Pesaro: sparano a nigeriano con pistola a pallini, beccati su Youtube cinque ragazzi


Mentre in Italia sono state approvate nuove leggi razziste, si moltiplicano gli atti di intolleranza e intimidazione a sfondo razzista e sessista, ad esempio a Pesaro. E come al solito i giornali minimizzano…

Già nel settembre 2008 i Giovani Comunisti di Pesaro avevano dichiarato: “Da circa 2 anni a questa parte il territorio di Pesaro e provincia si è trasformato in una ‘zona franca’ dove gruppi di estrema destra praticano liberamente e impunemente la propria dottrina squadrista”.

Indubbiamente i gruppuscoli neofascisti godono a Pesaro di una certa condiscendenza delle forze dell’ordine. Leggi anche Il buon questore, Cinque ragazzi aggrediti in un raid naziskin e Pesaro: aggressione neofascista a un 14enne.

[dal Resto del Carlino] 1 luglio 2009. I cinque, tra cui un minorenne, avevano diffuso le loro “gesta” sul web. Sono stati così identificati e denunciati con l’accusa di discriminazione razziale e minacce aggravate. Si sono giustificati dicendo: “Rubano il lavoro agli italiani”.

Cinque ragazzi residenti a Colbordolo e Tavullia sono stati denunciati dai carabinieri con l’accusa di discriminazione razziale e minacce aggravate. I cinque, tra cui un minorenne, avrebbero anche sparato a un nigeriano con pistole soft air.

L’identificazione dei ragazzi è avvenuta tramite Youtube, il sito web dove avevano riversato loro “gesta”, come l’assalto a un casolare abbandonato che pensavano fosse occupato da immigrati. I militari sono arrivati all’autore grazie al suo nickname.

Nelle abitazioni degli indagati, sono state trovate armi da soft air (due pistole, due fucili ad aria compressa) un coltello, vessilli di matrice fascista e busti raffiguranti Mussolini. Le indagini sono scattate il 22 febbraio scorso quando un giovane nigeriano (residente con la famiglia a Colbordolo) era stato colpito da pallini, mentre viaggiava in moto.

L’immigrato aveva subìto ferite guaribili in sette giorni. Nello stesso periodo alcuni giovani in auto avevano insultato persone di colore alla fermata dell’autobus. Qualcuno degli indagati ha accolto in lacrime l’arrivo dei carabinieri, ma tutti hanno ammesso le loro responsabilità.

Hanno detto di avercela con i neri e gli stranieri “perché rubano il lavoro agli italiani”, anche se nessuno di loro ha problemi di occupazione. Avevano cercato di iscriversi a un’associazione pesarese di soft air, che non li aveva accettati. Il gruppetto non era aderente a formazioni politiche di estrema destra o naziskin.

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