In Europa, già tra Sei e Settecento si cercava di assorbire il problema del nomadismo “eslege” sottraendo i bambini agli accampamenti diseducativi per affidarli ai contadini e al duro lavoro dei campi.
Anche oggi il governo italiano cerca di sottrarre i bambini rom per farne degli «adulti consapevoli e rispettosi».
Così, spuntano le prime “case di accoglienza” per bambini rom rubati ai genitori.
Basta che una ragazza chieda l’elemosina d’estate con un bimbo di tre mesi, e – anziché aiutarli – subito lo stato denuncia la mamma togliendole il figlio e la patria potestà. Non è più tuo figlio. D’ora in poi crescerà in un «ambiente accogliente e socialmente sano». E saprà un giorno di non aver nemmeno conosciuto sua madre.
Che la cosa non fosse limitata ai Rom, era prevedibile. Anzi, oggi basta militare in organizzazioni comuniste per vedersi togliere legalmente un figlio. È la nuova “igiene sociale”…
Intanto, fino a pochi anni fa tutti denunciavano l’aumento dei maltrattamenti sui bambini proprio nelle famiglie "normali", consacrate e perbene. Ora non se ne parla più. A leggere i giornali, sembra che solo i rom maltrattino i figli. Ipocrisia e razzismo vanno sempre a braccetto.
Infatti, le brave famiglie, come no!!
Il 90% degli abusi sessuali sui minori avviene da parte di genitori, parenti, amici dei genitori o dei parenti. Comunque dentro le mura domestiche…
In Italia esiste un esercito di lavoratori minorenni tra i sette ed i 14 anni. Nel giugno del 207 fonti Ires-Cgil stimavano in oltre 400.000 il numero di questi piccoli sfruttati.
Prendersela con gli zingari fa parte di precise strategie di criminalizzazione, fra l’altro condannate anche in ambito istituzionale (il ché è tutto dire) al livello di europarlamento dalla parlamentare rom ungherese Viktoria Mohacsi, che ha visitato i campi in Italia, condannando la scomparsa dei bambini rom tolti alle famiglie,e paragonando la situazione dei rom in Italia a quella dei pogrom.