Nel dicembre del 2008 i neofascisti di CasaPound aveva cercato di appropriarsi – sotto il segno ambiguo della «letteratura eretica» – di Luciano Bianciardi, lo scrittore che precorse la rivolta del ’68 e che si batteva nella Vita agra per l’abolizione della patria, della famiglia, del lavoro e del profitto. Si sa, i fasciofuturisti hanno queste trovate per foderare di bagaglio culturale le loro mazze tricolori…
A smascherarli in questo caso è Bianciardi stesso che nel romanzo Aprire il fuoco del 1968 se la prendeva proprio con la «tartaruga» razzista del neofascismo:
«Hanno soprattutto paura che ci vada di mezzo la razza, questi contatori di cinesi, e in nome della razza da difendere ti chiamano a fare schiera, a formare il quadrato, la tetragona acies, la testudo, come questa venuta in secca proprio davanti alla rotonda. E invece niente, cari voi, abbiamo chiuso, non ci si inquadra più, l’acie è scompagnata, la testuggine è finita in secca, insieme a tanti altri abitatori del vasto mare. Ma poi, se la guardate bene, non è neanche una testuggine, non è nemmeno la tartaruga di Yastov: è una tartuca, una comunissima bezzuca, terraiola e contradaiola, parente stretta del nicchio».
Sono certo parole appropriate anche a CasaPound, se il guru fasciofuturista Adinolfi può scrivere testualmente nel suo ultimo libello di istruzioni ai militi, Sorpasso neuronico: «alla minoranza squadrista sta bene che i consensi siano gestiti da altri purché questi altri facciano i conti con lei», che vuol dire, in parole povere, che i fasciofuturisti sono disposti a menar le mazze per conto terzi (il governo), ma poi vogliono qualcosa in cambio… che si paghi il conto per l’usura delle mazze… Come si vede, è il più classico dei passatismi italici.
Intanto ci è giunto tra le mani un opuscolo su CasaPound Napoli del Collettivo Autorganizzato Universitario dell’Orientale (si pouò scaricare qui). Pur riguardando la situazione napoletana, ha anche una lunga parte di analisi su CasaPound. È fatto davvero bene, in alcuni punti illuminante.