E IL CORRIERE RIMUOVE LA MATRICE XENOFOBA
La martellante campagna razzista avvallata e promossa dalle istituzioni continua mietere vittime. Ecco un sunto della notizia tratto da Repubblica:
Ucciso a sprangate, forse solo per una scatola di biscotti. Un giovane italiano, Abdul William Guibre, 19 anni, originario del Burkina Faso e residente a Cernusco sul Naviglio, è stato aggredito stamani con una spranga in via Zuretti a Milano perché accusato di aver rubato dei dolci.
Abdul era con altri due amici, J. K., 21enne del Ruanda con permesso di soggiorno scaduto, e S. R., 19 anni di Reggio Calabria. Dopo la sosta in un bar i tre sono stati raggiunti da un furgone da cui sono scesi due uomini che li hanno accusati di avere rubato dei biscotti.
Gli aggressori hanno usato una sbarra di ferro e gridavano “Ladri”, “Sporchi negri vi ammazziamo”, “Negri di merda”. Ad avere la peggio è stato Abdul che è stato colpito ripetutamente alla testa e lasciato a terra agonizzante. È morto qualche ora dopo in ospedale.
Vergognosamente il Corriere rimuove la matrice razzista dell’omicidio con il consueto stereotipo della lite o della rissa tra balordi per coprire aggressioni unilaterali: «il giovane sarebbe stato aggredito nell’ambito di una lite in quanto, con due suoi amici, avrebbe rubato dei biscotti dal furgone bar di cui sono proprietari i due fermati. Non si sarebbe quindi trattato di un episodio a sfondo razzista (nonostante le ingiurie rivolte dagli aggressori ad Abdul come «ladro, negro di merda, etc»), ma di una lite per futili motivi poi degenerata».
Un amico di Abdul era con lui stanotte in un noto locale in zona Porta Romana. "Non ci credo ancora – ha detto – sono andato a dormire tranquillo e mi sono risvegliato con un caro amico morto. È incredibile che Abba sia morto per un episodio così spregevole di razzismo. Lui ha sempre odiato ogni tipo di discriminazione ed evitava sempre discussioni con persone che definiva incivili".
Per l’omicidio di Nicola Tommasoli anche il questore di Verona ha parlato di un “pestaggio non avvenuto per motivi politici”, bensì “per futili motivi”: una sigaretta. Nicola sarebbe morto per aver rifiutato una sigaretta, Abdul per una scatola di biscotti. Noi pensiamo invece che siano giovani vittime della violenta campagna razzista e fascista in atto oggi in Italia.
Rincara il leader milanese della Lega Matteo Salvini che incurante di tutto annuncia “dolore per la vittima e disprezzo per chi strumentalizza”. Lui odia chi parla di razzismo. Questo è il linguaggio misurato per l’occasione: altro odio. E invece il razzismo c’è. E sull’argomento spazza ogni dubbio la signora Cristofoli, madre e moglie dei due assassini: “Sono razzista al 100% – ha detto ieri – mi ci hanno fatto diventare” Chi? Gli stranieri che al bar insultano. “Il razzismo l’ho dovuto subire io quando da ragazzina sono arrivata dalla Puglia….Ma noi venivamo qui per lavorare, non per rubare e stuprare”. A questa donna, straziata pure lei dal dolore, non viene in mette per un istante che quei ragazzi erano italiani. No. E’ colpa loro. Dei neri, dei diversi, degli stranieri. Loro hanno armato la frustrazione e l’odio dei suoi uomini di casa.
A proposito di razzismo serpeggiante e le sue insospettabili connessioni col movimento ambientalista italiano.
Il razzismo viene da lontano ed è stato traghettato nel mondo moderno dai seguaci dell’ambientalismo radicale. Ecco come.
Alessandro Ghigi (1875-1970) è considerato il padre dell’ecologismo italiano. Il presidente onorario del Wwf Fulco Pratesi ha definito Ghigi come “l’antesignano di ogni organizzazione della natura nel nostro paese”. Si tratta perciò di un padre dell’ideologia ambientalistica italiana. Pochi sanno però che Alessandro Ghigi è stato anche un razzista caparbio, vicepresidente della Società Italiana di Genetica ed Eugenetica (SIGE), che ha partecipato ai congressi internazionali delle società eugenetiche, che ha scritto libri disprezzando ebrei, neri ed altre etnie, che ha firmato il Manifesto della Razza del fascismo nel 1938 con cui ebbe inizio la discriminazione degli ebrei in Italia. Basta scavare un po’ dietro la facciata rispettabile di Ghigi per trovare notizie inquietanti, talvolta rimosse dalle biografie ufficiali. Nel suo libro “Problemi biologici della razza e del meticciato” (Zanichelli, Bologna, 1939), Ghigi descrive il tema delle degenerazioni causato dall’incrocio con razze nere che sarebbero “evolutivamente inferiori e geneticamente incompatibili”. Nel 1959, dopo alcune esperienze di carattere locale, Ghigi diede vita alla Federazione Nazionale Pro Natura. Nella Carta di Forlì (1973-1981) Pro Natura precisa tutti i fondamenti di quello che negli anni che seguirono è stato il programma di tutte le associazioni ambientalistiche italiane. In pratica vi si sostiene che un aumento dei livelli di vita (soprattutto nei paesi poveri) è da evitare perchè danneggia la natura.
Approfondimenti nel mio blog
Ambientalismo di Razza