2 agosto. Per un altro appuntamento, inoltre; ma non “invece”
Letto l’articolo di Alessandro Cori, pubblicato il 6 agosto da “Repubblica Bologna”, ci preme precisare:
1) È completamente falso (e, vogliamo augurarci, dovuto a scarsa o frettolosa “informazione”) che – come affermato dall’articolo di Cori – la proposta di costruire un possibile appuntamento pomeridiano a partire dal prossimo agosto sia finalizzata a «soddisfare i ‘contestatori’ che credono in una verità alternativa a quella stabilita dalla magistratura». Noi NON crediamo in alcuna “verità alternativa”. Al contrario, abbiamo scritto: «Oggi come ieri, Mambro e Fioravanti combattono la loro battaglia e sempre con buone coperture istituzionali. Dopo aver promosso il neofascismo con le bombe, ora lo fanno con le parole, le interviste, le menzogne, mentre i giovani fascisti tornano a uccidere, picchiare e tirare molotov contro centri sociali e campi nomadi».
2) La proposta di un appuntamento pomeridiano NON è in concorrenza con la tradizionale celebrazione istituzionale del mattino: non si tratterà in alcun caso di due manifestazioni “in parallelo” (come afferma l’articolo in questione) o in competizione, per la semplice ragione che la differenza di orario permette a chi vuole (compreso noi) di partecipare liberamente ad entrambe. La proposta nasce dall’esigenza di dare espressione pubblica a chi, come noi, combatte con decisione l’offensiva revisionista (sostenuta dal governo, AN, media berlusconiani, P2, neofascisti) che agita la fantomatica “pista palestinese”.
Da anni chi protesta pacificamente, con fischi o slogan o abbandonando la piazza, viene come minimo stigmatizzato da partiti, media, etc. Anche quando ad essere onorato dal palco è uno come Rotondi che, pur facendo parte di un governo che comprende fascisti e piduisti, ha avuto la faccia tosta di elogiare l’antifascismo per rabbonire la piazza, e che nelle dichiarazioni e interviste seguite al suo show si è lasciato sfuggire per un solo istante la verità: “sono democristiano, mi so adattare”…
3) È tempo che, per evitare inutili polemiche e dannose contrapposizioni, chi, oltre il recinto delle opinioni ufficiali, intende combattere i revisionismi mettendo in discussione le stragi di Stato, costruisca un appuntamento autonomo, in cui possa esplicitare il proprio punto di vista, che non trova e non cerca posto nelle commemorazioni ufficiali.
Infine: se vengono “censurate” le proteste e al tempo stesso si “censurano” preventivamente altre possibilità di manifestazione pubblica (non competitive), non si lascia a chi vuole protestare che due sole possibilità: tacere o scomparire.
E permetteteci di respingere questa “democratica” alternativa.