Per l’insubordinazione quotidiana


Nel 2006 Forza Nuova aveva chiamato “Vento dell’Est” una violenta campagna contro lesbiche, gay e trans, ispirandosi alle violenze omofobiche che i gruppi neonazisti stavano compiendo in Russia. Vi furono svariate aggressioni contro persone lgt nella cosiddetta “friendly Versilia”, in particolare a Torre del Lago, culminate nello stupro punitivo di Paola, una ragazza lesbica. Ci fu anche il tentativo di interrompere lo svolgimento del pride di Catania, sotto lo sguardo accondiscendente delle forze dell’ordine.

Oggi sembra che i neofascisti italiani abbiano avviato una nuova campagna omofoba. Forse senza centro e per imitazione. O forse fomentata dal pessimo clima sociale che lo Stato promuove.
Pestaggi, accoltellamenti, locali bruciati, bombe carta tra la folla, minacce vergate sui muri, aggressioni premeditate. Non solo a Roma, dove il sindaco Alemanno foraggia in ogni modo i gruppi neofascisti, ma anche a Firenze, Napoli, Pavia, Rimini… (a Bologna la Questura e il Carlino negano il movente omofobo di una recente aggressione, ma anche Svastichella ha detto: “Mi hanno provocato: non ho nulla contro i gay). Comunque, di certo non serve chiedere più “sicurezza”, ronde o leggi più severe. Anzi, occorre impedire allo Stato di continuare a spacciare paura, paranoia, fobie e ipocrisia.

D’altro canto, un illuminato studioso dell’Università di Milano-Bicocca ha pubblicato un articolo sull’autorevole rivista “Mente” per stabilire cosa passa nella mente di chi si arruola nelle ronde: «Le persone che vi si inscrivono abitano cosmologie personali improntate al dominio e orientate alla violenza […]. Esprimono un desiderio di dominio. […] Hanno un’identità chiusa e paranoica». Certo non ci voleva un professore. Basta il buon senso per capire cosa lo Stato cerca di istigare con le ronde e la “sicurezza”.

Va da sé, anche, che la nuova Religione delle Ronde sia un’idolatria fallimentare. «La promessa di sicurezza», spiega ancora l’illustre accademico, «è destinata a mostrarsi fallace sin da subito perché, se da una parte annuncia alla comunità di preservarla dai rischi, dall’altra la rende costitutivamente più debole, edificando individui sempre più isolati perché diffidenti di ogni contatto e impauriti di ogni situazione». Cioè la Religione delle Ronde propaga la paranoia collettiva, indebolisce ulteriormente il tessuto sociale, acutizza il conflitto civile diffuso.

Ronda su ronda, il mal ci ha portato qui, canterebbe Conte. A Bologna il nevrastenico sacerdote leghista delle Ronde è tal Manes Bernardini, un fissato – dal sinistro nome di una divinità etrusca – che per anni si è riproposto l’impossibile compito di stare più a destra di Cofferati. Oggi il suo «desiderio di dominio» e la sua «identità chiusa e paranoica» cercano un nuovo ruolo a colpi di ultimatum alla città. Prima si è stracciato le vesti per avere anche a Bologna le ronde del leghista Maroni. Ora vuole schedature di massa. E vorrebbe cominciare dai lavavetri. Anzi ha dichiarato: «Entro una settimana via lavavetri e venditori abusivi dai semafori!».

Contro tutti i venti dell’odio urge una rivolta permanente e quotidiana. Dimentichiamo sempre a casa i documenti d’identità. Prendiamo l’abitudine di camminare mano nella mano o di sbaciucchiarci teneramente in pubblico tra amici. Aiutiamo i venditori abusivi o i lavavetri sostituendoli mentre vanno a farsi il caffè. Facciamo dei muri i nostri quaderni. Trucchiamo le croci celtiche da margherite. E ricordiamoci che la solidarietà è autodifesa e l’autodifesa è solidarietà.

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