[BO] La libertà negata


Non è certo un mistero che in Italia sia in corso una ridefinizione autoritaria dell’ordine pubblico. Ogni giorno vediamo crescere la stretta sulla libertà negli spazi collettivi e privati. Gesti normali diventano a un tratto infrazioni da punire. Ed è una stretta diseguale che non sanziona solo i comportamenti, ma anche i pensieri, le scelte di vita, le persone, spesso con nevrotico accanimento. Non c’è solo il dilagante razzismo di stato, ma un sistema pervasivo di premi e punizioni, un diffondersi del sistema di governo carcerario alla città e ai suoi cittadini. Una nuova, violenta economia di potere in formazione.

Gli esempi potrebbero essere davvero tanti. Ripubblichiamo la testimonianza recente di un grave episodio di repressione ed esprimiamo la nostra solidarietà a tutt* coloro che hanno subito denunce e vessazioni per aver espresso pubblicamente il proprio pensiero antifascista antirazzista antisessista antiautoritario.

Nel pomeriggio del 27 maggio un volantinaggio e un gesto dimostrativo dinanzi a una sede della Lega Nord provocavano un rastrellamento nel centro di Bologna con ampio dispiegamento di agenti di Polizia e Carabinieri in assetto antisommossa. Ventuno attivisti vengono presi e passano cinque ore in Questura con umiliazioni e foto segnalazione per aver espresso il loro dissenso rispetto alle politiche autoritarie e razziste dello stato.

La libertà negata
(da globalproject)

Stasera durante un volantinaggio in via del Pratello che ha visto protagonisti una cinquantina di attivisti e attiviste del centro sociale TPO e di Bartleby spazio occupato si è verificato un fatto gravissimo. 21 persone sono state portate in questura per il riconoscimento dopo un’iniziativa comunicativa che ha visto diverse persone distribuire volantini e flyer che promuovevano l’iniziativa Io non ho paura di martedì 2 giugno in piazza San Francesco, e attaccare con il nastro adesivo il documento La paura è tristezza in tutta la via.

Passando accanto alla nuova sede della Lega in Via Pietralata, che era peraltro chiusa, alcuni attivisti hanno attaccato alla vetrina delle grandi fotografie scattate dai reporter di Repubblica durante i respingimenti in Libia, con slogan contro le politiche razziste che la Lega Nord sta portando avanti in sede di Governo, spargendo del letame fuori dalla sede e colorando con della vernice rossa la vetrina.

Al termine dell’azione i manifestanti hanno proseguito il volantinaggio continuando su via del Pratello, dove dopo pochi metri sono arrivate diverse pattuglie della polizia che li hanno seguiti a vista.

Al sopraggiungere della digos su piazza San Francesco i manifestanti hanno iniziato a spostarsi prima verso via San Felice e poi, all’arrivo dei reparti mobili si sono diretti verso Via Sant’Isaia, dove sono stati circondati dalle forze dell’ordine e tradotti tutti in Questura per il riconoscimento.

Ci chiediamo se a Bologna è consentito ancora manifestare dissenso con una semplice iniziativa comunicativa, di pomeriggio lungo una delle vie che storicamente rappresenta socialità e presa di parola.

In tempo di campagna elettorale evidentemente la libertà di espressione è sospesa e non è possibile neanche prendere parola contro le politiche securitarie della paura e del razzismo.

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