dell’Associazione di Promozione Sociale “CasaPound”, meglio nota come Casa Pound Italia (CPI).
La scommessa sta nel compattare e attivare a livello nazionale, cioè extra-romano, quella comunità politica che dal 2003 ad oggi si è creata intorno alle azioni e soprattutto alla mitopoiesi di Casa Pound, degli ZetaZeroAlfa e dell’area nonconforme.
Ma questo passaggio è anche volto a rimescolare le carte dell’intera galassia della destra radicale italiana, come ben spiegherà uno dei padrini dell’operazione, l’immancabile Gabriele Adinolfi.
Dalla sua homepage infatti CPI parla di sé come di un progetto politico che vuole agire in sinergia con tutte le componenti della destra italiana, citando espressamente Alleanza Nazionale e Forza Nuova come possibili primi interlocutori.
Nonostante qualche camerata di rilievo lasciato per strada, l’area nonconforme, aderisce in blocco alla neonata Associazione Casa Pound (fatta eccezione per l’occupazione abitativa di Casa d’Italia Prati che ha preferito buttarsi nel magma del costituendo PDL con Giuliano Castellino e la sua Area Identitaria Romana), andando letteralmente a spaccare intere sezioni di Fiamma Tricolore in cui molti giovani militanti, prendendo la palla al balzo, restituiscono la tessera “schifati dal comportamento tenuto dalla Dirigenza Nazionale del Partito verso il camerata Iannone”.
E’ il caso del Blocco Studentesco, che del MSFT era addirittura la federazione giovanile studentesca, di alcune intere sezioni (come per esempio quella di Torino) o di agglomerati neonazi più misti come la componente egemone del Circolo Cuore Nero a Milano.
Le giornate nazionali ad Area 19 sono insomma, un momento in cui Casa Pound Italia fa la conta e formalizza la sua struttura nazionale basandosi in primis sulle simpatie e le relazioni nate negli anni all’interno delle sedi di Fiamma Tricolore, specie in quelle città dove nel sottobosco del partito di Romagnoli si sono da tempo creati luoghi metapolitici di reclutamento e indottrinamento militante, proprio ad opera di quei giovani fiammisti simpatizzanti per le ONC e fedeli alla strategia movimento-partito.
La vera sfida sta appunto nell’estendere le pratiche e la tattica dei luoghi di socialità non-conforme in tutta il Paese con la creazione di sezioni di Casa Pound Italia in ogni provincia.
La struttura, le campagne politiche e lo stile comunicativo dell’area romana, rappresentano il modello da esportare e diffondere.
Nuovo style per il sito internet di Casapound che diviene l’homepage di tutta l’associazione, dove vengono poi pubblicati i resoconti delle iniziative locali ed i link del movimento, tra i tanti: Noreporter.org (il sito di informazione e commento sull’attualità di Gabriele Adinolfi), Novopress.info (l’indymedia della destra radicale), Vivamafarka (il forum neofascista più utilizzato nel nostro paese).
Ma quello che Casa Pound fin dagli ultimi mesi fiammisti sfrutta meglio è senza dubbio il progetto Radio Bandiera Nera: una web-radio con circa 26 redazioni italiane e 10 straniere che si alternano in un palinsesto 24 ore non stop.

Passare all’azione

Lentamente vengono fuori le prime sezioni di CPI, come si accennava in precedenza proprio dentro quei piccoli centri sociali di destra sparsi per l’Italia: Spazio Lacerba (Arezzo), Circolo Agogè (Pisa), il Bar8 (Bolzano); invece dove la presenza di militanti e simpatizzanti di Casa Pound è più scarsa vengono aperte delle semplici sezione/ufficio: Bologna, Firenze, Avellino, Salerno. A Torino, si segnala il circolo  Asso di bastoni.
In pochi mesi (autunno 2008) nuovi luoghi non conformi sorgono rapidamente: Area Ardita a Palermo, il negozio AriditaMente a Bari, la libreria Santabarbara a Frosinone, il pub Cutty Sark/Club House 045 a Verona e soprattutto il Circolo Cuore Nero a Milano.
Tutto questo si va ad aggiungere agli spazi romani rimasti fedeli a Iannone nel suo divorzio da Boccacci e Castellino: ovviamente Casa Pound, Area 19, il Circolo Futurista Casalbertone, Casa d’Italia Colleverde, Casa Pound Latina e la Libreria Testa di Ferro (gestita dal figlio di Adinolfi).
Da segnalare poi il breve tentativo agostano di occupare una cascina nell’interland bresciano da parte delle sezione di Casa Pound locale: gli accordi con l’AN di zona non sono durati a lungo e lo stabile è stato rapidamente sgomberato, ma il precedente resta.
In parallelo con l’apertura di nuove sedi, partono campagne militanti coordinate a forte impatto mediatico e relativa semplicità di esecuzione; lo schema è sempre quello: riprodurre le azioni notturne già sperimentate con successo in questi anni dalla componente romana in una stessa data in diverse città.
Molto spesso i blitz vengono accompagnati da mini-video su youtube, ampiamente pubblicizzati sul sito di Casa Pound e Novopress: sono sempre imprese realizzabili da piccoli nuclei di militanti, in modo da poter essere organizzate anche in città in cui gli attivisti di CPI sono poco numerosi.
I temi o l’ispirazione per le giornate nazionali di CPI sono decisamente populisti, in linea con quel fascismo sansepolcrino a cui Adinolfi e Iannone spesso ideologicamente si richiamano: dal ricordo delle vicenda di Beslan, ai morti sul lavoro, al precariato, al carovita, alla proposta del Mutuo Sociale (tema già cavallo di battaglia al tempo delle MSFT).
Per ora le attività dei nuclei di CPI si riducono a poche giornate d’azione nazionale, ma si cominciano anche a vedere iniziative specifiche in alcuni territori come ad esempio proteste legate a questioni immobiliari, banchetti che regalano alimentari contro la crisi, raccolte fondi per zone dimenticate del Pianeta o appuntamenti metapolitici come presentazioni di libri, concerti e feste per sostenere le redazioni di Radio Bandiera Nera.
Significativamente Iannone e Di Stefano sono impegnati in piccoli tour regionali per pubblicizzare il progetto politico di CPI; viaggi che molto spesso annunciano l’inaugurazione di nuove sedi dell’associazione.
Due per ora le campagne politiche nazionali di lungo periodo, entrambe volte a sostenere proposte di legge mediante raccolta di firme: il Mutuo Sociale (sul tema della casa) e Tempo di essere madri (part-time pagato a stipendio pieno per le madri lavoratrici); significativo è quindi come CPI sfrutti temi sociali per inserirsi nel gioco politico parlamentare, magari contando sulle simpatie di qualcuno nel PDL.
Sul piano internazionale, le iniziative sono tutte legate al sostegno alla “Comunità Solidarista Popoli”, una onlus veronese che si occupa di campagne di solidarietà, principalmente con l’Afghanistan e la guerriglia Karen in Birmania.
I contatti di Casa Pound con altri gruppi neofascisti nel mondo sono invece radi, trattandosi di una organizzazione per certi versi unica, ma esistono delle simpatie sempre crescenti in ambienti della destra radicale extraparlamentare europea: in Francia dove Adinolfi, che Oltralpe è stato a lungo latitante, assicura diversi contatti anche grazie al circuito europeo del network di informazione Novopress.info, mentre in Germania alcuni gruppi legati agli Autonomen Nationalisten hanno provato ad occupare uno stabile alla periferia di Berlino nel luglio 2006, richiamandosi apertamente alle occupazioni non-conformi romane.
Recentemente invece Iannone ha compiuto un viaggio in Portogallo, invitato da alcuni fascisti di Lisbona, per pubblicizzare Casa Pound ed il suo ultimo giocattolo comunicativo, Tortuga Tv (la web-tv di CPI).
Un legame stabile internazionale stabile è invece costituito dal gruppo di attivisti grafici neonazi che si incontra dal 2006 nell’esperienza del sito di Zentropa.info, composto principalmente da attivisti italiani, francesi, spagnoli e canadesi; CPI ne gestisce la sezione nostrana.
Dulcis in fundo, una citazione la meritano anche i piccolini del Blocco Studentesco, recentemente venuti alla ribalta per i fatti di Piazza Navona, questo gruppo ha indubbiamente, grazie ad una alleanza strategica con le componenti studentesche di AN in seno alla Consulta Studentesca Provinciale, aggregato e fatto proseliti in alcuni istituti superiori della Capitale; nel resto d’Italia invece piccoli nuclei esistono un po’ in ogni provincia, tra cui si distinguono quelli di Verona, Riva del Garda e Palermo.

In conclusione

Questa in sintesi la struttura di CPI, una organizzazione neofascista che si candida ad essere la più pericolosa componente della destra radicale italica; un gruppo coeso e arrivista che può contare soprattutto su un solido progetto di aggregazione giovanile, gli spazi sociali di destra, e su una pratica militante attenta ai meccanismo mediatici e, spesso, dispostissima allo scontro.
I recenti fatti di Piazza Navona, ma anche l’antecedente di Casalbertone, dimostrano come sulla base di un comune anticomunismo, l’area non-conforme possa essere un perfetto burattino del PDL ed un utile strumento di provocazione nell’ambito delle lotte sociali metropolitane.
La svolta extraparlamentare di Adinolfi e Iannone appare quindi un escamotage, un modo per interloquire direttamente con la compagine berlusconiana, senza passare più per la mediazione di qualche partitino nostalgico, specie nell’ambito delle politiche di gestione della città (vedasi il recentissimo riconoscimento pubblico dato dall’Amministrazione Alemanno alle occupazioni di case di destra a Roma).
Se a questo si aggiunge il parallelo,anche se concorrente, sforzo di Giuliano Castellino di riorganizzare in senso non-conforme tutto l’apparato giovanile di AN prima dello scioglimento del partito nel PDL, ci troviamo di fronte ad un vera e propria fase nuova per la destra radicale italiana.
Terminato il periodo dei partiti a destra di, è ora il momento delle lobby intorno al PDL, come la storia ci insegna: con l’avvento della Crisi il Capitale arruola i suoi squadristi.

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