[BO] Volantinaggio in S. Stefano: un primo passo


Qualche decina di antifascisti ha partecipato al volantinaggio itinerante per contrastare l’uso fazioso della storia, promuovere il dibattito del 10 febbraio e denunciare la presenza della sede neofascista di CasaPound nel quartiere S. Stefano. Divisi in piccoli gruppi, abbiamo percorso le strade del quartiere, volantinando, affiggendo locandine, entrando nei negozi e nei bar, parlando con avventori e passanti. Nonostante la propaganda di regime, nessuno ha manifestato disappunto e anzi più di una persona si è dimostrata interessata a un punto di vista critico e obiettivo sul tema delle foibe.

Dopo una sosta al bar Miki Max di via Orfeo per la pioggia, il volantinaggio è proseguito passando per le strade centrali fino a piazza S. Stefano e alle due torri.

Frattanto, in un angolo di piazza Minghetti circa 25 militanti neofascisti sventolavano in silenzio tre bandiere italiane per la “fiaccolata” promossa da CasaPound. Vari passanti li hanno identificati per quello che sono: o girando alla larga, o sibilando “fassisti”, o stracciando il loro volantino, o rifiutandolo.

In piazza Nettuno, come l’anno scorso, c’erano invece 5-6 nostalgici irredentisti (pare di AN), con lo stesso patetico striscione dell’anno scorso (“Istria, Fiume, Dalmazia terre d’Italia”) e con in più una musica allegra e gracchiante da sagra paesana hobbit, a tutto volume. La gente però non si avvicinava e vari passanti hanno creduto che fossero jugoslavi…

In realtà, già verso le 18 una quindicina di persone aveva contestato spontaneamente i militanti di AN mentre deponevano una corona sul muro della Sala Borsa (!): fischi, urla, canti. Digos e carabinieri hanno circondato il gruppo di chi protestava e intimato loro di tacere. Dopo essere tornati sotto il gazebo, i (post)fascisti hanno sparato a tutto volume “Fratelli d’Italia” e allegre musichette folk. Così facendo, hanno mostrato quanto rispetto portino ai loro (presunti) morti. Certamente non rispettano la città di Bologna. Il muro su cui hanno deposto la loro nera corona ospita infatti
il Sacrario dei Caduti partigiani di Bologna e provincia e, a destra, una piccola lapide che ricorda il quindicenne Anteo Zamboni, linciato dai fascisti all’angolo con via Rizzoli per il fallito attentato a Mussolini.

Notevole è stato anche l’ingente spiegamento di truppe. Ogni vicolo era presidiato. A ogni svolta c’era una camionetta o un cordone di polizia. Numerosi agenti in borghese hanno tallonato, con discrezione, i vari antifascisti che volantinavano.

Per noi è stata una giornata positiva di comunicazione al quartiere e alla città che vuole essere solo un primo passo.

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