Ricordare Stonewall

Uno dei manifesti che pubblicizza il Gay Pride bolognese del 28 giugno presenta l’immagine di un giovane neofascista dall’aria indifesa – il suo nome è Italo – che dice:
«Essere maschio significa picchiare, soprattutto i froci, meglio se in tanti contro uno, perché l’onore virile deve essere difeso. Se poi ti accorgi che il sabato sera, a CasaPound, al concerto del tuo gruppo nazirock preferito la vista del tuo camerata a torso nudo ti eccita, ti racconti che non importa, perché tanto tu e lui siete camerati, e poi non puoi essere frocio, perché non ti senti “sensibile”, non vesti alla moda, non ascolti Madonna».

> Leggi: "Un italo da Rottamare" da Marginalia
> Sabina Guzzanti critica Italo: video
> Un dibattito prolisso, ma istruttivo su Indymedia ER

Mettiamo che Italo esista. Mettiamo che Italo venga al Gay Pride. E mettiamo che la settimana dopo Italo e i suoi camerati vadano a “picchiare” non più i “froci”, ma altri: compagni, immigrati, chiunque. Sarebbe accettabile? Noi pensiamo di no. Configurare la lotta contro l’omofobia come lotta “corporativa” che va al di là di ogni appartenenza politica secondo noi è un errore. Tanto più oggi in un’epoca di trasformismi e mimetismi politici, in cui Alleanza Nazionale e Forza Nuova recitano la parte del poliziotto buono e poliziotto cattivo: AN “apre ai gay”, e FN contesta AN che “apre ai gay”… 

Ma Italo non pare una svista. Alla piattaforma del Gay Pride aderiscono anche alcune associazioni per i diritti degli omosessuali che rivendicano una cultura reazionaria, l’ordine costituito, l’italianità, la Patria, l’Altare: ad esempio “Gay Lib” (Gay Liberali di centrodestra), “Polis Aperta” (associazione gay delle forze armate), “Noi siamo Chiesa”… Poi magari ci sarà anche qualche Italo che farà il poliziotto cattivo, come già è successo a Roma… 

Sono passati ormai quarant’anni dalla rivolta esplosa nella notte tra il 27 e il 28 giugno 1969 a New York quando trans, lesbiche e gay si ribellarono all’ennesima irruzione della polizia all’interno dello Stonewall Inn.
Stonewall ha segnato un luminoso punto di non ritorno: la polizia non ebbe la meglio e la rivolta proseguì nei giorni successivi crescendo d’intensità, e vinse perché seppe coinvolgere altri settori di movimento, altri soggetti discriminati, oppressi, sfruttati.
Ogni anno nelle principali città di tutto il mondo il 28 giugno viene ricordato da migliaia e migliaia di persone che scendono in strada a manifestare per i diritti delle minoranze lesbiche, gay e trans. È la giornata dell’orgoglio e della visibilità: ricordare Stonewall per noi significa anzitutto ricordare una rivolta contro l’omofobia, il razzismo, il sessismo, l’ordine costituito, lo Stato, qualsiasi forma di oppressione e discriminazione.

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2 Responses to Ricordare Stonewall

  1. xxy says:

    Anche un sito svizzero parla del Gay Pride bolognese:
    http://360.ch/…_italien_en_plein_psychodrame.php

    Resta il fatto che nessuno ha voluto seriamente riflettere sulla rimozione della parola “antifascismo” dalla Piattaforma del Gay Pride bolognese (un fatto mai accaduto prima), né ragionare sull’accoglimento ufficiale di adesioni di associazioni come GayLib, in prima fila nella propaganda xenofoba e razzista della destra. Cioè non vi è stato un ragionamento serio sulle varie prove di trasversalità politica del mondo omosessuale.

    Questi sono gli elementi oggettivi che rendono Italo non un’ironia, ma un’ambigua e imbarazzata apertura. E non credo che sia una responsabilità singola (solo gli apologeti di Italo cercano di personalizzare la questione), ma di tutto il Consiglio Direttivo del Comitato Bologna Pride. Che poi l’autore di Italo abbia potuto dire che proprio “l’interazione col comitato pride che mi ha reso fascista”, o che faccia uso di slogan fascisti (come “molti nemici molto onore”) non fa che ribadire la reale cultura che quel manifesto esprime.
    http://emiliaromagna.indymedia.org/node/3070

    Mieli, che scriveva in un mondo molto diverso dal nostro, parlava di “gaio comunismo” e diffidava del culto della virilità come sottoprodotto della repressione sessuale dei gay. Un omosessuale può benissimo essere anche un fascista. Ci sono stati omosessuali di destra: gerarchi fascisti e nazisti, intellettuali antisemiti, leader neonazisti, storici negazionisti, eccetera (basta scorrere, in libreria, il libro di Marco Fraquelli, Omosessuali di destra). Essere repressi e discriminati non ci mette di per sé al riparo dall’operare, a nostra volta, ingiustizie, discriminazioni o violenze. Ecce Italo!

    Anche la giustificazione di Italo come parodia antifascista è una cosa grottesca e offensiva. Credere di prendere in giro i fascisti dandogli del gay vuol dire usare implicitamente l’omosessualità come un insulto, secondo una visione fascista di questo orientamento sessuale.

    Ma non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere. Così, rispondendovi, Puta non riesce a far di meglio che siglare il messaggio con un fascio littorio.
    http://www.puta.it/…eciperanno-al-bologna-pride/

    Poi parlano di liberazione sessuale!

  2. r says:

    Segnalo questo articolo di E. Biagini sulla destra glbt (“Liberazione”, 26/7/08)

    http://emiliaromagna.indymedia.org/node/3229

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