La procura indaga sulla mappa della presenza fascista a Bologna


Apprendiamo che, dopo le dichiarazioni di Vignali (CPI), la Procura di Bologna sta svolgendo delle indagini per istigazione a delinquere in relazione alla nostra mappatura della presenza fascista. Di quale fondatezza sia una simile accusa abbiamo già scritto.

Con l’occasione, solidarizziamo con gli immigrati e i malvestiti che il sabato sera continuano a venir molestai quando passano o sostano nei pressi del “Transilvania” di via Zamboni.


Dopo che i media locali hanno concesso ampia legittimità e visibilità a un neofascista noto per violenze contro immigrati e compagni (e inquisito per “associazione a delinquere finalizzata alle lesioni personali, al porto abusivo di armi improprie, alla violenza privata e alla discriminazione per motivazioni razziali”), è apparso ora su “Umanità Nova” n. 33 del 19 ottobre 2008,
anno 88
un resoconto che ricorda l’origine e le finalità del progetto della mappatura, invitando a rafforzare contatti e collaborazioni tra le realtà antifasciste sparse sul territorio. Non possiamo che concordare.

Bologna. Fascisti, Procura & giornalisti

Chi ha comprato i giornali locali lunedì 6 ottobre ha avuto di che rimanere stupito. Ampio spazio veniva dato infatti ad un tale Vigliani, responsabile bolognese di Casa Pound il quale accusava la l’Assemblea Antifascista Permanente di avere pubblicato sul proprio blog una mappa dove sono segnati i luoghi di comprovate aggressioni fasciste e spazi di ritrovo dell’estrema destra sparsi in città. Evidentemente il signor Vigliani, perfetto sconosciuto – se non per il suo curriculum di aggressioni a migranti – ha trovato una serie di giornali e giornalisti compiacenti e disposti a fargli un po’ di pubblicità. Infatti il giorno dopo anche un’emittente radio gli dedicava una bella intervista. Con grande puntualità tre giorni più tardi gli stessi giornalisti comunicano che, grazie ai soliti lavoretti della DIGOS, la Procura ha aperto un’inchiesta contro ignoti per istigazione a delinquere.

Creata il 7 gennaio 2008, dopo l’arresto a Bologna di 24 naziskin (tra i quali Vigliani) che stavano organizzando aggressioni eclatanti ed erano in possesso anche di armi da fuoco, la mappatura della presenza fascista pubblicata sul blog dell’AAP di Bologna nasce da un’esigenza primaria di conoscere e di difendersi dalla violenza squadrista, anche dopo ripetute aggressioni e messaggi di minaccia negli ultimi mesi del 2007 (ad es. quello inviato all’ANPI: “morte ai luridi maiali rossi”). Alle accuse “del noto Sig. Vigliani” la redazione del blog replica infatti che la mappa “è parte integrante di un lavoro di monitoraggio del neofascismo costitutivo dell’Assemblea stessa”. Un’iniziativa ritenuta “necessaria per fini di tutela collettiva”, in virtù “della preoccupazione derivata dal dilagare di episodi di violenza e squadrismo riconducibili” all’estrema destra. In nessun punto, specificano dall’Assemblea, “sul blog è rintracciabile alcuna istigazione alla violenza”. Dunque quel che preoccupa, assai più dell’“abbaiata” della Procura – che, evidentemente, non può avere nulla a cui aggrapparsi – è lo spazio che i media hanno dedicato alla vicenda, spesso facendo passare i neofascisti come “potenziali aggrediti”. Niente di più falso, è ben chiaro. D’altra parte pare evidente che l’opera di monitoraggio sia di una certa utilità: è prioritario a questo punto che pratiche come quelle dell’AAP si allarghino ad altre città e province e che assemblee antifasciste si radichino sul territorio e comincino a rafforzare contatti e coordinamento tra loro.

Redb

This entry was posted in Generale. Bookmark the permalink.

5 Responses to La procura indaga sulla mappa della presenza fascista a Bologna

  1. mld says:

    Secondo me non è affatto sorprendente. Ai giornali piace il neofascista creativo, patriottico, socialmente impegnato, moderno, antifascista, non violento (a parole), ma insieme – e nascostamente – reazionario, violento, tragico, razzista (nei fatti e nei simboli). Quando a Bologna CasaPound ha incappucciato con sacchi neri i parchimetri “contro l’usura” (!), il loro discorso alludeva chiaramente all’incappucciamento di un’esecuzione. E l’iniziativa è piaciuta moltissimo ai giornali, nonostante il simbolismo macabro (che è stato sottaciuto). Un fascista che si comporta da fascista fa pena e ribrezzo, un fascista che fa il democratico con un’arma in tasca piace. Per questo hanno scelto la tartarughina come simbolo. Non un lombrico, ma un’immagine ironica e di copertura.

  2. Bolognese says:

    Vabbè ma che vignali sia proprio un insignificante e sporco Lombrico si sapeva…

    quello che stupisce è lo spazio che i giornali gli hanno lasciato

  3. ste says:

    la cosa buffa è che giornalisti, politici ecc si scandalizzano tanto..a bologna lo sanno tutti quali sono i posti frequentati dai fasci..

  4. Scettiko says:

    E se scoprissero che Vignali è un pataccaro?

  5. dm says:

    Ormai è evidente che la libertà di informazione è sempre meno garantita e sempre più sorvegliata dall’alto

Comments are closed.