Sempre più chiuse a ogni sperimentazione sociale e culturale, le istituzioni bolognesi non trovano oggi altra risposta che vietare, reprimere e sgomberare. Durante il mandato del pessimo sindaco Sergio Cofferati, Bologna ha visto un crescendo incredibile di decreti autoritari, allarmismi sulla “sicurezza”, minacce e attentati contro i migranti, gesti sessisti e omofobi, aggressioni e violenze neofasciste. Cofferati se ne va lasciandosi alle spalle una città più grigia, più ottusa, più violenta.
È in questo clima gretto e opaco che i vertici dell’Università di Bologna autorizzano – o comunque permettono – lo sgombero di uno spazio occupato e autogestito dagli studenti come Bartleby, che ha riscosso la solidarietà e l’interesse non solo di tantissimi studenti, ma anche di docenti e ricercatori. Non soltanto il Rettorato non ha scelto la via del dialogo, ma una studentessa è rimasta ferita da un’ingiustificabile, assurda manganellata.
È in questo clima mediocre e oppressivo che il comitato “Progetto Cirenaica” chiede di fatto la chiusura di Vag61 presentandolo falsamente, attraverso le pagine del Resto del Carlino e un servizio del Tg3 regionale, come una sorta di discoteca che diffonde musica “fino all’alba”. Per noi Vag61 è invece un’esperienza viva di solidarietà e autogestione sociale al di fuori delle soffocanti logiche di mercato.
A Bartleby e Vag61 esprimiamo la nostra piena solidarietà e condanniamo vivamente quelle istituzioni “democratiche” sempre pronte a ricorrere al manganello e alla bugia in nome del perbenismo e del profitto.
L’Assemblea Antifascista Permanente