Il “compagno” Gianfranco Fini continua a erodere il disastrato comparto elettorale del cosiddetto centrosinistra. Dopo essersi dichiarato antifascista, ora Fini fa professione anche di strenuo antirazzismo. Intervenendo a un convegno ha infatti dichiarato: «Occorre impedire il prodursi di fenomeni di razzismo e xenofobia che nel nostro paese tendono purtroppo ad aumentare». E la colpa – ha aggiunto – è dei datori di lavoro italiani «che, lo dico in modo papale papale, a volte sono degli autentici sfruttatori degli immigrati». Pertanto, dinanzi al fenomeno migratorio, il primo obiettivo è «la lotta allo sfruttamento e al lavoro nero» per «la costruzione di una convivenza all’insegna del dialogo, dello scambio, dell’incontro e al riparo da tensioni, dall’intolleranza e dalla discriminazione».
Qualcuno potrebbe forse pensare che la nuova fidanzata gli abbia fatto bene (per Wilhelm Reich, infatti, la propensione al fascismo e al razzismo deriva da un impedimento dell’energia orgasmica). Ma c’è anche un’altra spiegazione. Nel romanzo 1984 di Orwell, il Partito Unico fa risuonare ovunque gli slogan indiscutibili della «neolingua», che non deve più nominare la realtà, ma solo piegarsi al potere e distruggere ogni significato: «la guerra è pace», «la libertà è schiavitù», «l’ignoranza è forza». Distruggere i significati è un’operazione necessaria a ogni regime autoritario. Altrimenti le persone potrebbero anche parlarsi e capirsi.
Del resto Gianfranco Fini non solo è presidente della camera, ma è anche il coautore della legge razzista Bossi-Fini che ha legittimato sfruttamento e morte per i migranti. Così come il presidente Napolitano, oggi allarmato dal razzismo crescente, è il coautore della precedente legge razzista, la vergognosa Turco-Napolitano, votata a suo tempo da un’ampia schiera di forze parlamentari: da AN ai DS, a Rifondazione e ai Verdi. Non diremo che questi “legislatori” hanno le dita sporche di sangue (potrebbe sembrare vilipendio); ma certo sono indirettamente responsabili delle carrette del mare, delle migliaia di migranti che non possono entrare in Italia civilmente e che pagano venti volte il costo di un biglietto aereo per finire sul fondo del mare. Sono responsabili dell’estrema ricattabilità dei lavoratori migranti e, per conseguenza, di tutti i lavoratori. Sono responsabili di leggi che, per la prima volta dopo le leggi razziali di Mussolini, hanno introdotto nel nostro paese una discriminazione palese, di chiara marca razzista, tra migranti e nativi: anzi, «norme più dure delle leggi razziali» (“Repubblica”, 6/10/05). Sono responsabili di una martellante campagna d’informazione che ha voluto far credere che ondate di “barbari” si stessero intrufolando nel nostro paese per rubarci il lavoro, la casa, e portare malattie.
È dal 1998 che in Italia ci sono leggi razziali. Sono dieci anni. Ma solo oggi che i migranti si stanno organizzando, che scendono nelle piazze, che dimostrano di essere un baluardo di civiltà, questi governanti eredi della cultura fascista cercano di ammantarsi di belle parole e fare esattamente come prima, come sempre. Ogni omicidio di giovani di sinistra è una “rissa tra balordi”. Ogni aggressione fascista è “senza motivazioni politiche”. Ogni pestaggio contro gli immigrati “non è razzismo”.
Diciamolo in modo papale papale: le vostre parole, "compagno" Fini, sono sempre servite a nascondere la vostra violenza.
Vogliono fare l’apartheid a scuola (con le classi per soli stranieri) e la chiamano “integrazione”… Un leghista ha detto che dividere le classi è “uno strumento per integrare al meglio i ragazzi senza emarginare o discriminare nessuno”. Veramente usano il linguaggio per negare ciò che fanno. Parlano di armonia tra i popoli mentre affossano i veri progetti di integrazione, e nella realtà la repressione è sempre più violenta
Scusate il commento OT, ma vi è stato conferito un premio, piuttosto che spiegarvi (è cosa lunga) rinvio a Marginalia se vi interessa sapere di cosa di tratta