A Parma uno studente ghanese viene “spogliato, percosso e offeso” dai vigili urbani. Sulla busta dei documenti che gli hanno riconsegnato, c’era scritto “Emmanuel negro”.
A Roma un giovane cinese viene malmenato da cinque minorenni italiani. È stato accerchiato e picchiato a sangue davanti al teatro di Tor Bella Monaca. Lo stesso gruppo avrebbe assalito un ragazzo di colore lunedì scorso.
A Rovereto un giovane anarchico è stato aggredito in un bar da un gruppetto di neofascisti: sulle giacche avevano le spilline della Fiamma Tricolore. È finito all’ospedale con il viso tumefatto, un buco in testa e qualche taglio.
Amina Sheikh Said, una donna somala di 51 anni, sposata con l’italiano Luigi Mancuso e cittadina italiana, è stata «umiliata, maltrattata e oltraggiata, tenuta nuda per ore all’aeroporto di Ciampino», «ingiuriandola e chiamandola “negra”». La donna ha dichiarato: «Sono rimasta scioccata, non me lo aspettavo. Vivo in Italia dal 1984 ed una storia di razzismo come questa non mi era mai capitata e spero non mi capiterà più». In una conferenza stampa improvvisata, Amina ha annunciato di aver sporto denuncia contro ignoti «per ingiuria, minaccia, violenza privata, perquisizione arbitraria, con l’aggravante dell’odio razziale».
Un ambulante senegalese è stato insultato e picchiato durante una lite al mercato. “Mi ha urlato: negro di merda, tornatene al tuo paese. E mi ha picchiato”, ha raccontato l’aggredito.
A Roma, in via Torre Annunziata, qualcuno ha scritto “Anna Frank suicida” e, accanto, una svastica tracciata con lo spray nero.
A Sesto San Giovanni, nell’hinterland di Milano, davanti ai ruderi dell’industria Falck dove dieci giorni fa è morto carbonizzato nella sua baracca un ragazzino romeno, qualcuno ha scritto odiose frasi razziste.
Si potrebbe continuare (e basta dare un’occhiata a ECN antifa per rendersene conto). Ma è significativo che questi episodi siano dovuti talora a funzionari statali e talora a neofascisti, con un’evidente omologia di comportamenti. Certo, oggi i media di regime si affannano a dire che dietro tutte queste aggressioni e questo “bullismo” – istituzionale e non – ci sarebbe una deficienza di cortisolo. In realtà questi fenomeni crescenti di violenza razzista e xenofoba sono alimentati dalla retorica patriottica, dalla strumentalizzazione mediatica e da legislazioni criminalizzanti o, se si preferisce, criminali. Insomma, qui la sola deficienza è quella del neofascismo e del razzismo di stato.