Saverio Ferrari, Le nuove camicie brune


Ripubblichiamo da Indymedia Lombardia l’anticipazione di alcune pagine dell’ultimo libro di Saverio Ferrari Le nuove camicie brune. Il neofascismo oggi in Italia, edito dalla Biblioteca Franco Serantini, nelle librerie il prossimo aprile. È una breve storia politica della croce celtica:
dalla Divisione delle Waffen Ss Charlemagne all’Oas, da Jeune Europe al Fuan…

La croce celtica ha origini che si perdono nel tempo. Non vogliamo qui disquisire circa l’epoca in cui apparve per la prima volta o sulla natura della sua provenienza, cristiana o pagana. Incentreremo la nostra attenzione esclusivamente sull’uso che se ne fece a partire dal secondo conflitto mondiale.

Comparve per la prima volta nel 1944 come mostrina speciale creata per i volontari francesi nelle Waffen-Ss della futura Divisione Charlemagne. I tedeschi inizialmente non l’autorizzarono, ma fu comunque subito adottata da un’unità della Charlemagne, all’epoca ancora una Brigata: la Compagnia Flak che fu impiegata a Monaco nella difesa contraerea. L’intenzione era di assumerla come mostrina ufficiale della Divisione, ma non si ebbe il tempo, data la fine della guerra e della Charlemagne stessa, che combatté l’ultima battaglia, prima di arrendersi, a Berlino attorno al bunker di Hitler.

In questo antefatto la ragione storica per cui la croce celtica divenne il principale emblema delle organizzazioni neofasciste francesi fin dall’immediato dopoguerra. Non a caso fu proprio un ex appartenente alla Charlemagne, René Binet, cultore delle sua “gesta eroiche” (editò anche un bollettino, “Le combattant europeén”, che riproduceva quello dei volontari francesi nelle Ss), nonché autore di alcuni libelli violentemente razzisti (Théorie du racisme e Contribution à une éthique raciste), a introdurla come stemma distintivo delle organizzazioni cui diede vita: il Parti républicain d’union populaire, nel 1946, e il Mouvement socialiste d’unité française, che nonostante l’ambiguità della denominazione, venne sciolto nel 1949 per incitamento alla violenza nazista.

La croce celtica fu poi il simbolo di Jeune Nation, fondata alla fine del 1949 dai fratelli Sidos, propugnatrice di uno Stato totalitario fascista. Un’organizzazione, passata alla storia soprattutto per le spedizioni squadriste contro i militanti e le sedi del Partito comunista, entro cui confluirono a partire dalla metà degli anni Cinquanta numerosi veterani provenienti dalla fallimentare guerra d’Indocina. Fu sciolta dal governo Pflimlin nel 1958 dopo un attentato dinamitardo contro l’Assemblea Nazionale. Sempre con questo simbolo si costituirono in seguito il Parti nationaliste (sempre nel 1958), con i reduci di Jeune Nation, e nell’estate del 1960 il Front de l’Algérie française (Faf), che raccolse diverse migliaia di coloni in Algeria, e il Front national pour l’Algérie française (Fnaf), sotto la guida di Jean-Marie Le Pen e del colonnello Thomazo (detto “naso di cuoio”). Il Parti nationaliste ebbe vita brevissima. Si dedicò principalmente a una attività clandestina e terroristica, prima di vedere confluire gran parte dei propri aderenti nei ranghi dell’Oas.

L’Oas (Organisation de l’armée secrète) fu costituita a Madrid nel gennaio del 1961 dai fautori del mantenimento della presenza coloniale francese in Algeria, tra loro Jean-Jacques Susini e Pierre Lagaillarde. Rappresentò senza ombra di dubbio la più importante formazione terroristica che la Francia abbia mai conosciuto. Animata dai settori oltranzisti dell’esercito francese, contrari alla decolonizzazione, e dall’estrema destra, si rese responsabile il 21 aprile del 1961 del cosiddetto “putsch d’Algeri”, sotto la guida dei generali Salan, Challe, Jouhaud e Zeller, tentando la presa militare della città. L’emblema anche in questo caso era rappresentato dalla croce celtica, tracciata sui muri e innalzata sulle barricate. Lo slogan: “L’Algérie française”.

L’Oas perpetrò numerosissimi attentati sia in Francia che in Algeria. Secondo alcune stime, tra il maggio 1961 e il settembre 1962, furono almeno 2.700 le persone uccise dall’Oas, di cui circa 2.400 algerini. Tentò anche di assassinare il 22 agosto del 1962 a Parigi il presidente della repubblica francese, il generale Charles De Gaulle. Da una sua costola nacque, qualche anno dopo, l’Aginter Press, una finta agenzia di stampa, con sede a Lisbona, dietro la quale in realtà furono attivi in chiave anticomunista e contro le lotte di liberazione nazionale degli anni Sessanta e Settanta, soprattutto in Africa, neofascisti, mercenari e agenti dei servizi segreti portoghesi e statunitensi. Uno degli snodi operativi a livello internazionale di quella “strategia della tensione” che, attraverso stragi e attentati, interessò pesantemente l’Italia.

A sostenere l’Oas in Europa, come attivo supporto politico e logistico, fu Jeune Europe, fondata nel dicembre 1960 dal belga Jean Thiriart, ex combattente nelle Waffen-Ss. Una vera e propria organizzazione transnazionale, costituitasi anch’essa sotto il segno della croce celtica, finanziata generosamente dai monopoli agricoli e minerari francesi, belgi e olandesi, allarmati dai processi di decolonizzazione in Congo e più in generale in Africa. Aprì diverse sedi nei principali paesi europei. In Italia vi aderì Ordine nuovo.

Fu dunque Jeune Europe a esportare la croce celtica in Italia, che divenne negli anni Settanta il simbolo delle organizzazioni giovanili dell’Msi, del Fronte della gioventù e del Fuan, la struttura universitaria, che nel 1975 realizzò le prime bandiere gialle con la croce celtica nera.

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