La scuola dei fascisti


Negli anni Venti il Partito comunista tedesco organizzava scioperi assieme al Partito nazionalsocialista. Poi, una volta preso il potere, i nazisti li fecero fuori e si lasciarono dietro solo cumuli di morti. Con chi propaganda una cultura gerarchica e violenta, nessuna “alleanza” è possibile, nessuna “infiltrazione” è accettabile, nessun “mimetismo” è tollerabile, nessun "dialogo" è utile.

È un fatto che la penetrazione in ambito scolastico avvenga per camuffamento. Oggi nelle scuole i giovani neofascisti non dichiarano la loro militanza, ma si presentano alle elezioni o per altre attività scolastiche come «gruppi apolitici». Al liceo classico Carducci di Milano un gruppo di giovani che si definiscono «di idee estremiste» si è fatto assegnare dalla scuola il compito di fare servizio d´ordine nelle assemblee. Che fossero «orgogliosamente fascisti» la scuola non poteva saperlo, se non per gli stemmi repubblichini della brigata nera Ettore Muti che hanno appuntati al giubbotto: ufficialmente si erano dichiarati «apolitici». E una volta occupata la posizione di potere come apolitici, spadroneggiano come fascisti.

Un’altra forma di camuffamento è quella che porta i fascisti a scimmiottare i movimenti di protesta sociale (introducendovi, solitamente, una spruzzata di veleno razzista). Ad Ancona Lotta Studentesca e Forza Nuova si sono accodati alla manifestazione-fiaccolata contro il decreto Gelmini, vestiti di nero in segno di lutto per rappresentare simbolicamente la morte della scuola pubblica (cioè, con una scusa, una decina di persone ha sfilato in camicia nera sventolando celtiche e tricolori). E la responsabile di FN ha dichiarato: «Mai come oggi una battaglia di questo tipo ha bisogno di un’unità che sacrifichi anche le diverse appartenenze e riesca a sintetizzare in un unico ‘edificio’ i vari mattoni che lo compongono. Da parte nostra non c’è nessuna preclusione. Siamo disposti a dibattere anche con nostri avversari storici» (dal “Corriere Adriatico” del 19/10).

Sappiamo bene di quale dibattito si tratti. Già il nazionalsocialismo si era camuffato da socialismo: sono lupi con la pelle dell’agnello. E intanto – per non smentirsi – a Bologna qualche fascistello sogna di manganellare gli studenti in lotta: «propongo manganellate ad oltranza contro gli occupanti» (vedi Indymedia ER). Non è un’idea originale: a Bologna è già stato fatto. Nella notte del 12 ottobre 2007 una squadraccia di fascisti entrò nel Liceo Artistico occupato con mazze da baseball ferendo alcuni studenti.

Il fascismo ha avuto sempre dei rapporti difficili con la scuola. Dove si insegna, si può anche imparare la libertà. Non è un caso che oggi si voglia svilire e costringere l’insegnamento scolastico in logiche autoritarie e razziste, con un ritorno al fascismo. Non ce la faranno. Questo è solo l’inizio.

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