CasaPound, il volto attraente dei nuovi fascisti

Ripubblichiamo da Umanità Nova, n. 33 del 19 ottobre 2008,
anno 88
un approfondimento sulle origini e l’organizzazione dell’associazione neofascista CasaPound Italia

Molto è stato detto e scritto su Forza Nuova, sul loro
impianto fortemente nostalgico e identitario, sul richiamo al fascismo
rumeno, sulla sua forte impronta familista e fondamentalista cattolica.
Fascisti duri e puri, tradizionalisti, abbastanza fuori dalla nostra
epoca per non attecchire oltre lo 0,3% di elettori che ha racimolato
alle ultime consultazioni politiche.
Ma un altro orientamento fascista è ormai venuto alla luce.
Quello che nelle parole dei suoi principali animatori si chiama
fascismo del terzo millennio.
Occorre andare per ordine, e tornare alla scorsa primavera, quando il
Movimento Sociale – Fiamma Tricolore di Luca Romagnoli, partito di
coloro che nel 1995 rifiutarono la svolta di Fiuggi dell’allora leader
MSI Gianfranco Fini, si trovava a dibattere dell’insoddisfacente esito
elettorale dell’alleanza con La Destra di Francesco Storace e Daniela
Santanché:  poco più del 2%  di voti , nessun
deputato eletto alla Camera.
La ricetta di Romagnoli e dei suoi fedeli si delinea in poche
settimana: rottura con Storace, avvicinamento al PDL di Berlusconi e
Fini. Ma un componente della segreteria nazionale è di diverso
avviso. Trattasi di Gianluca Iannone.
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Bologna: «La normalità non esiste». Tre giorni di dibattiti contro la repressione e l’autoritarismo

Ripubblichiamo da Umanità Nova, n. 33 del 19 ottobre 2008,
anno 88
un report della Tre Giorni GLBTQ tenutasi a Bologna steso dalla redazione bolognese

Oggi l’autoritarismo non fa leva solo su violenze eclatanti. Vi sono
anche eventi minimi, giornalieri, continui, capillari, che non fanno
scalpore, ma che rafforzano il processo repressivo di disciplinamento
sociale. Arroganza, perbenismo, razzismo, sessismo, omofobia,
familismo, integralismo cattolico, "legalità & sicurezza"
alimentano una cultura di massa dell’odio e della discriminazione.
Perché il fascismo, per affermarsi, ha bisogno non solo di
aggressioni stupri e omicidi, ma anche di tornare ad essere cultura di
massa aggressiva e prevaricatrice, agita da gente "normale" e
"rispettabile". Senza ciò, anche lo squadrismo neofascista
perderebbe gran parte della sua efficacia.
Proprio per discutere questo ordine di fenomeni – tanto più
pericolosi quanto più invasivi – si è tenuta a Bologna
una tre giorni di gay lesbiche e trans «contro la repressione, la
normalizzazione e le nuove forme di disciplinamento dei corpi»,
organizzata da Facciamo Breccia, Antagonismogay, Fuoricampo,
Coordinamento trans "Sylvia Rivera".
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Solidarietà ai compagni aggrediti


AGGRESSIONE FASCISTA A PAVIA

Mercoledì 15 ottobre al CSA Barattolo di Pavia si è svolta una serata di musica e balli contro le ordinanze “anti-bivacco”, organizzata dal Collettivo Universitario Autonomo. Fin dall’inizio sono state segnalate davanti alla vicina sede di Forza Nuova continue intimidazioni nei confronti di quanti si stavano recando alla festa. I provocatori sono presto passati dalle parole ai fatti: costoro hanno aggredito tre giovani pavesi, colpendone al volto uno. Quattro persone sono sopraggiunte nel tentativo di soccorrere il ragazzo ferito. Gli aggressori, dopo essersi armati di spranghe, mazze chiodate e tirapugni recuperati all’interno della sede, si sono scagliati con violenza contro gli amici dell’aggredito, colpendoli ripetutamente. Le sette persone picchiate sono state trasportate al pronto soccorso: le prognosi sono comprese tra i 7 e i 15 giorni. Leggi la notizia per intero su ECN antifa e la rassegna stampa sul sito del CSA Barattolo. I feriti sono stati trattenuti in questura per 7 ore, fino alle 9.30 del mattino seguente, costretti a sedersi per terra, a urinare nelle celle e a vedere invece i loro aggressori accompagnati cordialmente negli uffici e ai bagni della questura.

Ieri sera oltre 200 pavesi hanno partecipato al presidio davanti alla sede del partito neofascista Forza Nuova, per reagire all’ennesimo agguato di mercoledì notte e chiedere l’immediata chiusura della sede fascista. La risposta della Questura è stata la cospicua militarizzazione della zona a dimostrare che oggi, per loro, il pericolo è quello della vigilanza antifascista: non quelli che sprangano, non quelli che incitano alla violenza e all’odio razziale, ma quelli che – solo perché vogliono passare il tempo libero dal lavoro e dallo studio in socialità – si ritrovano con le teste rotte e i nasi fratturati. Vedi il Comunicato stampa del CSA Barattolo.

Solidarietà ai compagni aggrediti

Intanto Forza Nuova annuncia riferendosi agli "stranieri": “useremo i fucili”.

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Due giorni antifa a Faenza


“CIAO BELLA”
DUE GIORNI CONTRO FASCISMI E REPRESSIONE

VENERDÌ 7 e SABATO 8 NOVEMBRE 2008
c/o C.S.A. CAPOLINEA – FAENZA

“… era poco più che un bambino. Teneva in spalla la fisarmonica come un guerriero tiene in spalla il kalashnikov. Forse aveva voglia di ucciderci tutti, con le nostre facce da cittadini di serie A, da bravi studenti, da consolidati borghesi.”

VENERDÌ 7/11

In prima serata (20.30 circa) …proiezioni:
A Forza di Essere Vento. Lo sterminio nazista degli “zingari” (2005)
La colonna senza fine. L’odissea dei rom rumeni di Craiova a Bologna dal 2002 ai giorni nostri (2008)
A seguire… concerti di musica dal sud (est…) del mondo con:
LECHAIM ENSEMBLE
FABIO CIMATTI TRIO

SABATO 8/11

Dal tardo pomeriggio… (ore 17.00 circa)
ASSEMBLEA APERTA: confronto/dibattito sull’attuale deriva razzista e xenofoba

Sentiamo forte l’esigenza di creare un momento di discussione partendo da un confronto sulla preoccupante ondata repressiva istituzionale che si sta prepotentemente abbattendo su rom e migranti in genere. Contro ogni forma di ipocrita “integrazione” istituzionale e contro ogni tentativo di DISintegrazione della diversità etnica e culturale, creiamo un momento di incontro, quantomeno concreto, per ritrovarsi assieme nella speranza che possano svilupparsi spunti di riflessione e di azione sul territorio.

Ore 21.30 circa: rappresentazione teatrale Compagnia BRIACABANDA in
LA BANDA CORBARI – Iris e Silvio storie di vite partigiane

“… È la notte tra il 17 e il 18 agosto 1944… piove… c’è il presentimento di qualcosa che deve accadere… si parla di un tradimento… chi ha detto ai fascisti dove si nasconde Corbari? Iris è immobilizzata, si è ferita ad una gamba alcuni giorni prima maneggiando un mitra. Sono le prime luci dell’alba quando i fascisti partiti da Castrocaro giungono nell’aia di Ca’ Cornio. È proprio Maria, la sorella di Silvio ad accorgersi, della presenza dei fascisti… Esce dal granaio, dove stava dormendo insieme ad altre ragazze, appartenenti alla famiglia di Pompignoli… e così, mezza nuda, cerca di raggiungere la casa dove Silvio e Iris stavano dormendo… ma un tedesco la raggiunge e le chiede dov’è Corbari… Maria urla: “Silvio, scappa scappa… ci sono i fascisti”… Silvio, dalla casa, le grida… “scappa Maria… scappa…”

A seguire
LIMONCHIKI concerto folk etnico
e…
disco trash con Jeanluk dj resident… o quasi…

Durante la due giorni: proiezioni no stop di video e filmati sul popolo tzigano, infoshop e banchetti informativi, Banchetto dell’Evasione: supporta la biblioteca dell’evasione portandoci libri/riviste/fumetti e cerca nel banchetto ciò che ti interessa (rigorosamente a offerta libera!), CIBO per tutti!!

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Il “compagno” Fini


Il “compagno” Gianfranco Fini continua a erodere il disastrato comparto elettorale del cosiddetto centrosinistra. Dopo essersi dichiarato antifascista, ora Fini fa professione anche di strenuo antirazzismo. Intervenendo a un convegno ha infatti dichiarato: «Occorre impedire il prodursi di fenomeni di razzismo e xenofobia che nel nostro paese tendono purtroppo ad aumentare». E la colpa – ha aggiunto – è dei datori di lavoro italiani «che, lo dico in modo papale papale, a volte sono degli autentici sfruttatori degli immigrati». Pertanto, dinanzi al fenomeno migratorio, il primo obiettivo è «la lotta allo sfruttamento e al lavoro nero» per «la costruzione di una convivenza all’insegna del dialogo, dello scambio, dell’incontro e al riparo da tensioni, dall’intolleranza e dalla discriminazione».

Qualcuno potrebbe forse pensare che la nuova fidanzata gli abbia fatto bene (per Wilhelm Reich, infatti, la propensione al fascismo e al razzismo deriva da un impedimento dell’energia orgasmica). Ma c’è anche un’altra spiegazione. Nel romanzo 1984 di Orwell, il Partito Unico fa risuonare ovunque gli slogan indiscutibili della «neolingua», che non deve più nominare la realtà, ma solo piegarsi al potere e distruggere ogni significato: «la guerra è pace», «la libertà è schiavitù», «l’ignoranza è forza». Distruggere i significati è un’operazione necessaria a ogni regime autoritario. Altrimenti le persone potrebbero anche parlarsi e capirsi.

Del resto Gianfranco Fini non solo è presidente della camera, ma è anche il coautore della legge razzista Bossi-Fini che ha legittimato sfruttamento e morte per i migranti. Così come il presidente Napolitano, oggi allarmato dal razzismo crescente, è il coautore della precedente legge razzista, la vergognosa Turco-Napolitano, votata a suo tempo da un’ampia schiera di forze parlamentari: da AN ai DS, a Rifondazione e ai Verdi. Non diremo che questi “legislatori” hanno le dita sporche di sangue (potrebbe sembrare vilipendio); ma certo sono indirettamente responsabili delle carrette del mare, delle migliaia di migranti che non possono entrare in Italia civilmente e che pagano venti volte il costo di un biglietto aereo per finire sul fondo del mare. Sono responsabili dell’estrema ricattabilità dei lavoratori migranti e, per conseguenza, di tutti i lavoratori. Sono responsabili di leggi che, per la prima volta dopo le leggi razziali di Mussolini, hanno introdotto nel nostro paese una discriminazione palese, di chiara marca razzista, tra migranti e nativi: anzi, «norme più dure delle leggi razziali» (“Repubblica”, 6/10/05). Sono responsabili di una martellante campagna d’informazione che ha voluto far credere che ondate di “barbari” si stessero intrufolando nel nostro paese per rubarci il lavoro, la casa, e portare malattie.

È dal 1998 che in Italia ci sono leggi razziali. Sono dieci anni. Ma solo oggi che i migranti si stanno organizzando, che scendono nelle piazze, che dimostrano di essere un baluardo di civiltà, questi governanti eredi della cultura fascista cercano di ammantarsi di belle parole e fare esattamente come prima, come sempre. Ogni omicidio di giovani di sinistra è una “rissa tra balordi”. Ogni aggressione fascista è “senza motivazioni politiche”. Ogni pestaggio contro gli immigrati “non è razzismo”.

Diciamolo in modo papale papale: le vostre parole, "compagno" Fini, sono sempre servite a nascondere la vostra violenza.

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CasaPound a Pistoia


Sabato 18 ottobre apre a Pistoia la sede di CasaPound Italia, tra l’altro in un quartiere popolare dalla spiccata attitudine antifascista.

In piazza San Lorenzo, a poca distanza dalla nuova sede fascista, la Rete antifascista e il comitato San Lorenzo organizzano una festa con musica, infopoint autogestito (porta ciò che vorresti leggere), merenda autogestita e mostra antifascista. Come al solito i camerati converranno da un’ampia zona e i compagni pistoiesi chiedono la più larga partecipazione possibile.

Per più informazioni: Anarchici Pistoiesi


Tra le tante persone in piazza San Lorenzo, a manifestare c’era anche Marcello Ieri, un ex partigiano della Brigata Bozzi. «Avevo 16 anni quando combattevo contro il fascismo: abbiamo rischiato la vita per qualcosa di grande, non per arrivare dopo mezzo secolo a vedere queste cose».

Vedi il resoconto del “Tirreno” su aut aut.

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Storace contestato a Ravenna


Comunicato Rete antifascista Ravenna

Domenica 12 ottobre la Rete antifascista di Ravenna ha contestato la venuta in città di Storace che con una iniziativa contro l’apertura di una moschea in città, insieme a Lega Nord, Forza Italia e lista civica stanno alimentando l’odio razzista contro gli immigrati. Storace è stato accolto da uno striscione: “più diritti agli immigrati, fascisti e razzisti vanno cacciati”, slogan e speakeraggio.

Non accettiamo e combattiamo le forze fasciste e razziste che stanno soffiando sul vento del razzismo per dividere i lavoratori italiani da quelli immigrati perché poi i padroni possano meglio poter sfruttare entrambi negando e togliendo diritti.

Sosteniamo la necessità del diritto alla cittadinanza per tutti gli immigrati che nel nostro paese sono schiavizzati e ammazzati sui luoghi di lavoro per mano padronale. Contro la proposta del reato di clandestinità sosteniamo la lotta degli immigrati che oggi sono colpiti duramente da un sistema moderno fascista di stato di polizia che ha alimentato l’odio razziale, che reprime costantemente chiunque lotti e cerchi di affermare i propri diritti. Uno stato di polizia moderno fascista che ha sparso il cancro del razzismo fino a portare all’omicidio del giovane Abba a Milano e che legittima e protegge le torture poliziesche nei confronti degli immigrati.

RAF Ravenna
(da Indymedia ER)

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Noi non abbiamo paura


Alla tre giorni LGBTIQ di Bologna, fra tanti interventi di analisi e di denuncia, è stato letto un testo molto bello e importante, che ripubblichiamo da Message in the bottle.

Noi non abbiamo paura

La senti? Quella stretta che sale dallo stomaco fino a chiudere le vene nel cervello? Quello sbalzo di pressione nello sterno che ti fa voltare mentre cammini da solo in una splendida notte estiva? Quell’istinto indotto che ti fa guardare storto il ragazzo che passa dall’altra parte della strada. È la paura. La senti?

Eppure fino a ieri non la sentivi, non ne sentivi alcun bisogno. Eppure è lì, e non sai com’è nata nella tua testa. Fino a ieri non avevi paura di camminare per strada, non avevi paura di offrire da accendere a qualcuno alla fermata del bus, non sceglievi quale strada percorrere in base alla presenza di un lampione. Invece adesso capita. Ma è cambiato qualcosa? Qualcosa di cui non ti sei accorto e che ha fatto nascere la paura?

No. La verità è che non è cambiato niente. La verità che i ritornelli rimangono in testa molto di più che i ragionamenti. La verità è che è difficile spiegarti perché vivi peggio se non per colpa di qualcuno per strada. La verità è che la paura non ti serve. Serve a qualcun altro.

Allora il punto è proprio questo. Perché dovresti aver paura? Cos’hai da perdere? Cos’hai che qualcuno ti vorrebbe portare via? Niente. Allora forse la paura serve a renderti codardo, a renderti malleabile, a farti accettare quello che non accetteresti a mente fredda. La paura è una merce di scambio: io mi prendo la tua paura, ma tu mi regali la tua libertà e la tua dignità. Un tre per due taroccato in cui ci rimetti solo tu.

Noi non abbiamo paura. Non abbiamo paura perché sappiamo vedere la verità nelle strade e nelle persone intorno a noi. Non abbiamo paura perché non vogliamo arrenderci. Non abbiamo paura perché abbiamo spento la televisione e abbiamo ricominciato a parlare. Non abbiamo paura perché di paura si nutre il potere. La paura ti mangia il cuore e ti spegne il cervello.

Noi vogliamo avere coraggio. Perché quando ti raccontano che tutto è finito, che sei circondato dalla ferocia, dalla crudeltà e dalla follia, dalla notte, la verità è che c’è sempre un po’ di luce, una fioca stella che illumina anche il cielo più oscuro. Noi non abbiamo paura della nostra vita, abbiamo paura della vita che vorrebbero per noi, dell’odio che spargono per confonderci le idee, della nebbia che impedisce di riconoscere il tuo simile e che facilita il compito ai veri carnefici.

Non è difficile. Basta aprire gli occhi. E guardare dritto davanti a sé.
Fino all’orizzonte.

(Per gentile concessione: Collettivo Autistici-Inventati
http://www.inventati.org
http://www.autistici.org )

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Conoscere il passato per cambiare il futuro


Che l’emanazione delle leggi razziali nel 1938 non sia stata una "parentesi" fortuita, né tanto meno una concessione all’alleato nazista, bensì una componente essenziale e di lungo periodo del fascismo italiano, è un’acquisizione ormai pacifica in ambito storiografico (basti pensare agli studi recenti di Emilio Gentile, Enzo Collotti, Michele Sarfatti, Alberto Burgio, e a L’offesa della razza: razzismo e antisemitismo dell’Italia fascista, a cura di Riccardo Bonavita, Gianluca Gabrielli e Rossella Ropa). A ribadirlo, esce ora anche un volume su «La difesa della razza». Politica, ideologia e immagine del razzismo fascista di Francesco Cassata (recensito sul supplemento culturale del “Manifesto” dell’11/10).

Recentemente, esponenti di AN hanno cercato di distinguere le leggi razziste del Ventennio dai presunti “elementi positivi” del regime fascista. Ma questa è una bugia ipocrita che serve solo a coprire le rinnovate politiche razziste del governo. Anzi, razzismo e omofobia sono in Italia un’eredità specifica del fascismo. Lo dimostra ampiamente anche il libro Il nemico dell’uomo nuovo. L’omosessualità nell’esperimento totalitario fascista di Lorenzo Benadusi, che analizza il progetto fascista di un totalitarismo biologico “virile”, familistico e procreativo: «Un progetto destinato a svanire con la fine del regime, ma che aveva coinvolto per due decenni milioni di italiani. Così, nonostante il fallimento dell’esperimento totalitario, il fascismo contribuì a radicare il pregiudizio omofobico nella coscienza comune e l’eredità di questo atteggiamento avrà effetti duraturi sulla società italiana».

Insomma, le leggi razziali sono vive ancor’oggi nello squadrismo razzista, omofobo e sessista! Sono vive nel razzismo di stato, nei CPT, nei pestaggi di migranti, negli stupri “punitivi”, nel consenso implicito dei benpensanti e degli equidistanti (ad esempio l’Università Cattolica di Milano), nei cori fascisti degli stadi (come gli ultras italiani a Sophia). Conoscere il passato vuol dire cambiare il futuro! Non passeranno!

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Compagni APA Genova sotto processo per rapina


Come si apprende da Indymedia Liguria, il 2 ottobre si è svolta al Palazzo di Giustizia di Genova la prima udienza del processo che vede imputati due compagni dell’Assemblea Antifascista Permanente di Genova accusati di “rapina a mano armata” per avere allontano nel corso di un presidio antifascista nel quartiere popolare di Bolzaneto, l’estate dello scorso anno, alcuni neofascisti che avevano ripetutamente provocato i partecipanti al presidio facendo il saluto romano. La perdita di un monile raffigurante una croce celtica durante l’allontanamento e l’ipotetica presenza di una qualche “arma” da parte di uno dei compagni, spiegherebbero questa accusa assurda. Ancora più assurda se si considera il crescendo impressionante di aggressioni fasciste che si susseguono quasi quotidianamente in Italia e che hanno, per chi ha la sfortuna di esserne l’oggetto, conseguenze gravi e talora mortali.

Sempre a Genova, in seguito a un presidio antifascista contro il corteo di Forza Nuova del maggio del 2007, 15 antifascisti avevano già subito perquisizioni e denunce. Ora sono state notificate loro 15 ingiunzioni di pagamento di duemila euro a testa come risarcimento per la mutua/infortunio di un poliziotto.

Esprimiamo la nostra solidarietà ai compagni/e dell’Assemblea Permanente Antifascista di Genova e condanniamo le continue faziosità giudiziarie contro chi pratica i valori dell’antifascismo.

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