Brescia antifascista – Fuochi di resistenza 16-19 luglio


FUOCHI DI RESISTENZA DAL 16 AL 19 LUGLIO

Festa della cultura, dell’iniziativa, della lotta antifascista

Cazzago San Martino (uscita della A4 Milano-Venezia al casello di Rovato)

Musica, dibattiti, laboratori, spettacoli teatrali, presentazione libri, proiezioni video, spazio gastronomico, libreria, banchetti informativi, possibilità di campeggio.

Leggi il programma.

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CasaPound: dietro la maschera


Non è davvero difficile intuire quanto i neofascisti di CasaPound siano “vecchi dentro”, con un po’ di cerone futurista sulla faccia ad uso e consumo di giornali e TV. Un’esile maschera di anticonformismo che viene meno però non appena si ascoltano i colloqui riservati dei dirigenti: un’organizzazione gerarchica, ipercentralizzata, con doppi livelli, la paura degli infiltrati, il servizio d’ordine agli ordini del Capo e i rapporti con la Digos. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole.

Casa Pound: dietro la maschera
Saverio Ferrari – Osservatorio democratico – 09/07/2009 (da Indymedia Lombardia)

Duemila tesserati e migliaia di simpatizzanti, sedi su tutto il territorio nazionale, 15 librerie, otto associazioni sportive, una web radio con 25 redazioni in Italia e dieci all’estero”. Con queste parole Gianluca Iannone, presidente di Casa Pound Italia, il 22 giugno scorso ha introdotto i risultati raggiunti dall’associazione, festeggiando il primo anno di attività, a Roma ad Area 19, una delle quattro occupazioni poste sotto l’egida del gruppo.
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Giù le mani da Rino Gaetano


“Anche i morti non saranno al sicuro dal nemico, se egli vince”, scriveva Walter Benjamin nel 1940 di fronte all’invasione nazista dell’Europa. L’aforisma pare valido ancora oggi perché i neofascisti perdono il pelo, ma non il vile vizio di mettere le mani addosso anche ai morti.

Con migliaia di manifesti affissi in tutta Italia, in questi giorni i neofascisti di CasaPound hanno voluto appropriarsi del ricordo di Rino Gaetano, il cantautore proletario morto il 2 giugno del 1981 in un tragico incidente d’auto. Sul manifesto vi è un’immagine stilizzata in campo azzurro, il logo di CasaPound e solo una scritta, in basso a sinistra: “Rino Gaetano, 29 ottobre 1950 – 2 giugno 1981”.

Dopo essersi impadroniti dell’immagine di Capitan Harlock, pirata libertario, dopo aver modificato la bandiera antifascista in anti-antifascista, dopo aver copiato il logo di radio blackout per la loro radio, ora i fascisti «non conformi» continuano a conformarsi a questa società fondata sul principio dell’«impadronisciti delle idee, della creatività e del lavoro altrui». Perché CasaPound di creatività ne ha poca, ed emana solo l’odore stantio della retorica fasciofuturista e dell’eterno piagnisteo italico.

Ma Rino Gaetano, dopo una giovanile vicinanza al Partito Radicale (partito allora ben diverso da quello di oggi), si era avvicinato alle posizioni dell’autonomia operaia, alle radio di movimento e poi alla rivolta del 1977 cui ha partecipato direttamente.

Peccato che anche da morto il grande Rino smentisca i fascistelli del terzo millennio con un inedito pubblicato quest’anno nella raccolta “Live & Rarities” dal titolo “I miei sogni d’anarchia”. Qui vi è il testo completo. Qui la canzone. E basta citare qualche verso:

«Toccava il cielo con un dito
e sanava le ferite con la rivoluzione.
Ancora i poeti un nuovo sound e le balere
e forse amanti
e il ’68 raccontato e le conquiste
le canzoni che dicevano oh o oh oh…»

Se vedi uno di questi manifesti sui muri della tua città, strappane anche solo un pezzetto. Non lasciare le ceneri di Rino in mano ai mentecatti del terzo millennio.

Per ulteriori considerazioni vedi anche Torna a casa, Pound.

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[BO] «Cacciati i fascisti dalla zona universitaria!»


Nel pesante clima di intimidazione verso ogni forma di lotta sociale, lunedì mattina le forze dell’ordine hanno proceduto all’arresto di una ventina di studenti colpevoli di aver contrastato e denunciato l’oscurantismo e la corruzione delle Università italiane, sempre più asservite a logiche classiste e reazionarie.

Ieri 7 luglio, dopo le ore 22, una manifestazione in solidarietà agli arrestati si è imbattuta in provocazioni neofasciste. Dapprima, sui viali, due ignoti in motorino hanno sottratto e incendiato uno striscione appeso dai dimostranti a Porta San Donato. Poi in via Zamboni alcuni neofascisti hanno cercato di provocare il corteo all’altezza del Transilvania. Alcuni sostengono di avere riconosciuto attivisti di CasaPound Bologna.

Tornati in piazza Verdi, gli studenti dell’Onda hanno dichiarato al megafono: «Cacciati i fascisti dalla zona universitaria!».

Più dettagli su Zic.it e su Infoaut.


Comunicato degli studenti dell’Onda bolognese

Sui fatti di questa sera: quando il corteo spontaneo mossosi da piazza Verdi in solidarietà con gli arrestati per l’opposizione al G8 University Summit di Torino, stava per giungere al termine, si è verificato un episodio estremamente grave.

Dopo aver praticato, con lo stile che ha contraddistinto l’Onda dall’autunno ad oggi, blocchi metropolitani comunicando con la città per chiedere l’immediata liberazione degli studenti arrestati e rivendicando il tentativo di sfondare la zona rossa che difendeva l’illegittimo vertice (lo striscione alla testa del corteo di stasera riportava: “Dietro quello scudo c’eravamo tutt*”), le centinaia e centinaia di partecipanti stavano per tornare verso piazza Verdi.

Lungo via Zamboni, prima che sfilasse il corteo, un gruppetto di noti neofascisti sostava in attesa del passaggio del corteo stesso come già aveva fatto il giorno precedente. Nonostante la Digos abbia comunicato con gli stessi (ripetiamo: prima che il corteo si avvicinasse, e varie testimonianze lo riportano), e dunque fosse perfettamente a conoscenza della loro provocatoria presenza, c’è stata l’evidente volontà politica da parte degli esponenti della Digos stessa di lasciare che questa provocatoria presenza potesse darsi.

L’Onda si è sempre dichiarata come movimento antifascista, ed è sempre stata in grado di respingere la presenza di questi soggetti, a partire dai fatti di piazza Navona a Roma dell’autunno passato. Bologna, città medaglia d’oro alla resistenza, non può accettare e tollerare la presenza di militanti neofascisti che girano per le strade con simbologie di propaganda razzista, xenofoba, sessista e nostalgica del ventennio. La risposta che ha saputo mettere in campo il corteo a questa provocatoria presenza, cacciando questo gruppo dai lati del corteo dopo che questi individui avevano sbeffeggiato i manifestanti, è una risposta che rivendichiamo totalmente ed in modo collettivo nelle pratiche e negli obiettivi. Che la Digos si assuma le sue responsabilità per aver agevolato la possibilità di questa provocatoria presenza e che la risposta di oggi sia un messaggio chiaro: la presenza di neofascisti per le strade di Bologna non è tollerabile e non verrà mai tollerata.

L’Onda è antifascista.
Libertà immediata per i 21 studenti arrestati!

Verso il corteo metropolitano di Venerdì 10. La mobilitazione non si ferma…

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Ancona: 9 luglio h. 19: per costruire città senza frontiere


Per costruire città senza frontiere, dall’Emilia Romagna ad Ancona

Contro il G8, stop ai respingimenti e al pacchetto sicurezza

Manifestazione ad Ancona, 9 luglio ore 19, Piazza Roma 


Stop ai respingimenti, chiusura dei CIE, libertà di movimento e diritti per tutti/e!

Il 9 luglio la città di Ancona esprimerà la propria indignazione e rifiuto verso la violenza dei respingimenti illegali contro i migranti in fuga da terre martoriate da conflitti e povertà. Il porto di Ancona, come altri luoghi che si affacciano sull’Adriatico, rappresenta oggi un nuovo territorio di quella guerra ai migranti che già si dispiega nelle acque del Mediterraneo e della Manica, nei deserti dell’Africa, nelle carceri della Libia e ovunque donne e uomini mettano in gioco le loro vite per sottrarsi ad ingiustizie ed affermare il diritto ad una esistenza degna.

continua su csa-kontatto e su globalproject 

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Reggio Emilia, sab 11 lug h.18: contro il pacchetto sicurezza


LA LIBERTÀ FINISCE QUANDO INIZIA LA PAURA

Manifestazione sabato 11 luglio a Reggio Emilia

contro il “pacchetto sicurezza” e le politiche securitarie

concentramento h. 18, Porta S. Croce (Gabella-via Roma)

Vogliamo manifestare ancora una volta la netta contrarietà al pacchetto sicurezza Maroni ed al clima politico che fin nella nostra città provoca l’adozione di stupide ed ingiuste ordinanze liberticide per tutti e tutte. A Reggio Emilia, dopo le ordinanze anti-immigrazione, le retate ai campetti sportivi e ai luoghi di ritrovo abituali dei cittadini migranti, l’ordinanza che impone la chiusura dei kebab dalle 22, i provvedimenti contro l’alcol e l’aggregazione nel centro storico, il Prefetto, di concerto con il sindaco Delrio, ha alzato il tiro, facendo propria una direttiva del ministro dell’interno Maroni, vietando le principali vie e piazze del centro storico alle manifestazioni politiche per tutto il weekend. Stessa linea che il rieletto Delrio “sceriffo a norma di legge” accentua, dichiarando che il suo nuovo mandato calcherà in maniera decisa il leit motive securitario. Tendenza inaugurata con la nuova ordinanza contro ambulanti abusivi e mendicanti. Arrendetevi illusi: legge contro i poveri non contro la mafia, norme contro chi sopravvive non contro chi specula, agevolazioni per le boutique e ordinanze contro chi vuole vivere il centro storico come bene comune gratuito…

Leggi tutto su iononhopaurareggioemilia

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Milano: 220mila euro alle ronde neroazzurre


A Milano le ronde nere c’erano già, ma travestite d’azzurro. Basta infatti aprire lo spazio giuridico, attivare lauti finanziamenti – sottratti alla collettività – e i neofascisti arrivano come mosche, come spiega Repubblica. Ma neppure il centrosinistra risulta estraneo al rondismo…

In testa porta il berretto azzurro, ma il suo cuore è nero. Vincenzo Scavo, presidente dei Blue Berets, è il tesserato numero 090203 del partito Destra nazionale Msi, la stessa formazione politica che organizza le “ronde nere” con divise da Ventennio fascista. L’iscrizione di Scavo al partito è del 16 agosto 2003 e scadrà nel 2013. Fino a quel giorno, il capo dell’associazione a cui il Comune dà 220mila euro per fare vigilanza in metropolitana è “dirigente nazionale” del Msi di Gaetano Saya.
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Pesaro: sparano a nigeriano con pistola a pallini, beccati su Youtube cinque ragazzi


Mentre in Italia sono state approvate nuove leggi razziste, si moltiplicano gli atti di intolleranza e intimidazione a sfondo razzista e sessista, ad esempio a Pesaro. E come al solito i giornali minimizzano…

Già nel settembre 2008 i Giovani Comunisti di Pesaro avevano dichiarato: “Da circa 2 anni a questa parte il territorio di Pesaro e provincia si è trasformato in una ‘zona franca’ dove gruppi di estrema destra praticano liberamente e impunemente la propria dottrina squadrista”.

Indubbiamente i gruppuscoli neofascisti godono a Pesaro di una certa condiscendenza delle forze dell’ordine. Leggi anche Il buon questore, Cinque ragazzi aggrediti in un raid naziskin e Pesaro: aggressione neofascista a un 14enne.

[dal Resto del Carlino] 1 luglio 2009. I cinque, tra cui un minorenne, avevano diffuso le loro “gesta” sul web. Sono stati così identificati e denunciati con l’accusa di discriminazione razziale e minacce aggravate. Si sono giustificati dicendo: “Rubano il lavoro agli italiani”.

Cinque ragazzi residenti a Colbordolo e Tavullia sono stati denunciati dai carabinieri con l’accusa di discriminazione razziale e minacce aggravate. I cinque, tra cui un minorenne, avrebbero anche sparato a un nigeriano con pistole soft air.
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Oggi voto di fiducia sulle leggi razziali


A firma di alcuni scrittori e artisti, è apparsa sul Manifesto una presa di posizione contro le nuove leggi razziali italiane che verranno approvate oggi 2 luglio. Entro oggi, infatti, il Senato voterà tre voti di fiducia al ddl sicurezza. Un voto per ciascuno dei tre articoli del ddl nel testo approvato dalla Camera.

Certo è che in questi anni l’intellighenzja italiana è rimasta per lo più muta e sorda dinanzi al crescente imbarbarimento del diritto borghese. La normativa razzista italiana risale infatti al 1998 con la legge Turco-Napolitano. E oggi non bastano più le parole, ma occorre organizzare la difesa e la solidarietà verso chi è perseguitato e discriminato perché non ha le carte in regola.

Contro il ritorno delle leggi razziali in Italia

Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una straordinaria influenza sulla intera società europea, dal Rinascimento italiano al fascismo. Non sempre sono state però conosciute in tempo.

In questo momento c’è una grande attenzione sui giornali europei per alcuni aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, però, un dovere di quanti viviamo in Italia richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si riuscirà ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell’Europa e di far arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero.
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[BO] aggredite due transessuali


Due transessuali sono finite in ospedale a Bologna dopo essere state vittime di un’aggressione: due auto le hanno affiancate in via Stalingrado e hanno «sparato» contro di loro con un estintore. Le due sono state colpite agli occhi e hanno dovuto farsi medicare, ricevendo cinque e sette giorni di prognosi. Una terza transessuale che ha assistito alla scena, però, è subito balzata in macchina e si è messa a inseguire gli aggressori fino a via Massarenti, schivando anche l’estintore che a un certo punto gli è stato lanciato contro da una delle due auto in corsa. Imperterrita, è riuscita a inseguire gli autori del gesto fino in via Massarenti, poi li ha persi di vista. Il fatto è successo il 30 giugno intorno alle tre in via Stalingrado all’altezza del Mercatone Uno. Non è la prima volta che avvengono aggressioni del genere anche a Bologna. Altrove sono frequenti (guarda uno squallido video di fascistelli vigliacchi).

Vedi Radio Città del Capo, Carlino, Corriere


COMUNICATO STAMPA
del Movimento Identità Transessuale di Bologna

Lunedì 29 giugno scorso in via Stalingrado, zona Fiera di Bologna, si è compiuto l’ennesimo atto di violenza nei confronti di alcune persone transessuali, sex workers, che lavoravano in zona.

Questo ennesimo episodio di aberrante intolleranza è l’ennesimo effetto dello sdoganamento di politiche fasciste messe in campo dai proclami della nostra rappresentanza governativa e dalle affermazioni indecenti dei vertici del clero vaticano. I pacchetti sicurezza che stanno per esser approvati in parlamento, a quanto pare, non fanno sentire sicuri/e proprio quelle categorie sociali più esposte al pericolo.

Il M.I.T. , Movimento di Identità Transessuale si è immediatamente mobilitato contattando le persone che hanno subìto tale violenza non solo per esprimere la necessaria solidarietà ma per decidere con loro un percorso legale e di denuncia alle istituzioni tale da permettere l’identificazione dei responsabili, che a quanto pare reiteravano già da tempo tale comportamento. Le nostre amiche ci hanno informato dettagliatamente sulla vicenda, già commentata da alcuni giornali locali, e hanno voluto altresì sottolineare che le forze dell’ordine hanno avuto nei loro confronti, al momento della denuncia, un atteggiamento molto rispettoso della loro identità e di grande collaborazione. E prendiamo in dovuta considerazione questa modalità dignitosa della Polizia per contrapporla alle espressioni usate dal giornalista del Resto del Carlino di Bologna che nel riportare i fatti nel suo articolo usa le espressioni per definire le persone transessuali : “un ragazzo di Ragusa […] e un comasco […]”. E continua scrivendo: “Il terzo uomo che si è messo a inseguire le due auto […]”, riferendosi sempre a una delle vittime transessuali. Noi denunciamo il secondo atto di violenza compiuto da tali giornalisti che nel descrivere le nostre vite non riconoscendo la nostra identità, impoveriscono la loro professionalità, giustificano la sopraffazione compiuta nei nostri confronti e descritta nei loro articoli e vengono meno al rispetto umano che ogni individuo richiede.

Il direttivo del M.I.T. di Bologna

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