Due Agosto: Corteo della memoria fino a Piazza dell’Unità


Pubblichiamo il comunicato dell’iniziativa che promuoviamo per il Due Agosto insieme ad altri singoli, reti e spazi sociali cittadini.

NOI SAPPIAMO. NOI NON DIMENTICHIAMO

«Io so. Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato golpe (e che in realtà è una serie di golpes istituitasi a sistema di protezione del potere). 

Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969. 

Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974. 

Io so i nomi del "vertice" che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di golpes, sia i neofascisti autori materiali delle prime stragi, sia, infine, gli "ignoti" autori materiali delle stragi più recenti.»

Così incominciava il “Romanzo delle stragi” di Pasolini (1975). Ma in anni recenti, anche e soprattutto negli appelli alla verità fatti dai palchi e dagli scranni istituzionali, assistiamo al tentativo di trasformare la memoria delle stragi in una commedia, dove vengono messi in scena personaggi improbabili e continui depistaggi. Non potendo tutto negare, le dichiarazioni di rappresentanti di governo, così come i tanti libri recenti scritti da postfascisti e le cicliche rivelazioni giornalistiche al soldo del regime, tendono ad accreditare una verità dimezzata: furono alcune “menti bacate” neofasciste a promuovere la “strategia della tensione” e la violenza stragista degli anni Settanta.

Ma noi sappiamo qual è il loro gioco: nascondere e far dimenticare i mandanti e la finalità delle stragi, la loro genesi nelle istituzioni opache dello Stato italiano, dimostrata in tanti processi. Dalla strage di piazza Fontana del 1969 fino a quella di Bologna del 1980, l’Italia ha sperimentato infatti una lunga “strategia delle stragi” condotta da uomini degli apparati dello Stato e da neofascisti da essi personalmente organizzati, indirizzati, finanziati e protetti. Quelle bombe contribuirono a reprimere il movimento operaio e studentesco: il loro scopo era quello di spaventare, di manipolare l’opinione pubblica, di promuovere con la violenza un “ritorno all’ordine”. E quei crimini sono effettivamente serviti per costruire un mondo più ingiusto, ipocrita e violento. Oggi è importante ricordare che lo stragismo fu di Stato. Non solo contro tutti i tentativi di depistaggio e di revisionismo, ma soprattutto perché la memoria diffusa è l’unico antidoto contro la possibilità che certi eventi possano ripetersi.

Per questo, in occasione dell’anniversario della strage di stato del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna, vogliamo ribadire, con Pasolini, che noi sappiamo e non dimentichiamo. Vogliamo ribadirlo soprattutto oggi che la repressione della diversità, delle lotte sociali, dei desideri di liberazione, dei diritti delle persone si fa sempre più violenta. E non intendiamo essere complici di chi, ancora una volta, utilizzerà l’anniversario di una strage per sdoganare il proprio criminale revisionismo e negare le complicità con il fascismo di ieri e di oggi.

Invitiamo le donne e gli uomini che considerano la memoria e l’antifascismo valori etici irrinunciabili a lasciare, dopo il suono della sirena alle 10.25, il piazzale della stazione e proseguire con noi nel “corteo della memoria” verso piazza dell’Unità.

Antifasciste e antifascisti
(riunite e riuniti in assemblea il 27 luglio)

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Spettacoli e interventi del Festival sociale delle culture antifasciste


I video integrali di alcuni degli spettacoli del Festival sociale delle culture antifasciste tenutosi a Bologna dal 29 maggio al 2 giugno sono disponibili in questa pagina archive:

Rita Pelusio
Un’improvvisazione della bravissima Rita Pelusio durante l’ultima serata del festival delle culture antifasciste del 2009.

Catechesi di liberazione
Mikamale Teatro presenta: catechesi di liberazione di e con Mikaela Cappucci altre informazioni qui: http://fest-antifa.net/teatro/micamale-teatro

Verona caput fasci (video 1, video 2)
Il 14 luglio del 1995 il Consiglio Comunale di Verona, caso unico in Europa, rigetta la Risoluzione di Strasburgo, dichiarando l’omosessualità “contro natura”. I politici locali nel corso del dibattito in aula pronunciano frasi pesantissime contro l’omosessualità, l’aborto e l’emancipazione femminile. Nel 2008 il “virus veronese” percorre l’Italia e a Verona, il 1 maggio, un gruppo di fascisti uccide Nicola Tommasoli…

Il paese della vergogna
Da Piazza Fontana a Giorgio Ambrosoli, dalla morte di Fausto e Iaio a Piazza della Loggia, Daniele Biacchessi racconta misteri, omicidi e stragi in un’Italia che sembra ormai vivere in una perenne rimozione forzata. Altre info http://fest-antifa.net/teatro/paese-della-vergogna

Mai morti (trailer, video)
“Mai morti”, di Renato Sarti, recitato da Bebo Storti, porta in scena gli orrori dei delitti della Decima Mas negli anni della repubblica di Salò, ricordano i nomi e il martirio di alcune delle vittime. La narrazione si spinge poi al dopoguerra, ricordando i legami che diversi esponenti della Decima Mas hanno conservato per decenni con gli ambienti dei servizi segreti deviati, entrando a vario titolo nelle inchieste su alcuni dei passaggi più oscuri e torbidi della vita della Repubblica…

Intervento di Insurgent City di Parma

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[Massa] Provocazione delle SSS


Sabato notte a Massa – nella zona di Partaccia dove si svolgeva la festa del giornale «Resistenza» – si sono verificati scontri tra ronde di destra e ronde antifasciste. L’episodio è avvenuto nell’ambito della «ronda proletaria antifascista» promossa dall’ASP (Associazione solidarietà proletaria) e dalla Federazione toscana dei CARC (Comitati di appoggio alla Resistenza per il Comunismo), in risposta alla ronda di estrema destra delle SSS (Soccorso Sociale e Sicurezza) che ha già svolto a Massa iniziative di pattugliamento xenofobo.
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Torna a casa, Pound


Nel dicembre scorso CasaPound aveva cercato di appropriarsi – sotto il segno ambiguo della «letteratura eretica» – di Luciano Bianciardi, lo scrittore che precorse la rivolta del ’68 e che si batteva nella Vita agra per l’abolizione della patria, della famiglia, del lavoro e del profitto. Ops
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[Verona] Corteo in memoria di Nicola: undici indagati e perquisizioni


Nella mattina del 23 luglio si sono svolte 15 perquisizioni della Digos nelle abitazioni di alcuni partecipanti al corteo organizzato a Verona il 17 maggio 2008 dopo il pestaggio e la morte di Nicola Tommasoli per mano di una ronda neofascista di ultrà dell’Hellas.
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[BO] Rivolta al Cie di via Mattei


Si è conclusa con due arresti e cinque agenti feriti la rivolta scoppiata nel Cie (ex Cpt) di via Mattei alla periferia di Bologna. In manette sono finiti due detenuti marocchini che erano in attesa di essere identificati ed espulsi.
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[bo] 27/07 – Assemblea: Che fare il 2 Agosto?

Nelle piazze degli anni Settanta si denunciavano le "stragi di stato" gridando slogan come «Le bombe nelle piazze, le bombe nei vagoni, le mettono i fascisti, le pagano i padroni» oppure «Piazza della Loggia, Piazza Fontana: mano fascista, regia democristiana».

Oggi solo la prima parte di questi slogan comincia a essere una verità riconosciuta – a denti stretti – dai governanti attuali. «Alcune di quelle bombe erano di destra», ha dichiarato il senatore Maurizio Gasparri a fine maggio. Adesso che i conti giudiziari hanno visto archiviazioni e assoluzioni degli esecutori materiali, lo stato cerca di cancellare il ricordo dei mandanti. «In quella che è stata definita la galassia neofascista», ha dichiarato ancora Gasparri, «c’era qualche mente bacata, che immaginando chissà quale palingenesi folle, pensava che si potesse realizzarla a colpi di scure». Non dunque una strategia delle stragi, un uso calcolato della violenza, ma solo qualche «mente bacata»…

Le dichiarazioni di Gasparri, così come tanti libri recenti scritti da postfascisti (ad es. "Il sangue e la celtica" di Nicola Rao o "Io, l’uomo nero" di Pierluigi Concutelli), tendono ad accreditare una verità dimezzata: furono alcune «menti bacate» neofasciste a promuovere la "strategia della tensione" e la violenza stragista degli anni Settanta. La posta in gioco è oggi quella di nascondere e far dimenticare i mandanti e la finalità delle stragi: la loro genesi nelle istituzioni opache dello Stato italiano, dimostrata in tanti processi.

Dalla strage di piazza Fontana del 1969 fino a quella di Bologna del 1980, l’Italia ha sperimentato infatti una lunga "strategia delle stragi" condotta da uomini degli apparati dello Stato e da neofascisti da essi personalmente organizzati, indirizzati, finanziati e protetti. Quelle bombe contribuirono a reprimere il movimento operaio e studentesco: il loro scopo era quello di spaventare, di manipolare l’opinione pubblica, di promuovere con la violenza un "ritorno all’ordine". E quei crimini sono effettivamente serviti per costruire un mondo più ingiusto, ipocrita e violento.

Oggi è importante ricordare che lo stragismo fu di Stato. Non solo contro tutti i tentativi di depistaggio e di revisionismo, ma soprattutto perché la memoria diffusa è l’unico antidoto contro la possibilità che certi eventi possano ripetersi.

Crediamo pertanto che il 2 agosto sia importante una presenza di piazza autorganizzata e di base: con uno spezzone nella manifestazione ufficiale, e/o con un’iniziativa autonoma il pomeriggio-sera come era stato proposto l’anno scorso.

Crediamo che si tratti di ribadire la lunga storia della violenza statale soprattutto oggi che la repressione della diversità, delle lotte sociali, dei sogni di libertà, dei diritti delle persone si fa sempre più violenta.

Per questo invitiamo tutt* – persone, collettivi, realtà sociali – a discutere in assemblea cosa fare il 2 agosto e come farlo e proponiamo di trovarci

lunedì 27 luglio h. 21
presso il Circolo Berneri

di Piazza di Porta S. Stefano 1.

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Se ad essere ucciso è “uno sporco negro” non è razzismo…


A quasi un anno dall’omicidio di Abdul Salam Guibre, detto Abba, massacrato a colpi di spranga e bastone il 15 settembre scorso a Milano, arriva la sentenza: 15 anni per omicidio volontario, non essendo stata ritenuta dal pm l’aggravante dell’odio razziale. Quella notte due baristi, padre e figlio, inseguirono con spranghe e bastoni tre ragazzi che avevano rubato un pacco di biscotti urlando “negri di merda”, “dove vai cioccolatino” e “sporco negro”. Ma il razzismo non c’entra …

Del resto all’epoca dei fatti lo stesso vice sindaco De Corato aveva affermato che la matrice razziale non c’entrava, tesi ribadita in diretta televisiva a Porta a Porta da Silvio Berlusconi: “la questione razziale e il colore della pelle non c’entrano nulla”, semmai il problema andava individuato nella “politica delle porte aperte” che “ha portato a far sentire gli italiani meno sicuri”. Insicurezza in nome della quale è legittimo (per gli italiani ben inteso) difendere con ogni mezzo la propria “proprietà” (che sia un pacco di biscotti o le cosiddette “nostre donne” poco importa), soprattutto quando questa viene insidiata da uno “sporco negro” (o da un “rumeno”).

In fondo, come ebbe a dire a caldo il segretario provinciale della Lega Nord Romagna, Piero Fusconi, quei tre ragazzi che avevano “violato la legge … una lezione se la sarebbero meritata” e che questo omicidio era stato uno “spiacevole inconveniente” del quale chi come Abdul si sarebbe posto fuori dalla legge “non ha diritto di lamentarsi”. I familiari di Abba invece continuano ad esercitare il loro sacrosanto diritto a lamentarsi, denunciano la pena inflitta ai due imputati come troppo bassa e soprattutto ribadiscono il peso che la componente razziale ha avuto nella ferocia dell’omicidio.

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[Parma] Video della festa antifascista dell’8/07


A Parma continua la battaglia del Comitato Antifascista Montanara che, dopo aver consegnato 1300 firme in comune per chiedere la chiusura della sede di CasaPound, ha organizzato una festa di controinformazione e musica in quartiere. Ecco un breve video della Serata Popolare Antifascista dell’8 luglio 2009 al Quartiere Montanara.

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Le Camicie verdi dal fascismo alla Lega


Le Camicie verdi dal fascismo alla Lega
di Saverio Ferrari (dal Manifesto)

Quando nel maggio 1996 la Lega Nord decise di istituire le Camicie verdi, l’On. Domenico Gramazio della direzione nazionale di Alleanza nazionale così commentò la notizia: “Bossi non sa che le Camicie verdi appartengono alla storia e alla tradizione del vecchio mondo attivistico della destra italiana. Apparvero per la prima volta nel 1953 ai funerali del maresciallo d’Italia Rodolfo Graziani. È proprio con le Camicie verdi che nel lontano 1956 l’allora segretario giovanile del Movimento sociale italiano, Giulio Caradonna, preparò il famoso attacco alle Botteghe Oscure, al quale parteciparono con la camicia verde, fra gli altri, Vittorio Sbardella, Mario Gionfrida, Romolo Baldoni e tanti altri attivisti dell’Msi”. Continue reading

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