A Parma, dopo che oltre 1300 residenti nel Quartiere Montanara hanno firmato l’appello del Comitato Antifascista, dopo una festa largamente partecipata di controinformazione antifascista (vedi anche il Dossier Antifa), i militanti di CasaPound non trovano di meglio che passare alle provocazioni notturne con manifesti e volantini.
Così scrive “Repubblica Parma”: «Basta dare un occhio da quelle parti per scorgere, un po’ ovunque, i segni della guerra di carta. Ecco per esempio, su un bidone Enia, l’immagine stilizzata di Rino Gaetano col simbolo di CasaPound. Sul fondo blu si staglia il volto del cantautore, morto nel 1981 e tornato ora di gran moda. In basso, a destra, figura però il logo del centro sociale “nero”. È proprio sulla memoria di Gaetano che da giorni, anche altrove, infuria lo scontro degli attacchini. Dappertutto in Italia gli “arditi” del pennello vanno tappezzando le strade con lo stesso manifesto. Chiarissimo l’intento dell’operazione: “Rino era uno di noi”, sta a significare il poster dei neofascisti». Ma si tratta di una menzogna smaccata a fini di marketing politico, nonché di una forma di squadrismo simbolico, visto che i “fascisti del terzo millennio” hanno usato la musica di Rino Gaetano come loro colonna sonora nel pestaggio di piazza Navona.
Poi, appiccicato sui cassonetti dell’immondizia, c’è il «Manifesto del Turbodinamismo» che promette – con il solito linguaggio pseudofuturista – i soliti pestaggi e la solita violenza contro chi non risulta gradito al «gusto» neofascista. Al punto 2 si legge: «A chi ci chiede che lavoro fa il menatore rispondiamo seccamente che dispensa virtù». E al punto 6: «Noi esaltiamo le suture e l’ortopedia, il pronto soccorso e il maxillo-facciale». All’ottavo: «Agli anestetizzati del buonismo annunciamo che faremo sistematicamente a pezzi tutto quanto solo per il gusto di farlo».
Infine è comparso un manifestino firmato «Luca Bianchini Antifascista» che paragona implicitamente gli antifascisti a un probabile stupratore seriale, tanto per sminuire e porre in burla – come al solito – il sessismo profondo della società italiana e le violenze crescenti sulle donne provocate dalla cultura patriarcale e familista.
Ma è giusto ripagare i fascisti con la loro stessa moneta. Così alcuni anonimi antifascisti hanno festeggiato l’anniversario di Benito Mussolini congiungendo misticamente nascita e morte per esprime il destino storico di ogni autoritarismo. Davanti alla sede di CasaPound è comparso il 29 luglio un pupazzo di paglia appeso a testa in giù a un segnale stradale. Sulla testa vi era stato incollato il volto di Mussolini e poco distante è stato esposto uno striscione con la scritta «Benito, a noi piace ricordarti così! 29/07/1883-29/07/2009». Benito Mussolini nacque infatti il 29 luglio 1883, venne giustiziato il 28 aprile 1945, e in piazzale Loreto a Milano – dove l’anno prima aveva fatto assassinare quindici antifascisti – venne esposto il suo corpo appeso a testa in giù. «Il sangue di piazzale Loreto lo pagheremo molto caro» (Benito Mussolini al vice-capo della Polizia della R.S.I., agosto 1944).
Mussolini sapeva bene di essere un tiranno squallido e sanguinario, e insomma di «non essere un santo»… Quelli che non l’hanno ancora capito sono i nostalgici squadristi di CasaPound.