Pride lesbico-gay-bi-trans-queer di Roma: bus da Bologna


A quattro giorni dal Pride lesbico-gay-bi-trans-queer di Roma, il percorso non era stato ancora autorizzato. Il comitato promotore della manifestazione, nella conferenza stampa di oggi 9 giugno, aveva comunque dato appuntamento per sabato 13 giugno in piazza Esedra/Repubblica. Inutile ribadire l’importanza di non arretrare e di rivendicare la piena agibilità politica per tutti/e.

È di poco fa la notizia che il Gay Pride, in programma sabato 13 giugno, sfilerà da piazza della Repubblica a piazza Navona. La Questura ha autorizzato il percorso richiesto dal Circolo Mario Mieli. L’appuntamento è alle 15.30, con partenza alle 16.30. Si sfilerà lungo via Cavour, via Mangianapoli, via dei Fori Imperiali, con arrivo in piazza Navona.

Per chi vuole venire al Pride da Bologna: bus dall’Autostazione, corsia 25, partenza sabato mattina ore 7.30, costo 15.00 euro a/r.

Prenotazioni: al MIT, via Polese 15 dalle 10.00 alle 14.00, tel. 051 271666, oppure per mail a info at fuoricampo pt net o al 3391408010.

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Successo elettorale dei neonazisti ungheresi


Mentre in Italia la ministra Brambilla fa il saluto romano, la Lega Nord prospera con la propaganda xenofoba e operatori della Protezione civile in Abruzzo esibiscono la scritta “Io sono Hitler”, anche in Europa le istituzioni si tingono di nero.

In Ungheria ampia affermazione dei neonazisti: si attesta infatti al 14,77% il Partito Jobbik associato alla forza paramilitare Magyar Gàrda protagonista di aggressioni ripetute a rom, gay, ebrei e stranieri (e la Magyar Gàrda fu inizialmente registrata come “associazione culturale”… ricorda qualcosa?).

Jobbik è una filiazione del partito di destra FIDESZ che già di suo ha ottenuto oltre il 56% dei voti, e ha quindi vinto nettamente le elezioni in Ungheria. Continue reading

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Una lettera di donne contro le politiche migratorie


Riceviamo e pubblichiamo una lettera pubblica di protesta in occasione dell’incontro tra Gheddafi e 700 donne italiane, scritta da alcune donne per condannare gli accordi tra Italia e Libia sulle politiche migratorie e i crimini contro i migranti che cercano di approdare in Europa.

Al Leader della Gran Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista
(Per conoscenza, alle e ai rappresentati del governo italiano e dell’Unione europea)

Gentile Muammar Gheddafi,

noi non facciamo né vogliamo far parte delle 700 donne che lei ha chiesto di incontrare il 12 giugno durante la sua visita in Italia. Siamo, infatti, donne italiane, di vari paesi europei e africani estremamente preoccupate e scandalizzate per le politiche che il suo Paese, con la complicità dell’Italia e dell’Unione europea, sta attuando nei confronti delle donne e degli uomini di origine africana e non, attualmente presenti in Libia, con l’intenzione di rimanervi per un lavoro o semplicemente di transitarvi per raggiungere l’Europa. Continue reading

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[BO] Primo consuntivo del Festival


Ripubblichiamo da “Umanità Nova” n. 22 del 7 giugno 2009 un primo breve consuntivo del Festival sociale delle culture antifasciste, un esperimento straordinario e molteplice che ha cercato di leggere la crisi attuale per aprire nuovi orizzonti di lotta sociale antifascista. Affollatissimo, esuberante e quasi caotico, il Festival lascia dietro di sé un’eredità di gioia, analisi, metodologie, dibattiti, punti d’incontro e linee d’azione che si tratta ora di far vivere anche negli ambiti locali e nelle pratiche di ogni giorno.

Bologna. Festival sociale delle culture antifasciste

Non vi è dubbio che il festival sociale delle culture antifasciste in corso a Bologna fino al 2 giugno sia la dimostrazione che autorganizzarsi è possibile, efficace e coinvolgente.

Non era certo una scommessa da poco allestire una cinque giorni di incontri, dibattiti, presentazioni di libri, workshop, tavole rotonde, rassegne di fumetti, mostre fotografiche, concerti, video, poesia, spettacoli teatrali per ricollocare l’antifascismo al centro del nostro presente sempre più inquietante e autoritario. Senza contare poi il bar, la libreria, il media center, il ristorante, il campeggio. Già verso le 11 di sabato sera, nelle cucine era sensibile l’entusiasmo per aver fronteggiato 7-800 persone mettendole tutte a tavola con un menù ottimo, vario e a buon mercato.

Ciò è stato reso possibile dalla collaborazione e dalla solidarietà di tutte le realtà sociali bolognesi, senza sigle, senza sciocche autorappresentazioni, persone tra persone: “una rete informale di uomini e donne, singoli, gruppi, associazioni e movimenti che si riconoscono nei valori dell’antifascismo”. E il principio dell’autorganizzazione ha portato anche a sperimentare pratiche nuove come il “servizio di tranquillità”, non solo per autodifesa di fronte a eventuali provocazioni, ma soprattutto per rendere evidente la natura antisessista e non omo/lesbo/transfobica del festival attraverso un lavoro comunicativo fatto di striscioni, volantini, cartelli, messaggi ironici e stranianti appesi ovunque: uno spazio pubblico diverso e opposto rispetto a quello sessista e omofobo della pedagogia televisiva e pubblicitaria.

Tra pioggia e sole, dentro questi spazi si è andata dispiegando una complessa trama di saperi, esperienze, testimonianze e prospettive di lotta, per legare il passato al presente, la memoria storica del totalitarismo fascista e la lotta contro l’attuale democrazia autoritaria, razzista, sessista. Non è davvero facile riassumere la molteplicità dei dibattiti e delle analisi, anche per il metodo organizzativo decentrato e aperto che ha coinvolto quanti si riconoscono nella cultura e nei valori dell’antifascismo, entro un calendario ricchissimo di eventi e iniziative. Quel che risulta certo è che oggi l’antifascismo non costituisce affatto un residuo logoro del passato, ma un campo vivo di pratiche e di resistenze diverse ai processi di disciplinamento sociale, nella scuola, sul lavoro, nel privato, nella famiglia, nella società. Si tratta di sperimentare l’antifascismo del XXI secolo.

In vari dibattiti tendevano ad emergere due ipotesi differenti di pratica antifascista: un antifascismo democratico – articolato sul rigore storiografico, sulla controinformazione, sulla denuncia delle collusioni attuali tra neofascisti e destra istituzionale, sui valori costituzionali – e un antifascismo sociale – che mette in primo piano invece il vissuto, lo sfruttamento, le lotte di resistenza alle diverse forme di autoritarismo, la contrapposizione concreta, corporea all’avanzare di un regime sempre più oppressivo. Oggi il festival delle culture antifasciste ha dimostrato che questi due orientamenti possono dialogare e arricchirsi l’un l’altro, estendendo la rete delle solidarietà, diffondendo l’urgenza di mobilitarci dinanzi ai progetti reazionari e “nostalgici” del capitale e del patriarcato, coinvolgendo chi è discriminato, oppresso e sfruttato in un nuovo sogno di liberazione.

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[BO] Scritte neofasciste sul sacrario della Resistenza e sulla lapide delle stragi


Bologna, 5 giugno 2009. Infami scritte inneggianti al duce e a Licio Gelli sono state apposte nottetempo sul Sacrario dei Caduti della Resistenza in Piazza Nettuno, la teca che contiene le oltre duemila foto dei resistenti emiliani.

Una scritta “W la P2 W Gelli”, firmata con la croce celtica, è stata tracciata sulla lapide che ricorda le vittime delle stragi neofasciste del 1974 e del 1980. Ed è comparso anche il simbolo nazifascista di Ordine Nuovo. I giornali parlano di “vandalismo”, ma si tratta invece di una rivendicazione esplicita della violenza fascista e del golpismo e stragismo neofascista.

Dura la condanna dell’Anpi, “un miserabile gesto oltraggioso ai danni del patrimonio civile e democratico”, che ha voluto ricordare la recente profanazione del cippo della staffetta Tosca e della Croce del Biacco.

Vedi Zic.it, Radio Città del Capo, Corriere di Bologna

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Ignoti bruciano il portone della sede di CasaPound Bologna

(da Zic.it) Ignoti, intorno alle 4.40 di questa mattina, hanno appiccato il fuoco al portone della
sede dell’associazione di stampo neo-fascista Casa Pound. Le fiamme si
sono sviluppate fino alla potra del bilocale del primo piano dove, in
quel momento, stavano dormendo Alessandro Vigiani, presidente
dell’associazione omonima, e la sua ragazza. Per loro solo una leggera
intossicazione e tanta paura. Alcune pattuglie della polizia, arrivate
subito sul luogo, sono comunque riuscite a spegnere le fiamme grazie ad
un estintore. Secondo gli inquirenti i piromani hanno organizzato nei
dettagli la cosa, pianificando l’ora e il percorso di avvicinamento
alla sede dell’Associazione.(gm)


Nella notte tra giovedì e venerdì scorso, secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa, attacchi di minore intensità avevano colpito varie formazioni neofasciste. Continue reading

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[BO] “La libertà è la nostra sicurezza”


(da zic.it) Oltre trecento persone, fra cui molti residenti del Pratello e qualche migrante, hanno partecipato ieri [2 Giugno] dalle ore 17 in piazza San Francesco all’iniziativa “Libertà è sicurezza”, in solidarietà con i ventuno denunciati del c.s. TPO e di Bartleby dopo l’azione dimostrativa antirazzista del 27 maggio. Continue reading

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Negato il Roma Pride. Facciamo Breccia invita alla mobilitazione


L’assemblea conclusiva del Festival sociale delle culture antifasciste ha appreso che, attraverso il protocollo recentemente adottato dal comune di Roma (simile a molti altri adottati in altre città italiane), che limita i percorsi consentiti per le manifestazioni nella capitale e con il pretesto di feste religiose, presenza di ‘obiettivi istituzionali’ e quant’altro, l’amministrazione guidata da Alemanno sta negando l’autorizzazione a qualsiasi percorso appena plausibile per il Roma Pride, di fatto impedendone lo svolgimento. Continue reading

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Parole e immagini dal Festival sociale delle culture antifasciste


Non era certo una scommessa da poco allestire una cinque giorni di incontri, dibattiti, presentazioni di libri, workshop, tavole rotonde, rassegne di fumetti, mostre fotografiche, concerti, video, poesia, spettacoli teatrali per ricollocare l’antifascismo al centro del nostro presente sempre più inquietante e autoritario.

Tra pioggia e sole, dentro gli spazi delle Caserme Rosse si è andata dispiegando una complessa trama di saperi, esperienze, testimonianze, prospettive di lotta, per legare il passato al presente, la memoria storica del totalitarismo fascista e la lotta contro l’attuale democrazia autoritaria, razzista, omofoba e sessista. Non risulta davvero facile riassumere la molteplicità dei dibattiti e delle analisi, anche per il metodo organizzativo decentrato e aperto che ha coinvolto quante e quanti si riconoscono nella cultura e nei valori dell’antifascismo, entro un calendario ricchissimo di eventi e iniziative. Oggi, dalle 12 alle 14, vi sarà l’Assemblea generale di fine lavori.

Ma già ora sono disponibili alcuni audio di qualche incontro: antifascisti di Parma, Bergamo, Milano 1 e 2, Pisa e Lucca, Marco Fincardi, Saverio Ferrari, Valerio Evangelisti.

E una carrellata video.

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[BO] La libertà negata


Non è certo un mistero che in Italia sia in corso una ridefinizione autoritaria dell’ordine pubblico. Ogni giorno vediamo crescere la stretta sulla libertà negli spazi collettivi e privati. Gesti normali diventano a un tratto infrazioni da punire. Ed è una stretta diseguale che non sanziona solo i comportamenti, ma anche i pensieri, le scelte di vita, le persone, spesso con nevrotico accanimento. Non c’è solo il dilagante razzismo di stato, ma un sistema pervasivo di premi e punizioni, un diffondersi del sistema di governo carcerario alla città e ai suoi cittadini. Una nuova, violenta economia di potere in formazione.

Gli esempi potrebbero essere davvero tanti. Ripubblichiamo la testimonianza recente di un grave episodio di repressione ed esprimiamo la nostra solidarietà a tutt* coloro che hanno subito denunce e vessazioni per aver espresso pubblicamente il proprio pensiero antifascista antirazzista antisessista antiautoritario.

Nel pomeriggio del 27 maggio un volantinaggio e un gesto dimostrativo dinanzi a una sede della Lega Nord provocavano un rastrellamento nel centro di Bologna con ampio dispiegamento di agenti di Polizia e Carabinieri in assetto antisommossa. Ventuno attivisti vengono presi e passano cinque ore in Questura con umiliazioni e foto segnalazione per aver espresso il loro dissenso rispetto alle politiche autoritarie e razziste dello stato.

La libertà negata
(da globalproject)

Stasera durante un volantinaggio in via del Pratello che ha visto protagonisti una cinquantina di attivisti e attiviste del centro sociale TPO e di Bartleby spazio occupato si è verificato un fatto gravissimo. 21 persone sono state portate in questura per il riconoscimento dopo un’iniziativa comunicativa che ha visto diverse persone distribuire volantini e flyer che promuovevano l’iniziativa Io non ho paura di martedì 2 giugno in piazza San Francesco, e attaccare con il nastro adesivo il documento La paura è tristezza in tutta la via. Continue reading

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