Stand fascista al “Festival dell’Unità”

Prosegue la linea collaborativa e compiacente degli ex DS verso i neofascisti. Fin dal 1996 l’onorevole Luciano Violante aveva rivalutato le ragioni patriottiche dei «ragazzi di Salò» e, storicamente, ai dirigenti del PDS spetta una qualche parte di merito nello sdoganamento del neofascismo. Ora se li tengono anche in casa…

Il Compagno Spadino
http://roma.indymedia.org/node/3611

Malgrado abbia attraversato un periodo di profonda incertezza sul da farsi e su come l’avrebbero ribattezzata, senza troppo suonare comunista, alla fine ce l’ha fatta: spunta la Festa dell’Unità rivisitata ovviamente nel logo, nello spirito e nei colori. E se come è chiaro che sia, un cambio d’abito, di marcia e di stile, dove piuttosto che intonare un benaugurante “bella ciao” si gioca malamente su un’inversione di tendenza e d’ordine persino delle parole ripiegando sul più blando e urbano “ciao bella”, degno di uno slogan di stradaiola memoria. Non contenti di questa rivoluzione involutiva di ciò che fino a poco tempo prima questa festa rappresentava e per il popolo della sinistra più verace e delle famiglie, dei lavoratori e della classe operaia stava a significare in una parentesi dove la propaganda di base si univa a quel filo diretto elettore-partito, piazza-vertice “onorevole”, eccola qui.

La Festa dell’Unità, di un Partito talmente convinto del proprio assetto democratico di coalizione trasversale, da ibrido di razza, da potersi permettere scivoloni o nella migliore delle ipotesi macrosopiche disattenzioni. Così fra uno stand di cucina sudamericana, una bandiera cubana, una salsiccia con broccoletti a ricordarci le genuine radici, impianti della cola alla spina, spunta una sorpresa inimmaginata nemmeno alla mente del miglior prestigiatore della linea pacificatrice di era veltroniana: lo stand di Ultras Romani. Lo stand di gadgets marchiati di un gruppo nato nel 2002 che è simbolo di quella strategia fascista di curva e che è capeggiato (lo si può vedere passeggiare e sostare presso il suo espositore senza dare troppo nell’occhio) da Spadino, al secolo William Betti, noto per il suo passato nella boxe, oggi proprietario di due negozi, lui celebre per le risse da stadio e per la cultura di estrema destra che questa non nuova tipologia di tifoseria dà bella mostra di sé e palese sfoggio in proclami e striscioni (vedi il disciolto Tradizione e Distinzione e il pur attualissimo come fascistissimo Boys).

Dove non ci si arriva con le cattive si giunge con le buone più o meno dappertutto.

Con le strette di mano e le inaugurazioni di vie, con gli agguati a Villa Ada e aggressioni di varia forma. Si arriva fino quasi al Paradiso. Sempre col beneplacito dei camerati e di chi gli regge da troppo tempo il gioco.

This entry was posted in Generale. Bookmark the permalink.