Saluti romani per Cazzola nel cielo nero dell’Italia


Che la candidatura a sindaco di Cazzola costituisse un “refugium fascistorum” lo si evinceva già dalla presenza di vari neofascisti nella sua lista falsamente “civica”: il vicepresidente dell’Associazione Edera, che nel 2007 si fece notare per la riproposizione dell’eugenetica nazista, e uno dei promotori del “Taxi rosa” di CasaPound, il gruppo neofascista guidato a Bologna da Alessandro Vigliani. Anzi, Cazzola stesso ha dichiarato che il suo modello è Tosi, il sindaco di Verona.

Non fa dunque meraviglia che a Palazzo d’Accursio i fautori di Cazzola abbiano celebrato l’accesso al ballottaggio con saluti romani e slogan anticomunisti. Né sorprende che nessun giornale ne abbia parlato tranne il “Manifesto”. Pur di far finta che tutto sia “normale”, istituzioni e giornali farebbero – e anzi fanno – carte false. Ecco cosa scrive il “Manifesto”:

«… chi ha seguito i risultati elettorali del primo turno nel cortile del Comune bolognese non ha potuto non notare un gruppetto di ragazzi che, verso le quattro del mattino, quando è stato chiaro che il candidato del centrodestra Alfredo Cazzola sarebbe andato alla sfida con Flavio Delbono hanno fatto alcuni saluti romani. Il gesto ha scatenato la reazione di alcuni militanti del Pd e per qualche minuto c’è stata un po’ di tensione fino a quando i ragazzi sono stati portati via da uno degli esponenti di punta della lista di Cazzola. Il gruppetto si allontana immediatamente dopo cantando “chi non salta comunista è…”»

Intanto, in tutt’Italia, arrivano le ronde nere in applicazione del ddl sulla “sicurezza”. Verranno presentate il 13 giugno a Milano. Si chiamano “Guardia Nazionale Italiana”: camicia quasi nera, con cinturone e spallaccio neri, cravatta nera, pantaloni grigi con banda nera laterale nera, basco o kepì grigio con il simbolo della GNI: l’aquila imperiale romana. Ecco una prosetta che illustra i compiti di tale “Guardia Nazionale Italiana”:

«Migliaia di prostitute straniere schedate e non espulse. Migliaia di zingari che commettono furti nella totale impunità. Milioni di clandestini che si aggirano impunemente nelle città. Migliaia di stranieri che spacciano, rubano, stuprano, uccidono. Un aumento dell’80 percento di scioperi e di occupazione di uffici pubblici e privati. Centinaia di assalti armati contro la proprietà privata commessi da stranieri. Attentati contro la proprietà dello Stato. Gruppi di giovani sovversivi che agiscono al di fuori dei limiti parlamentari. Deputati e Senatori della Repubblica che istigano all’insurrezione armata contro i poteri dello Stato, un ministro dell’Interno dichiaratamente secessionista. Un numero indescrivibile di riviste e programmi televisivi politici che invitano alla rivolta. Giullari e saltimbanchi che oltraggiano e vilipendono i Ministri e il Governo. L’uso della libertà minaccia da tutte le parti i poteri e le autorità costituite […]. Il popolo è minorenne, la Nazione malata; ad altri aspetta il compito di curare e di educare. A noi il dovere di reprimere, la repressione è il nostro credo. Repressione e Civiltà […]. Noi vogliamo ripulire l’Italia dal marcio che vi si annida, vogliamo riportare una ferrea disciplina in tutta la Nazione».

Certo, almeno ufficialmente la “Guardia Nazionale Italiana” non sarà armata. Ma per le città italiane gireranno comunque persone in divisa simil-fascista e con un compito simil-fascista. Oggi il disciplinamento sociale agisce su ogni fronte. E il modo di vestirsi, che congiunge il privato e il pubblico, è uno dei nuovi fronti su cui si applica la repressione. Non a caso i neofascisti se la prendono spesso e volentieri con coloro che ritengono “malvestiti”. Non a caso il comune di Roma ha cercato di contrastare la gioia creativa del Pride GLBTQ. Non a caso la polizia ha recentemente fatto togliere le magliette durante una partita di pallone.

Solidarietà, resistenza e insubordinazione – ognuno a suo modo – sono possibili, opportune, necessarie.

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