Si è conclusa con due arresti e cinque agenti feriti la rivolta scoppiata nel Cie (ex Cpt) di via Mattei alla periferia di Bologna. In manette sono finiti due detenuti marocchini che erano in attesa di essere identificati ed espulsi.
Verso le 18 di ieri 20 luglio il personale dell’Ufficio immigrazione della Questura si è recato nel Cie per prelevare due uomini e una donna che dovevano subire la deportazione. Quando gli agenti hanno cercato però di portar via un marocchino di 32 anni è scoppiata la rivolta. Una quarantina di migranti detenuti ha tentato di bloccare il rimpatrio del 32enne e in particolare un suo connazionale di 40 anni che è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale.
Il 32enne con una lametta si è dapprima ferito e poi ha colpito con la stessa arma un ispettore che è stato giudicato guaribile in dieci giorni. Per lui rimpatrio rinviato e arresto per resistenza e lesioni finalizzate alla resistenza. Sono in corso gli accertamenti per identificare coloro che si sono opposti al “rimpatrio” forzato.
Va ricordato che, pur essendo “nata dalla Resistenza”, la Costituzione italiana non prevede alcun diritto di “resistenza”, riconosciuto invece già nella “Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo e del cittadino” del 1789.
Anzi, a differenza della Germania e della Francia, nel 1947 la DC e il PCI soppressero questo articolo dalla bozza della Costituzione: “Quando i poteri pubblici violano le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla Costituzione, la resistenza all’oppressione è un diritto e un dovere del cittadino”.
Nessun uomo è illegale. Nessuna donna è illegale.