Con Rafia, per la libertà dei migranti


Nell’esprimere la nostra solidarietà a Rafia, denunciato in base a una legge di epoca fascista, ripubblichiamo il comunicato del Coordinamento migranti di Bologna e provincia e invitiamo a partecipare alla manifestazione del 24 gennaio a Bologna. Contro i bombardamenti su Gaza, contro l’embargo, contro ogni apartheid e ogni razzismo, contro il “Pacchetto sicurezza”, il “reato di clandestinità”, le “classi ponte per stranieri” e ogni tipo di discriminazione!

QUESTA GUERRA DI RELIGIONE NON È LA NOSTRA
CON RAFIA, PER LA LIBERTÀ DEI MIGRANTI DI MANIFESTARE!

Apprendiamo con sconcerto che la procura della Repubblica di Bologna ha aperto un fascicolo contro un compagno, Rafia, da sempre impegnato nei percorsi di organizzazione dei migranti e di lotta per i loro diritti e la loro libertà. Non ci stupisce che la legge invocata sia stata emanata in pieno regime fascista. Tutto questo attecchisce bene, nel clima di generale di criminalizzazione dei migranti creato dal pacchetto sicurezza. Dopo il tentativo di vietare la manifestazione del prossimo 24 gennaio nel centro cittadino, questa denuncia è solo l’ennesimo esempio della volontà sempre più aggressiva di alcune forze politiche di rendere la protesta contro il massacro di Gaza una guerra di religione da combattere contro i migranti proprio nel centro di Bologna.

Ma chi ha inoltrato l’esposto, e le forze politiche che lo spalleggiano, ha fatto male i conti: insieme al Coordinamento Migranti, Rafia è stato protagonista in questi anni di lotte che sono andate al di là di ogni identità nazionale e di ogni appartenenza religiosa. Ha dato voce a istanze che hanno denunciato il razzismo e lo sfruttamento e che hanno coinvolto e coinvolgono uomini e donne di tutto il mondo che sono qui e qui rivendicano la loro libertà.

Noi non combatteremo questa guerra di religione, perché non ci riguarda. In questo vergognoso attacco a Rafia, noi vediamo l’ennesimo tentativo di mettere a tacere quelle migliaia di uomini e donne che hanno voluto portare in piazza, pubblicamente e senza paura, il proprio grido per la libertà di Gaza. Sotto la bandiera dell’intolleranza religiosa, dietro la denuncia nei confronti di un singolo individuo, si cela l’attacco alla stessa possibilità di manifestare per migliaia di migranti. Se praticare questa libertà è un reato, tutti noi migranti siamo colpevoli. Per questo noi non esprimiamo una generica solidarietà nei confronti di Rafia, ma ne assumiamo completamente lo spirito e la pratica di libertà. È questa libertà che noi affermeremo con tutte le nostre forze.

Coordinamento migranti Bologna e provincia
www.coordinamentomigranti.splinder.com

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