Ieri sera accadeva che:
Da Macerie:
"Tutta la polizia sta venendo contro di noi con i bastoni"
Intorno alle 22,30 di oggi (ieri, 5 Aprile, ndr) i detenuti del lager di via Corelli a
Milano si ribellano e salgono in massa sui tetti dei gabbiotti nei
quali sono rinchiusi. Uno si arrampica su un palo. La rivolta è per i
motivi di sempre: contro le condizioni di vita, contro la nuova legge
dei sei mesi… per la libertà!
La polizia interviene decisamente sin da subito e li tira giù dal
tetto. Venti minuti dopo, proprio mentre sono in diretta con Radio
Blackout, la polizia li carica di nuovo, senza motivo e selvaggiamente.
Secondo le prime testimonianze da dentro gli agenti non erano armati
solo di manganelli: per menare hanno usato anche “i fucili”, forse gli
attrezzi per lanciare i lacrimogeni.
Nel momento in cui scriviamo, la situazione dentro sembra più calma.
La polizia è ancora schierata e sta prendendo gli immigrati a gruppetti
per portarli nella sala colloqui. Ascoltate le testimonianze da dentro
che abbiamo registrato con la radio.
Ascoltatele bene, e poi date retta ai vostri nervi, al vostro cuore e alla vostra voglia di libertà.
Ascolta la prima diretta, durante le cariche
http://noblogs.org/flash/mp3player/mp3player.swf
Oggi, invece, a Torino è successo che…
sempre da Macerie:
Tentata evasione da Corso Brunelleschi
«Evasione, libertà!». È questa la parola d’ordine che arriva da corso
Brunelleschi, ogni giorno più forte. Questa mattina, un nuovo tentativo
di fuga. Le notizie sono ancora frammentarie, ma da quello che sappiamo
ci hanno provato in tanti, forse in venti tutti assieme. Tra loro solo
quattro riescono ad arrivare alla strada, ma vengono ripresi quasi
subito. La gente dentro viene pestata, in particolar modo quelli che
avevano passato le prime recinzioni. Dopo una mezz’ora dal tentativo di
evasione un ascoltatore di radio Blackout segnala una lunga fila di
camionette che si allontanano dal Centro. A chi non è neanche riuscito
ad allontanarsi dalle gabbie, alpini e poliziotti dicono: «Siete
fortunati che ci sono le telecamere e i crocerossini, altrimenti vi
faremmo la festa». Da parte loro i crocerossini non servono il pranzo,
né consegnano i pacchi portati dai familiari, perché «oggi non vi
meritate niente». Più volte interpellato, l’ufficio stampa della
Questura nega di saperne qualcosa e alla fine il funzionario non
risponde più al telefono. Dopo qualche ora si scopre che c’è gente
all’ospedale, tra gli aspiranti evasi. Non si sa quanta, ma si teme che
dopo l’ospedale venga portata alle Vallette. Gli altri, quelli rimasti
dentro, sono all’esasperazione, e promettono gesti estremi.