2 AGOSTO: ORA E SEMPRE RESISTENZA


2 AGOSTO: STRAGE DI STATO

Chi guarda anche di sfuggita una qualsiasi foto della strage di Bologna vede scavare tra le macerie non solo uomini in divisa, ma soprattutto cittadini comuni. Chi guarda invece ogni anno il palco delle commemorazioni lo vede gremito quasi esclusivamente di alti gradi militari, fasce tricolori, abiti impeccabili di politici, burocrati, sottosegretari.

Fin dall’inizio i fischi, le proteste, gli slogan contro il mondo ambiguo e ipocrita della politica costituita appartengono alla commemorazione del 2 agosto: 27 anni fa una signora, parente di una delle vittime, urlò a Pertini sul palco: “Cosa fa lì con quei delinquenti? Venga tra la gente!”.

Ora, se la strage è di stato, i rappresentanti dello stato non dovrebbero avere alcun diritto di parlare in piazza il 2 agosto. Se lo stato ha intralciato e intralcia la verità, fischiare è opportuno. Questa piazza non è né del sindaco, né del questore, né delle istituzioni, né dello stato, né tantomeno di un governo come quello odierno in cui siedono gli eredi della strategia fascista, piduista e stragista.

Questa piazza è di chi vuole ricordare, ed è vergognoso che chi lo fa rischi una denuncia per “vilipendio della repubblica”, come è successo per un volantino lo scorso anno.

Si vuole far credere che il terrorismo sia un qualcosa di esterno senza rapporti con lo stato e le sue strategie di potere. Ma il 2 agosto sta a ricordarci che questo è un oltraggio alle vittime e alla verità storica: dalla strage di piazza Fontana del 1969 a quella di Bologna del 1980, l’Italia ha sperimentato dolorosamente una lunga “strategia delle stragi” condotta da uomini degli apparati più coperti dello stato o da neofascisti da essi personalmente organizzati, indirizzati, finanziati e protetti.

Lo scopo era quello di promuovere con la violenza un “ritorno all’ordine”, contro la volontà diffusa di una diversa e più giusta organizzazione sociale.

Sono trascorsi ormai 28 anni da quando, alle ore 10.25 del 2 agosto 1980, i neofascisti dei NAR spalleggiati dai servizi segreti misero una bomba alla stazione centrale di Bologna, causando 85 morti e 200 feriti. A tanti anni di distanza i depistaggi e l’omertà di tutti i governi hanno impedito di accertare i mandanti e di conoscere pienamente la verità.

Se la mano è fascista, il mandante è evidente: è lo stesso che oggi grida all’emergenza per approvare misure di stampo fascista, è chi detiene la violenza legale degli apparati militari e di polizia, chi sfrutta lavoratori sempre più precari, chi taglia pensioni e diritti sociali per finanziare eserciti e servizi segreti. È chi continua a nascondere la verità e a terrorizzare, in un modo o nell’altro, i propri “sudditi”.

A Treviso, al principio di luglio 2008, i neofascisti locali stavano costruendo una bomba per compiere un attentato. Di recente, in Italia si assiste a un’escalation di violenze neofasciste: aggressioni, accoltellamenti, bombe molotov, pogrom, omicidi. Sono in genere atti di violenza indiscriminata, contro i migranti, contro i nomadi, contro gay lesbiche e trans, contro giovani che hanno avuto la sventura di trovarsi lì per caso: così Renato Biagetti (26 anni, accoltellato vicino a Ostia il 27 agosto 2006) o Nicola Tommasoli (29 anni, assassinato a Verona il 1 maggio 2008). Il 2 agosto non è storia del passato.

CONTRO CHI VUOLE FAR TACERE LA PIAZZA
ORA E SEMPRE RESISTENZA

CONCENTRAMENTO IN PIAZZA NETTUNO ORE 9

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2 Responses to 2 AGOSTO: ORA E SEMPRE RESISTENZA

  1. # says:

    Per ricordare i Compagni dell’epoca morti per quella strage e troppo spesso dimenticati.

    Inizialmente i Nar attaccano la sinistra. Il 30 settembre 1977 uccidono Walter Rossi, simpatizzante di Lotta Continua.Il 28 febbraio 1978 è la volta di Roberto Scialabba, studente di sinistra. Il 18 marzo 1978 Fausto e Iaio apparteneti al leonkavallo di Milano. Il 29 settembre 1978 Ivo Zini studente Universitario di Roma . Il 7 gennaio 1979 i Nar assaltano Radio Città Futura, ferendo alcune studentesse di sinistra. Da questo momento i Nar decidono di puntare “al sistema”, di colpire esponenti dello Stato. Il 17 dicembre 1979 uccidono per errore lo studente Antonio Leandri, colpito al posto dell’avvocato Arcangeli, sospettato di legami con i servizi segreti. Poi è la volta di Maurizio Arnesano, agente di Polizia di guardia all’ambasciata del Libano.
    Il 22 Febbraio 1980 uccidono Valerio Verbano, studente e autonomo di Roma che stava compilando un dossier sul Gruppo Nar.
    Il 28 maggio 1980 uccidono Franco Evangelista, detto Serpico, poliziotto di guardia davanti al liceo romano Giulio Cesare anch’esso stava svolgendo indagini sull’eversione di destra. Il 23 giugno 1980 uccidono Mario Amato, Sostituto Procuratore della Repubblica a Roma, titolare dell’inchiesta sull’eversione nera che aveva ereditato il dossier dallo studente romano Valerio Verbano. Il 9 settembre 1980 è la volta di Francesco Ciccio Mangiameli, esponente palermitano di Terza Posizione. Il 5 febbraio 1981, in un conflitto a fuoco a Padova, Fioravanti uccide i carabinieri Enea Codotto e Luigi Maronese. Ferito, viene abbandonato dai suoi camerati e arrestato. Ad aprile viene arrestato suo fratello Cristiano, che comincia subito a collaborare con gli inquirenti. Per questo sconta una pena breve e oggi è in libertà sotto falso nome. Cristiano ha accusato suo fratello Valerio di aver ucciso anche il giornalista Mino Pecorelli e il presidente della Regione Sicilia Pier Santi Mattarella. Alibrandi muore in uno scontro a fuoco con la polizia il 5 dicembre 1981. Poco dopo muore Giorgio Vale e viene arrestato anche Gilberto Cavallini.

  2. Potrei sottoscrivere ogni parola del tuo post.

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