10/02 – Foibe: revisionismo di Stato e amnesie della Repubblica

Sempre più oggi la storia viene usata per esigenze politiche. È una campagna di manipolazione delle coscienze con riletture tendenziose e falsità belle e buone, finalizzate alla diffusione di stereotipi razzisti e nazionalisti. Tale propaganda si realizza anche nella legittimazione dei fascisti odierni, che diventano portatori di una ideologia come altre. Un’ideologia dell’ordine, della «sicurezza», autoritaria.

Entro questa campagna si situa la Giornata del Ricordo e la strumentalizzazione del tema storiografico delle «foibe». Contro ogni semplificazione, crediamo che solo una verità integrale permetta di fare un passo avanti nel riappropriarci della nostra storia.

Ne discutiamo il

10 febbraio 2009 alle ore 20.30

presso la Sala del Baraccano,
via S. Stefano 119, Bologna

presentando gli atti del convegno

Foibe: la verità, contro il revisionismo storico

Intervengono:

Rudy Leonelli (Università di Bologna)
Giorgio Riboldi (Comitato promotore del convegno)
Sandi Volk (Università di Trieste)
Mauro Raspanti (Centro Furio Jesi)

Seguirà un dibattito. La cittadinanza è invitata.

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2 Responses to 10/02 – Foibe: revisionismo di Stato e amnesie della Repubblica

  1. antifa says:

    Le foibe tra mito e realtà. Intervista ad Alessandra Kersevan

    http://www.senzasoste.it/…ra-mito-e-realt-2.html

  2. s.g. says:

    Da http://lombardia.indymedia.org/node/13562

    Così come la biografia dei cosiddetti “infoibati” può aiutarci a dare una lettura di questo evento storico (si trattava per lo più maschi adulti – e non intere famiglie, donne, vecchi e bambini – di delatori che avevano collaborato con le forze nazifasciste, partecipato alle deportazioni nel campo di concentramento della Risiera di San Sabba o erano stati in prima persona protagonisti di reiterati episodi di violenza contro la popolazione inerme), allo stesso modo qualche cenno biografico su “storici” e personaggi pubblici vari, che in questi anni si sono impegnati a costruire e rendere verità condivisa e di Stato il mito delle “foibe” e della pulizia etnica di cui sarebbero stati vittima gli italiani per mano degli slavi, può esserci utile per ricostruire le radici e gli obbiettivi di questa propaganda.

    Luigi Papo – La famiglia Papo era titolare della farmacia di Montona (Istria nord-orientale) usata, prima dell’occupazione tedesca, per gli interrogatori contro gli antifascisti. Papo è al comando della Milizia di Montona ed a capo del secondo reggimento “Istria” della Milizia Di Difesa Territoriale (il cui comandante era Libero Sauro che assieme al fratello Italo, che aveva proposto al comando dell’SS di “trasferire” in Germania tutta la “popolazione allogena” della Slovenia, dirigeva i servizi di informazione RSI nel litorale). Papo fugge da Montona all’approssimarsi dell’Esercito di Liberazione e viene arrestato dai partigiani nel maggio del ’45. Nel ’46 ha l’incarico di occuparsi dell’Associazione Schedario Mondiale dei Dispersi e chiama a lavorare con sé gli amici e commilitoni del reggimento “Istria” Elio Eliogabalo, Giovanni Stagni e Mario Scapin (questore di Varese): sono dunque questo tipo di persone ad occuparsi istituzionalmente delle deportazioni e delle “foibe” nella Venezia Giulia.

    Maria Pasquinelli – Insegnante di mistica fascista e crocerossina in Africa (dove, travestita da uomo cercò di combattere con l’esercito italiano), dopo l’8 settembre opera come ufficiale di collegamento tra i servizi segreti della X Mas e gli occupatori nazi-fascisti nella Venezia Giulia. Il 10 febbraio 1947, in occasione della firma del trattato di pace, la Pasquinelli uccide a Pola un ufficiale britannico in “segno di protesta” perché Istria e Dalmazia erano state affidate alla Jugoslavia.

    Padre Flaminio Rocchi – Veste il saio dei francescani nel 1927, allo scoppio della guerra si arruola come cappellano militare. Dirigente dell’Unione degli Istriani e dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, di stampo nazionalfascista. Rocchi fu anche vicepresidente della “lega Istriana” fondata con Papo e Nino de Trotto (che sollecitò Scelba ad attivarsi per cancellare Papo dall’elenco di persone da estradare in Jugoslavia).

    Marco Pirina – Figlio di un Ufficiale della Guardia Nazionale Repubblicana ucciso dai partigiani nel luglio ’44. Negli anni sessanta frequenta la Sapienza di Roma e diventa presidente del FUAN romano e poi del Fronte Delta, gruppo di estrema destra che, stando ai piani del tentato golpe di Valerio Junio Borghese, avrebbe dovuto tenere il controllo dell’Università.

    Pirina verso la fine degli anni ’80 ha militato nella Lega Nord, poi è passato a Forza Italia e poi ancora ad Alleanza Nazionale. Nel suo Genocidio del 1995 elenco di 1.400 “infoibati” si è poi verificato che più di 900 non erano morti in quelle circostanze: si tratta di partigiani uccisi dai nazifascisti, caduti in guerra o addirittura sopravvissuti. In seguito dà alle stampe Ecco il conto! Riprendendo, nel titolo e nella grafica, un libello edito dai nazisti nel ’43 sulle foibe istriane.

    Giorgio Rustia – Nel 1998 Rustia si è avvicinato a Forza Nuova dopo aver fondato un “Comitato Spontaneo di triestini che non parlano sloveno”, nel 1999 è diventato referente locale del “Progetto Contropotere”, emanazione di FN, inoltre ha stretti contatti con varie associazioni combattentistiche, tra le quali quella dei reduci dei combattenti della Repubblica di Salò. Riferendosi genericamente agli storici che hanno dato una lettura della questione foibe non affine alla sua ha detto che “non sono che l’avanguardia dello slavocomunismo che si sta ripresentando”.

    Augusto Sinagra – L’avvocato Sinagra è stato difensore di fiducia del piduista Licio Gelli, console onorario della Repubblica di Cipro (stato riconosciuto esclusivamente dalla Turchia), legale del governo turco per l’estradizione dall’Italia del leader del partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) Abdullah Ocalan e difensore del generale argentino Jorge Olivera accusato di aver violentato e fatto desaparecir una ragazza francoargentina. È stato tra i fondatori della rivista “Costruiamo l’azione”.

    Per quanto riguarda Roberto Menia, promotore della legge che ha istituito il 10 febbraio come “Giorno del Ricordo” dedicato ai Martiri delle Foibe, possiamo vederlo nella foto alle spalle del Presidente della Camera Gianfranco Fini (in un immagine che vale più di molte parole!!!).

    Il 10 febbraio, giornata della memoria per i morti nelle foibe, facciamo un primo passo per riappropriarci della verità e per opporci ad ogni tentativo revisionista!

    dati tratti da C. Cernigoi “Operazione Foibe” ed. Kappa Vu

    Collettivo Autorganizzato Universitario – Napoli
    http://cau.noblogs.org/

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