Il tricolore dell’Infamia


Presentato il 23 giugno scorso, il progetto di legge 1360 prevede l’istituzione dell’«Ordine del Tricolore», un modo per dare la pensione ai repubblichini di Salò e riconoscerli come forze combattenti italiane equiparate ai partigiani.

L’intento dichiarato è quello di «riconoscere, con animo oramai pacificato, la pari dignità di una partecipazione al conflitto avvenuta in uno dei momenti più drammatici e difficili da interpretare della storia d’Italia», perché oggi «è finalmente possibile quella rimozione collettiva della memoria ingrata di uno scontro che fu militare e ideale». Insomma, la «pari dignità» tra partigiani e fascisti, la «rimozione» pacificante e tranquillante di una memoria «ingrata»… Basterebbe un qualsiasi psicologo o psicanalista per spiegare che spesso la «rimozione» produce una coazione a ripetere

Sta di fatto che, mentre avanza una crisi economica socialmente devastante, il Parlamento italiano non trova di meglio che discutere di onorificenze e connessi emolumenti economici (200 milioni di euro l’anno, a decorrere dal 2009) per i combattenti fascisti della Repubblica Sociale Italiana, parlando per giunta di uno scontro anche «ideale». Quale ideale?

L’instaurazione della Repubblica Sociale Italiana sotto diretta tutela della Germania nazista fu l’inizio del rastrellamento metodico degli ebrei italiani, cui contribuirono attivamente gli apparati della Repubblica Sociale. Di tutti gli ebrei italiani deportati, il 35,49% venne catturato da funzionari o militari italiani della R.S.I., il 4,44% da tedeschi ed italiani insieme e il 35,49% solo da tedeschi (L. Picciotto Fargion, Il libro della memoria. Gli Ebrei deportati dall’Italia 1943-1945, Mursia, Milano 1991). Ecco l’«onore» infame della R.S.I. e di chi ne onora oggi la memoria: razzismo, violenza, subalternità idiota a una gerarchia.

Non c’è però da meravigliarsi.
Il primo firmatario del progetto di legge 1360 è l’onorevole Lucio Barrani, ex sindaco di Aulla e di Villafranca in Lunigiana, che a Villafranca ha apposto una eloquente lapide commemorativa: «In ricordo di Benito Mussolini, ospite in questo borgo nel triste gennaio 1945, quando reduce dalle retrovie della linea gotica s’avviava al tragico epilogo della sua vita avventurosa». Vedi al riguardo il Briganterosso.

Oggi quel progetto di legge è in discussione nell’iter parlamentare: da una parte il revisionismo e la «rimozione» di Stato, dall’altra l’aggravarsi della legislazione razzista con il “Pacchetto sicurezza”… Come si vede, spesso rimozione e coazione a ripetere vannno di pari passo.

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