[BO] Rivolta al C.I.E. di via Mattei


«Una situazione di schifo per sei mesi». È questo il messaggio di un detenuto all’interno del C.I.E. di via Mattei, lanciato durante una diretta radiofonica di Radio Blackout ieri martedì 3 Marzo (vedi anche Zic.it).

Da dieci anni ci sono in Italia leggi razziste. Da dieci anni gli immigrati tentano di fuggire dai C.P.T., denunciano le condizioni terribili in cui vivono, le violenze che subiscono, si ribellano con i mezzi che hanno e troppo spesso si infliggono ferite o ingoiano quello che si trovano tra le mani pur di evitare la deportazione.

Ora, il passaggio da C.P.T. a C.I.E. ha ulteriormente aggravato la condizione materiale e giuridica di chi è internato in questi lager etnici, portando da due a sei mesi il periodo di detenzione e permettendo l’incarcerazione sia di migranti “irregolari”, sia di richiedenti asilo e di chi ha il permesso di soggiorno scaduto.

In questi giorni, anche nel C.I.E. di via Mattei vi sono state proteste, repressione violenta e casi di autolesionismo. Da sabato 28 febbraio si sono verificati episodi di dissenso e di rivolta dei detenuti. Un migrante è salito sul tetto facendo con un lenzuolo un cappio e mettendoselo attorno al collo. Un gesto simbolico per comunicare al di là delle mura del lager.

Crediamo sia tempo di riprendere parola e iniziativa contro questi luoghi di sopraffazione e di dolore. Occorre riportare all’attenzione della città le rinnovate politiche razziste dello stato e la necessità di contrastarle. Anche se nei C.I.E. non vi fossero continue violenze, pestaggi e barbiturici, non c’è insulto più grande che quello di divenire un corpo illegale che ha commesso il ‘reato’ di esistere nel posto sbagliato.

Intanto su Indymedia ER è apparsa l’indicazione di un presidio di solidarietà: venerdì 6 marzo dalle ore 16 in p.za Ravegnana (sotto le due torri) e dalle 18 in via Mattei (spostandosi con l’autobus 14).

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