L’assessora Lazzaroni apre a Casapound e poi ci ripensa

Mercoledì sera: : “Spazio a Casapound? Un insulto alla città”


da Zic.it, 30 settembre: L’assessora Lazzaroni torna a far la biricchina

Dai
microfoni di Radio Città del Capo, l’assessora ha rilasciato una delle
sue perle di acume politico: “Nessuna preclusione nei confronti di
Casapound”, Poco dopo è stata costretta a correggere il tiro.

Con il
termine biricchini, nella Bologna dei secoli che furono, si indicavano
i bambini di strada (l’analogo dei lazzaroni a Napoli).

 
L’origine della parola è incerta; il termine è entrato nel lessico
italiano come sinonimo di “monelli”. Abbiamo voluto prendere in
prestito un sostantivo dal dialetto bolognese, perché se ci fossimo
addentrati in un dizionario dei sinonimi e contrari alla parola
“lazzaroni” vengono accumunati sinonimi forse un po’ imbarazzanti:
“buffoni, infingardi, bricconi, manigoldi, gaglioffi, pagliacci,
fanfaroni”.
D’altronde l’asessora Luisa Lazzaroni che ha la fortuna (o se volete la
sfortuna) di portarsi appresso un cognome così impegnativo, non fa
nulla per impedire che possa spesso partire la sfilza dei sinonimi che
viene confermata da diverse edizioni di qualificati dizionari.
Poche settimane fa l’amministratrice più fedele al sindaco Delbono, si
lasciò scappare una dichiarazione alquanto infelice sulla necessità di
privilegiare l’ingresso ai dormitori pubblici e alle strutture di
accoglienza ai cittadini residenti a Bologna; poi nella lunga vicenda
“trattativa/scontro/trattativa” del Lazzaretto non ha certo brillato
per acume politico e, anzi, ha dimostrato una buona dose di permalosità
certamente non indispensabile in questi frangenti.
Questa mattina, però, dai microfoni di Radio città del capo, ha
sfornato la peggiore delle frittate fin qui proposte. Ad una domanda
che le chiedeva un parere sulla formazione neofascista Casapound che,
inserendosi nelle trattative tra Comune di Bologna e Lazzaretto
autogestito, ha richiesto pubblicamente uno spazio in via San Carlo che
prima era stato offerto al centro sociale, l’assessora ha risposto
candidamente: “Nessuna preclusione nei confronti di Casapound.
Cerchiamo di risolvere le cose una per volta, le associazioni che
chiedono degli spazi sono tante”.
Quando l’intervistatore le ha chiesto se Casapound è uguale a tutte le
altre associazioni, la Lazzaroni ha risposto: “Per quale motivo
dovrebbe essere diversa? Le associazioni sono tutte associazioni nel
momento in cui creano aggregazione e momenti di socializzazione”.
L’assessora ha ricordato poi la necessità di iscriversi all’elenco
comunale delle Libere Forme Associative (LFA) e ha aggiunto: “Una volta
che sono in regola con le regole generali che valgono per tutte le
associazioni, nulla osta”.
In attesa che qualcun altro suo collega rettifichi le infauste
considerazioni, a partire da quanto detto questa mattina da un
assessore del Comune di Bologna, noi prendiamo atto che uno stabile di
proprietà comunale potrà essere assegnato anche ad una associazione che
ha l’ideologia fascista, nemmeno tanto mascherata, nei suoi presupposti
costitutivi.
Se quelli che si definiscono “fascisti del terzo millennio”, come tutte
le altre associazioni, “risponderanno ai bandi che vengono fatti e
verranno valutati, non c’è nessun tipo di preclusione e non è certo
l’appartenenza politica che crea delle preclusioni, è chiaro che
dev’essere in regola con le norme che il Comune prevede per
l’assegnazione di stabili, io questo non lo so al momento”.
Una volta che sono rispettati i criteri e i vincoli richiesti per
l’iscrizione all’elenco delle Libere Forme Associative (al momento
Casapound non è nell’elenco), ha ripetuto la Lazzaroni, “nessuno
può essere escluso a priori dalla possibilità di concorrere
all’utilizzo di immobili e contributi”.

Tornata a Palazzo d’Accursio, la Lazzaroni ha ricevuto l’ennesima
tirata d’orecchie (avanti di questo passo passerà alla storia come
l’assessore con le cartilagini più allungate che abbia calpestato i
marmi del Palazzo comunale), Adirittura, nel corso del tragitto da via
Berretta Rossa (sede di Radio Città del Capo) a Piazza Maggiore, era
stato preparato un comunicato di rettifica che, puntualmente, a
mezzogiorno è stato inviato. E il comunicato scandisce: “Deve essere
chiaro che le finalità di Casapound non rientrano e non rientreranno
negli ambiti di intervento dell’amministrazione comunale. Casapound non
è attualmente iscritta all’elenco delle Libere Forme Associative
riconosciute dal Comune di Bologna. Qualora si iscrivesse valuteremmo
con grande serenità le loro richieste, ma deve essere loro chiaro fin
da ora che le sue finalità non rientrano e non rientreranno negli
ambiti di intervento dell’amministrazione comunale”.
L’italiano non è dei più corretti, ma, in questo caso, valeva di più l’urgenza correggere il tiro.

Questa è la qualità della classe politica che governa la Bologna del terzo millenio!…
Saranno contenti gli antifascisti bolognesi, sapendo che a Palazzo
d’Accursio ci sono degli amministratori così bravi ad interpretare in
chiave “moderna” i valori della Resistenza.

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