Rimini: da escludere la matrice politica?


Oggi, quando un giornale come il Resto del Carlino scrive che «è da escludere la matrice politica», a chi ha sentito ripetere tante volte questa frase per gli omicidi di Dax, di Renato, di Nicola, a chi l’ha letta a commento di tante feroci aggressioni di stampo fascista e razzista, non può che suonare un fastidioso campanello d’allarme. Ma sarà vero? Speriamo.

Comunque, sul Resto del Carlino il fatto che a Rimini quattro ventenni di buona famiglia abbiano dato alle fiamme un clochard «per divertimento» passa come un fatto possibile, e non come un segno chiaro e agghiacciante di degrado civile e umano e politico.

Il Carlino afferma che alla base «dell’insano gesto non ci sarebbero attriti particolari con il senzatetto dato alle fiamme» (il che è inattendibile, se «già in passato avevano dileggiato l’uomo lanciandogli oggetti»). Sostiene che è «da escludere la matrice politica». Anzi, dice che si tratta «semplicemente di una ragazzata». Dice che la vittima – ancora ricoverata, dopo 15 giorni, al Centro grandi ustionati di Padova – «sta meglio», è «in progressivo miglioramento». E via minimizzando.

Com’è possibile che quattro ventenni diano fuoco a un loro simile in difficoltà solo «per divertimento»? Com’è possibile che un giornalista onesto possa scrivere che questa è «semplicemente una ragazzata» (la frase è stata tolta ora dall’articolo…)?

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5 Responses to Rimini: da escludere la matrice politica?

  1. «Dovevamo vendicarci, quello era un figlio di…». Quattro riminesi incensurati, di 19 e 20 anni, sono stati arrestati con l’accusa di tentato omicidio del clochard tarantino di 44 anni, Andrea Severi, che ha rischiato di morire bruciato, due settimane fa.

    «Se vedo qualche bastardo in giro, lo dico alle forze dell’ordine», aveva dichiarato il clochard in alcune interviste. Il suo sogno, infatti, era proprio di fare il vigile urbano. E per questa “colpa” l’avevano preso di mira. Gli avevano lanciato addosso sassi e petardi, in più occasioni.

    E la notte del 10 novembre gli hanno vuotato addosso una tanica di benzina e gli hanno lanciato contro un fiammifero. Lui dormiva ignaro sulla sua panchina. Andrea Severi è tuttora ricoverato all’ospedale di Padova con ustioni di secondo e terzo grado su metà del corpo. Ha subito un trapianto di pelle, il primo di una lunga serie e dovrà restare restare in ospedale per altri 2-3 mesi. È sempre rimasto cosciente, eppure non ha mai voluto parlare dell’episodio né con la polizia, né con i giovani della Capanna di Betlemme, costola della comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, che aiuta i senza fissa dimora. Ancora è sotto choc, ma questa ritrosia fa parte del suo carattere.

    «I quattro arrestati – racconta Nicola Vitale, capo della Mobile della Questura di Rimini – hanno iniziato a preoccuparsi quando hanno letto sui giornali che la polizia era sulle tracce di un gruppetto. Avevamo stretto il cerchio delle indagini, abbiamo intercettato le loro conversazioni al telefono».

    Subito hanno negato poi hanno confessato, ascoltando il contenuto dei loro dialoghi, metà divertiti e altrettanto preoccupati. Niente di politico, solo divertimento e ritorsione contro chi aveva a cuore l’ordine pubblico di Rimini, pur essendo un barbone. «Sono qui per lavorare, dò una mano ai vigili urbani. Mi piacerebbe fare un lavoro come il loro». Severi aveva quest’utopia nel cassetto. «Ho perso mio padre, che portava i tir, e mia madre. Ero venuto in Romagna per lavorare».

    I ragazzi che hanno perso la testa sono Alessandro Bruschi, 20 anni, barista; Enrico Giovanardi, 19, perito chimico che stava facendo tirocinio; Fabio Volanti, 20 anni universitario e Matteo Pagliarani, 19 anni, elettricista. Tutti vivono in famiglia.

    Le indagini sono partite dalle testimonianze di alcuni cittadini: uno aveva segnalato una macchina con la targa contenente una G; altri avevano ascoltato discorsi di un gruppo di giovani che, in un bar del lungomare, pianificava l’aggressione.

    Ieri mattina i quattro sono stati prelevati dalle loro abitazioni e accompagnati in questura. Per l’agguato si erano fatti riempire di benzina una tanica di vetro da un distributore. Sarebbe stato il barista Alessandro Bruschi ha versare il liquido infiammabile. E mentre il barbone si contorceva tra le fiamme, loro sono scappati.

    Il procuratore di Rimini Franco Battaglino INSISTERA’ PER L’ACCUSA DI TENTATO OMICIDIO E NON DI LESIONI VOLONTARIE PER UN’INDAGINE PORTATA AVANTI DALL’ISPETTORE CAPO LUCIANO BAGLIONI, UNO DEI DUE INVESTIGATORI CHE SVELARONO LA VERITA’ SULLA BANDA DELLA UNO BIANCA. Il sindaco di Rimini Alberto Ravaioli chiede di restare accanto alle famiglie dei giovani: «Severi non è l’unica vittima. Sono ragazzi della porta accanto, la loro azione è stata determinata dal nulla. E questo spaventa molto di più di ogni altra cosa».

  2. RaiNews24 says:

    Barbone dato alle fiamme, indagati 4 giovani: “Volevamo divertirci”
    Il barbone è tuttora ricoverato

    Sviluppi nelle indagini sul tentato omicidio del barbone a Rimini, lo scorso 10 novembre. Mentre dormiva su una panchina, un clochard di origini tarantine, Andrea Severi di 44 anni, venne dato alle fiamme con della benzina cosparsa sul suo corpo e poi accesa.

    Le indagini condotte dalla polizia hanno portato alla individuazione di 4 giovani riminesi, tutti poco meno che ventenni, che sono sotto interrogatorio da parte degli inquirenti. Sarebbero gli stessi che in passato aveva dileggiato il clochard lanciandogli anche degli oggetti: sono tutti incensurati e di buona famiglia. La loro posizione dal punto di vista giudiziario è in fase di definizione in queste ore.

    I quattro avrebbero ammesso le loro responsabilita’, dichiarando di aver compiuto il gesto per divertimento. Secondo le indagini i quattro avrebbero anche scherzato tra di loro, al telefono, mentre leggevano i giornali che riportavano la notizia del gesto. Non ci sarebbero attriti particolari con il senzatetto dato alle fiamme, e per gli investigatori è quindi da escludere la matrice politica del gesto.

    L’uomo si salvò grazie al pronto intervento di una ragazza che passava nelle vicinanze e
    che riusciva ad allertare tempestivamente i soccorsi. Andrea Severi è ancora ricoverato al Centro grandi ustionati di Padova e le sue condizioni sono in progressivo miglioramento.

  3. “Volevamo solo divertirci”
    Rimini: 4 giovani indagati per il barbone dato alle fiamme
    I ragazzi sono tutti incensurati e di buona famiglia

    Rimini – Si chiama Andrea Severi e ha 44 anni il barbone che lo scorso 10 novembre è stato dato alle fiamme da un gruppo di giovani. Secondo le indagini condotti dalla polizia il gruppo era formato da 4 ragazzi, tutti incensurati e di buona famiglia, gli stessi che in passato avrebbero inoltre dileggiato l’uomo lasciandogli anche degli oggetti.

    Tutti minori di venti anni, proprio in queste ultime ore i ragazzi hanno ammesso le loro responsabilità, aggiungendo che il loro scopo era solo quello di divertirsi. Avrebbero anche scherzato tra loro al telefono dopo che l’evento è stato riportato dalla cronaca nazionale e locale. Esclusa dunque la matrice politica del gesto, ma rimane ancora dubbia la posizione giuridica dei giovani.

    Andrea Severi è ancora ricoverato al centro grandi ustioni di Padova, grazie al pronto intervento di una ragazza che passava da lì poco dopo il compimento del fatto.

    Marco Grisafi

    la Voce d’Italia – Il primo quotidiano indipendente on line

  4. Rassegna stampa says:

    Clochard bruciato a Rimini,
    confessano quattro ragazzi

    Sviluppi nelle indagini sull’agguato,
    i giovani sono tutti di buona famiglia

    RIMINI

    Hanno confessato i quattro giovani, tutti di età compresa tra i 20 e i 21 anni, fermati dalla polizia per aver dato fuoco ad un clochard mentre riposava su una panchina lo scorso 10 novembre a Rimini. Gli autori del grave fatto sono attualmente in stato di fermo nel carcere di Rimini. Sono stati arrestati con l’accusa di tentato omicidio: si tratta di Alessandro Bruschi, cameriere; Matteo Pagliarani, che lavora in un laboratorio di analisi; Enrico Giovanardi, elettricista; Fabio Volanti, studente.

    Gli arrestati sono nati e vivono a Rimini. Secondo quanto è emerso dalle indagini della squadra mobile di Rimini, si è trattato di UNA «BRAVATA» SENZA CONNOTAZIONI DI STAMPO POLITICO O RAZZIALE. I quattro ragazzi sono incensurati e PROVENGONO DA FAMIGLIE SENZA PARTICOLARI PROBLEMI ECONOMICI. Avrebbero ammesso le loro responsabilità, DICHIARANDO DI AVER COMPIUTO IL GESTO PER DIVERTIMENTO, i quattro giovani fermati dalla squadra Mobile di Rimini per il tentato omicidio del clochard.

    Dalle intercettazioni effettuate sulle utenze telefoniche è risultato che gli arrestati avrebbero quasi gioito leggendo la cronaca del fatto sui giornali e si sarebbero anche congratulati tra loro. La vittima del tentato omicidio, Andrea Severi, 44 anni tarantino senza fissa dimora è ancora ricoverato al centro grandi ustioni di Padova. Non corre pericolo di vita ma ha riportato ustioni su metà del corpo.

    http://www.lastampa.it/…articoli/38459girata.asp

  5. bertoldo says:

    Come dire che se poi uno a dei giornalisti e a degli inquirenti così, gli sputa in un occhio non è per motivi politici, ma così, tanto per provare se gli migliora la vista.

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