Parma 7/10/08: assemblea antirazzista


SIAMO IN 1000, E IL PRESIDIO DIVENTA CORTEO
da Parmantifascista

Circa 1000 persone hanno partecipato al presidio di oggi pomeriggio (4 ottobre) in Piazza Garibaldi. Tanti, tantissimi i migranti, che hanno animato con determinazione la piazza, facendo interventi, prendendo l’iniziativa e la testa del corteo, che è partito da p.zza Garibaldi per arrivare al Parco ex Eridania per poi fare ritorno alla base di partenza.

La prima risposta che ci si aspettava dalla città per fortuna è arrivata e oggi pomeriggio eravamo in tanti ad esprimere parte della nostra rabbia. In linea con quanto accaduto a Milano durante il corteo per Abba e nel casertano dopo i fatti di Castelvolturno, migranti di prima e seconda generazione hanno dato vita a quella che potrebbe essere una nuova fase della lotta per i loro (e i nostri) diritti. Dopo anni di manifestazioni antirazziste composte in larga maggioranza da italiani “brava gente” e militanti della sinistra, in questo ultimo mese assistiamo alla mobilitazione dei migranti in prima persona e questo è un fatto assolutamente positivo.

Ed è positivo che le varie comunità di migranti abbiano instaurato un dialogo tra loro e con realtà antirazziste e politiche della città, senza con questo delegare la loro conflittualità. In questo momento di attacco alle libertà e ai diritti di tutti i lavoratori di questo paese, nativi e non, sarà importante continuare e rafforzare questo dialogo nel tentativo di stabilire alcune parole d’ordine comuni e percorsi, per lo meno, di resistenza.

Questa giornata è quindi una tappa del percorso che abbiamo intrapreso e che vogliamo portare avanti contro una “carta della sicurezza” che serve solo a giustificare sfruttamento e discriminazione. Martedì sera alle 21 ci ritroveremo alla casa Cantoniera di Via Mantova per decidere insieme come continuare la lotta, per costruire una manifestazione nazionale contro il decreto Maroni e la “carta di Parma”.

Ciò che si può già affermare, citando A. Petrillo, è che “la questione della sicurezza urbana è un esempio, seppure particolarmente bruciante, del modo in cui le città stanno cambiando volto, e rimanda ad un ordine di questioni più complesso […] Finisce la città del welfare, e si apre un’epoca di profonda crisi dell’urbano. Nelle città crescono le differenze tra ricchi e poveri, si genera una polarizzazione economica e spazio sociale che non ha precedenti, se non tornando indietro di un secolo…”.

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