Nel deserto culturale nasce il fascismo

Volentieri ripubblichiamo la seguente intervista a Porpora Marcasciano, del Movimento di Identità Transessuale (MIT) e autrice di Favolose Narranti. Storie di Transessuali, edito da Manifesto Libri. 

Intervista a Porpora Marcasciano

Gli episodi di aggressioni da parte dell’estrema destra confronti dei/delle transesssuali sono in cresciuta esponenziale. Cosa sta succedendo?

Noi GLBT o noi trans siamo considerate ibride o ibridi e tutto quello che è ibridazione, tutto quello che è contrario o in antitesi con una fantomatica purezza di razza, di sesso, di genere, di cultura, non viene contemplato in questa società. Spesso si omette che nei campi di sterminio tra i tanti soggetti che ibridavano, che mettevano a rischio la purezza della razza c’erano pure le transessuali e i transessuali confusi tra gli omosessuali, perché non c’era ancora un nome per identificarli e sono stati massacrati. Oggi invece tutta la nuova destra si è riciclata e ha cambiato facciata ma la sostanza resta la stessa. Nonostante si siano inventati le performance futuriste artistiche, vedi il caso della fontana di Trevi dipinta di rosso, eccetera, che vorrebbero far rientrare in una modernità i movimenti di destra sono sempre gli stessi. E c’è un altro elemento che vorrei aggiungere che è l’assenza totale e completa, di cultura: uno dei momenti famosi del nazismo fu la notte dei cristalli quando furono bruciati i libri, perché dicevano la cultura non serve, rammollisce le persone. Ecco, oggi non bruciano i libri, però assistiamo a un massacro totale e completo della cultura attraverso la nostra favolosa televisione italiana, cioè gli italiani sono campati a pane e televisione da trent’anni e praticamente sono delle teste vuote, delle teste assolutamente prive di una coscienza critica. E io su questo volevo ragionare perché su questo nasce cresce la cultura destra, la cultura della violenza,la cultura dell’annientamento del diverso. Tutto quello che sta succedendo in questi giorni, vedi l’indiano bruciato a Roma, vedi il clochard bruciato a Rimini qualche mese fa, sono i segnali più evidenti, quelli di cui ci parlano i mass media ma garantisco e posso garantire che di attacchi almeno per quanto riguarda le persone transessuali, c’è ne sono tantissimi, sono aumentati a livello esponenziale tanto che ciò ci ha spinto a decidere di preparare un libro bianco di denuncia perché abbiamo superato tutti i limiti.

Su questa vuoto culturale cresce l’ignoranza, e in questi contesti prolificano le realtà come Casa Pound, che divengono l’avanguardia della destra.


Le nuove generazioni che sono scresciute con le culture leghiste e fasciste che in Italia negli ultimi anni sono state le più attive nelle campagne contro quelli che ti tolgono il lavoro, contro quelli che ti rovinano, contro gli omosessuali che da quello che dicono i leghisti sono pedofili. Quando si cresce in questo contesto poi si vede il mondo così. L’allarme di questi rigurgiti, ma non sono più tanto rigurgiti, della nuova destra, noi e insieme a noi altri soggetti l’avevamo già lanciato anni fa. Però venivamo passati come i soliti estremisti radicali, di quelli che gridano sempre al lupo al lupo che vedevano i fascisti dappertutto. E invece non era un s.o.s. immotivato c’erano tutti i motivi, io l’ho avuto chiaro nitido e lampante tre anni fa al Pride di Catania: fummo bloccati da Forza Nuova, e la polizia bloccò il nostro Pride, per una questione di sicurezza dicevano loro, e permettevano a questi di sfilare a Catania con uno striscione con scritto “le malattie si curano non si manifestano”! Questi sono segnali allarmanti. Prima parlavi di questa campagna per la maternità che è stata lanciata, in questo tipo di logica non ci rientra tutto quello che non è funzionale alla famiglia a dio alla patria eccetera eccetera, che sono i loro valori, come può rientrarci una persona transessuale? Come può rientrarci una persona omosessuale? Quello che mi sento di dire è che Casa Pound come le altre formazioni di estrema destra sono quello che nasce, quello che si manifesta, quello che si vede di una cultura che si è estesa nel nostro paese e che ha potuto prosperare proprio sull’assenza, sulla mancanza di cultura. Sentivo le interviste che facevano l’altro giorno a i ragazzi amici di quelli che hanno bruciato il ragazzo indiano: ma questi erano proprio azzerati. Mi immaginavo io con la faccia che ho, se fossi stata nello stesso posto dove si trovava quell’indiano sarebbe successa la stessa identica cosa. Il Presidente della Repubblica ha lanciato l’allarme razzismo, ma doveva aspettare che ci fossero i massacri per decidersi? E ancora non dicono esattamente le cose come stanno, parlano di un razzismo strisciante ma non dicono di chi è figlio? Di chi è l’espressione? Basterebbe avere le risposte a queste domande per aver la quadratura della cosa. Però sembra sempre che le cose si dicono a metà o non si dicano completamente.

Questa situazione si crea all’interno di un contesto in cui da una parte c’è un omissione pesante dei movimenti di liberazione, i movimenti di liberazione delle donne, delle femministe, dei gay, delle lesbiche, delle trans, dall’altra gioco forza è il contesto che si inserisce consapevolmente in questo vuoto. Se pensiamo per esempio alle politiche governative: pacchetto sicurezza, legge Carfagna, decreti Gelmini il cerchio si chiude…


È un contesto in cui la produzione di cultura di destra si innesta in questo doppio contesto di vuoto, omissione e contrapposizione che è funzionale, ma soprattutto è stato costruito ad hoc. A volte ho proprio la sensazione che ci sia una regia dietro a questo, che si siano seduti a tavolino e abbiano predisposto le cose in un certo modo. Ma io se solo vedo la televisione che è il mezzo di informazione più potente che c’è, di come è gestito il palinsesto, di cosa ti fanno passare, di quali sono i messaggi che veicolano… c’è da mettersi le mani nei capelli, soprattutto se pensiamo che davanti a quel mezzo ci stanno tre quarti degli italiani. Perché noi ragioniamo in termini di militanti, ma la stragrande maggioranza degli italiani si sorbiscono ventiquattro ore di Reti Fininvest di secondo canale ,di primo canale dove i simboli, i valori mandati sono i santi, i preti, polizia e carabinieri, sparatorie. Le nuove generazioni sono cresciute lì davanti, assorbono quel mondo: una sorta di caserma o di chiesa e questo a me fa paura , perché vengo da un periodo in cui tutto era stato messo in discussione e l’aria che si percepiva, l’aria che si respirava era una aria di liberazione. Oggi invece c’è un aria così tetra, così chiusa, così pesante, è l’aria della destra, è l’aria del fascismo.

Certo è un fascimo diverso quello di oggi…

Sì, va riletto o rivisto in maniera contemporanea. Non è più quello dell’olio di ricino, o almeno non lo è ancora, o quello delle grandi statue di Mussolini, ma le forme ci sono quasi tutte, la sostanza basta vederla. Noi siamo portati a vederli i cambiamenti: io sono una persona visibile, e in quanto visibile percepisco quando c’è ostilità o c’è altro nell’aria. I posti in cui non mi sento più sicura cominciano a essere tanti, troppi! E questo per me è un segnale. Essere visibili non significa essere solo e per forza trans, può essere neri, essere comunque diverso da quelli che sono i loro miti e i loro valori. Non mi sento più tranquilla e credo questo sia un segnale chiaro e lampante.

Pensi che il ruolo delle soggettività che fanno politiche di genere, delle realtà GLBTQ sia proprio quello di continuare a denunciare quello che quello che stiamo vivendo è un preciso disegno politico?

Questo deve essere un ruolo fondamentale per noi e poi bisogna svegliari, scuotersi da un torpore in cui siamo caduti, una sorta di frammentarismo che ci fa male. I movimenti di liberazione devono tornare a fare la loro parte, ad essere presenti, ad essere attivi perché negli ultimi tempi sono stati fagocitati dai partiti, diciamocelo, e siccome la politica partitica è fallita miseramente, almeno per quanto riguarda un aria a noi più vicina, credo che i movimenti devono imparare a camminare di nuovo sulle proprie gambe, ad essere attivi e combattivi nel denunciare, nel non accettare questo stato di cose e nel ricostruire e ridar liberazione.

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